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Ciao! Benvenuta/o in un nuovo articolo del Blog targato Thesis 4u!

Il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta, rispondendo all’appello del senatore democratico Nelson.

In occasione dell’imminente celebrazione della Giornata della Terra, noi di Thesis 4u ci teniamo a fare una riflessione su quello che attualmente si sta facendo per contribuire a combattere il problema dell’inquinamento e della degradazione ambientale, che da anni preoccupano gli esperti al punto che è stato posizionato in molte città il Climate Clock, ovvero un orologio che scandisce il tempo ci resta per invertire la rotta, prima che la situazione sia irreversibile.

In questo articolo parleremo di Green Economy e Circular Economy, in particolare applicate al settore delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione), approfondiremo il tema della ripresa “verde” a livello delle iniziative proposte dall’Italia, faremo una riflessione sull’influenza del recente conflitto Russia-Ucraina sulla sostenibilità ambientale, e ti daremo alcuni consigli pratici per fare anche tu la differenza. Iniziamo!

Green Economy e il paradigma delle 3P.

La Green Economy è un modello teorico di sviluppo economico che dà priorità alla salute delle persone, alla salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità, e in generale, alla salute di tutto il nostro pianeta.

Lo sviluppo sostenibile è un paradigma che ha l’obiettivo di soddisfare i bisogni attuali della popolazione, usando un numero inferiore di materie prime (per assicurare che esse siano presenti per noi e per le generazioni successive), producendo una quantità minima di sostanze nocive in modo da ridurre l’inquinamento, e risparmiando energia.

In particolare, in Green Economy, si parla di Paradigma delle Tre P: Profitto, Pianeta e Persone; quando si analizza la strategia d’impresa di un’organizzazione, si controlla che essa, oltre a garantire un profilo di buon profitto, mantenga il focus anche sul profilo ambientale e su quello della responsabilità non solo verso i propri dipendenti e clienti, ma su tutta la collettività.

carta della sostenibilità - people planet profit nella green economy

Dietro questa impostazione aziendale strategica basata su Green Economy, troviamo ovviamente motivi etici, problemi di rispetto della normativa, ma anche motivi legati alla reputazione: ad oggi gli investitori finanziari vogliono sapere come l’azienda performa le 3P, ed un buon mix di Profitto, Pianeta e Persone porta l’organizzazione (e le nazione in cui si trova) a diversi benefici:

  • Economici: un minor consumo di risorse accresce l’economia di un’organizzazione, e quindi di una nazione.
  • Vantaggi organizzativi: creazione di un contesto favorevole in cui la gente vuole lavorare, e da cui i clienti vogliono acquistare prodotti/servizi;
  • Crescita dell’offerta lavorativa, attraverso la creazione di nuove posizioni come ad esempio l’Ingegnere Energetico.

Ma come si implementa una strategia aziendale di sviluppo sostenibile, basata su Green Economy? Innanzitutto, bisogna osservare il ciclo di vita di ogni prodotto, e a quel punto è necessario individuare per ogni passo, delle prassi e tecnologie che abbiano l’obiettivo di migliorare la performance ambientale e sociale del prodotto.

In generale, il ciclo di vita di un prodotto nella cosiddetta Economia Lineare, è costituito dalle seguenti fasi: progettazione, produzione, confezionamento, distribuzione, utilizzo e smaltimento. Se vogliamo rimpiazzare l‘Economia Lineare con una economia di tipo Circolare, come prima cosa bisogna trovare il modo che consenta di rimpiazzare la fase di “smaltimento” con la fase di “riutilizzo”.

Per quanto riguarda le tecniche sostenibili ambientali, si può intervenire su ogni fase del processo di vita dei prodotti:

  • Progettazione -> l’estrazione delle materie prime può essere fatta in maniera meno inquinante per l