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Quanto conta nel lavoro e nelle relazioni di lavoro la comunicazione assertiva?

Ciao, ti diamo il benvenuto in un nuovo articolo del Blog targato Thesis 4u!

Pochi giorni fa è stata la Festa del Lavoro, e per celebrare l’occasione abbiamo pubblicato un articolo sulla Job Satisfaction (se te lo sei perso, puoi leggerlo cliccando qui), in cui abbiamo cercato di capire quanto la soddisfazione lavorativa influisca sulla vita privata, e abbiamo fatto una riflessione sulle determinanti che influenzano la nostra percezione dell’esperienza lavorativa, in particolare il ruolo dello stipendio e dello Smart Working.

Continuando un po’ sullo stesso filone di ragionamento, oggi tratteremo ancora il tema del lavoro, in particolare concentrandoci su fattori psicologici quali la gestione dello stress e la comunicazione assertiva, andando ad analizzare anche aspetti più tecnici legati al Team Building e alla Leadership, che sono molto importanti al fine di creare dinamiche positive sul posto di lavoro. Iniziamo!

Sapevi che esiste lo Psicologo del Lavoro?

Lo Psicologo del lavoro studia il comportamento umano e le dinamiche sociali all’interno di un contesto di lavoro, e può lavorare sia come coach per i dipendenti, ma rimanere un professionista esterno all’azienda, oppure può essere assunto direttamente dall’azienda nell’ambito delle Risorse Umane, e dunque occuparsi anche di ricerca del personale.

Il suo compito è quello di permettere all’organizzazione di raggiungere i suoi obiettivi, fornendo agli individui strumenti per essere più soddisfatti della propria attività, e migliorare le sue performance, e dando degli spunti che servano all’azienda per gestire al meglio il clima aziendale, ad esempio mediante l’analisi dei flussi di lavoro e degli organigrammi.

lavoro

I temi su cui spesso si trova ad operare lo Psicologo del Lavoro riguardano la gestione di fattori che influenzano lo stato di salute di un dipendente, come ad esempio lo stress cronico, e l’approfondimento e allenamento di soft skills come ad esempio la comunicazione assertiva, la capacità di lavorare in team e la Leadership. Continua a leggere l’articolo per un approfondimento su queste tematiche!

Come gestire lo stress sul posto di lavoro?

Nel 2019, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha incluso nella Classificazione Internazionale delle Malattie, il burn-out, inteso come una sindrome risultante da uno stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito con successo: anche se non si tratta di una condizione classificabile come malattia, lo stress è stato riconosciuto come un fattore che influenza lo stato di salute.

Questo fatto mette un’altra volta l’accento sull’evidenza che il benessere mentale dovrebbe avere sul posto di lavoro, ma quali sono le principali cause di stress interne ed esterne, e in che modo è possibile gestire correttamente gli effetti causati da questa condizione, per evitare di cadere in una situazione di burn-out?

Innanzitutto lo stress sul posto di lavoro non dipende unicamente da cause interne quali pessimismo, aspettative di perfezionismo non realistiche e mancanza di flessibilità su pensieri e atteggiamenti, ma può essere incrementato anche da fattori esterni come ad esempio problemi finanziari o difficoltà legate alla famiglia, alla scuola e alle relazioni in generale.

Allo stesso modo, una condizione di stress cronico sul posto di lavoro, non influenza solamente le performance lavorative riducendo la produttività e le capacità di ragionare e memorizzare, ma crea ripercussioni importanti su tutti gli aspetti della vita della persona, creando depressione, ansia, problemi di sonno e di peso.

Per questo motivo, è importante sapere come gestire lo stress correlato al lavoro, e per quanto la vita, in particolare quella lavorativa, sia spesso molto frenetica e ci mette davanti a continue sfide, ci sono dei piccoli gesti che possono aiutarci a gestire in maniera più serena determinate situazioni:

1. Prenditi del tempo.

Quando ti accorgi che stai passando troppo tempo focalizzato sulla tua fonte di stress, cerca di allontanarti per un attimo. Prendi un bel respiro, tranquillizzati, prova ad esempio ad evitare di instaurare una comunicazione aggressiva e improntata al conflitto con i tuoi colleghi, andando a prendere un caffè o facendo una piccola passeggiata se possibile (l‘attività fisica fa molto bene alla mente!).

2. Fai una lista.

Se il tuo stress deriva dal non riuscire a concludere un obiettivo, potresti cercare di spezzare il tuo compito in tasks più piccoli, e decidere di dedicare un intervallo di tempo massimo ad ogni sotto-obiettivo, procedendo in ordine di semplicità o priorità del compito.

3. Socializza.

Sempre nell’ottica di concludere un obiettivo che ti sta provocando stress, potresti chiedere ai tuoi colleghi un’opinione, oppure chiedere un meeting al tuo capo (è sicuramente nel suo interesse darti gli strumenti per raggiungere il risultato finale!).

La comunicazione assertiva sul posto di lavoro.

La comunicazione assertiva è un modo di comunicare che consente di esprimere opinioni e pensieri in modo efficace e sincero, rispettando le opinioni e i sentimenti di chi ci ascolta, e per questo si contrappone alla comunicazione aggressiva e improntata al conflitto.

Si tratta di una capacità che in pochi possiedono naturalmente, e per questo motivo è bene allenarla e svilupparla il più possibile, in quanto permette di creare dinamiche positive tanto nel posto di lavoro quanto nella vita in generale. Ma come possiamo sviluppare una comunicazione di tipo assertivo? Scopriamolo in cinque steps!

  1. Dai un nome ai tuoi sentimenti.
  2. Definisci i tuoi obiettivi.
  3. Inizia dalle cose semplici.
  4. Controlla il tono di voce e il linguaggio del corpo.
  5. Non aspettare troppo.

Come possiamo vedere, il primo passo per una comunicazione di tipo assertivo è capire veramente come ci sentiamo e cosa vogliamo per cambiare un determinato tipo di sentimento: si tratta di una capacità tipica delle persone emotivamente intelligenti (abbiamo parlato di Intelligenza Emotiva in questo articolo del Blog).

Definire quello che vogliamo e quali sono i nostri obiettivi è importante perché in generale le persone ti supportano di più e ti aiutano a raggiungere i tuoi obiettivi se capiscono esattamente cosa vogliamo e perché. Per allenare questa capacità può essere utile iniziare con persone che ti vogliono bene, come amici e parenti, chiedendo loro supporto in situazioni semplici, poi sarai pronto per parlare con il tuo capo!

E’ bene in ogni caso non aspettare troppo tempo prima di parlare, perché questo potrebbe portare la situazione a peggiorare e diventare più problematica.

Devi comunque ricordare che non c’è garanzia che utilizzando la comunicazione assertiva smettano di esserci conflitti, in quanto non possiamo controllare le persone e ognuno di noi si esprime in maniera diversa, ma sostituire la comunicazione aggressiva con una di tipo assertivo è sicuramente un buon modo per lavorare più serenamente.

Quanto è importante il lavoro di squadra?

Il Team Work è un pratica applicata in vari contesti lavorativi, che consiste nell’unire diversi membri di una società o di un’organizzazione, per partecipare ad uno stesso progetto. Ma cosa aiuta un gruppo di lavoro ad essere efficace e vincente?

Per rispondere a questa domanda, Google ha deciso di avviare il Progetto Aristotele, con lo scopo di comprendere che cosa serve ad un team per essere non solo performante, ma anche unito e propositivo.

Il risultato dello studio portato avanti dal Progetto Aristotele di Google ha evidenziato che non esistono delle strategie che siano uguali per tutte le realtà lavorative, ma ha permesso di arrivare alla conclusione che un team non deve solo essere formato da persone che sappiano fare, ma è necessario che al suo interno abbia un buon clima collaborativo, altrimenti non raggiungerà il suo obiettivo.

Se vuoi saperne di più sul Progetto Aristotele di Google e su come Google crea il team perfetto, puoi iniziare guardando questo video:

In generale, il Dream Team è quella squadra di lavoro in cui i componenti si trattano bene tra di loro, ovvero hanno un alto livello di Intelligenza Emotiva che consente loro di essere abili nel comprendere i sentimenti altrui. Inoltre, è molto importante che tutti i membri del team abbiano la stessa possibilità di prendere la parola (quella che nel Progetto Aristotele è definita Equality in Distribution of Conversation).

Un buon Team Building è quell’attività che sta alla base della costruzione di un team, e che porta alla generazione di una squadra di lavoro coesa ed unita, e questo incoraggia il Problem Solving, porta ad un aumento della produttività e al più frequente raggiungimento di successi. Ma cosa dovrebbe fare nella pratica un buon Leader per incoraggiare il suo team? Vediamo il modello in tre passi, con alcuni esempi pratici!

1. Segnali di appartenenza.

I segnali di appartenenza sono quei piccoli gesti e comportamenti che costruiscono sicurezza e protezione. E’ necessario che tutti i componenti della squadra di lavoro abbiano la stessa possibilità di parlare e che gli sia prestata attenzione. Il linguaggio del corpo deve essere rispettoso e nessuno deve poter interrompere i ragionamenti di un collega o disprezzare ciò che dice.

2. Condivisione delle proprie vulnerabilità.

Un buon leader dovrebbe lavorare insieme ai membri del suo team, mostrando anche il suo lato più umano e vulnerabile. Ammettere le proprie debolezze è un buon modo per permettere che i componenti del team inizino a fidarsi sia del capo che dei colleghi, e con il tempo questo renderà il team invulnerabile.

3. L’obiettivo condiviso.

E’ fondamentale stabilire lo scopo, la meta condivisa, quali sono le priorità del gruppo. Gli obiettivi da raggiungere dovrebbero essere pochi e spiegati bene, e un buon esercizio pratico potrebbe essere chiedere separatamente ad ogni componente del gruppo qual è il più grande obiettivo della squadra: se non ci sentiamo dire che la priorità è la costruzione e il sostegno del gruppo stesso, forse c’è qualche problema!

Ti è mai capitato di essere fortemente stressato da un compito/progetto che ti era stato assegnato? Come hai gestito quella situazione? Conosci altre strategie di gestione dello stress lavoro-correlato? Faccelo sapere sui nostri social!

About the author: Camilla, Blog Ambassador

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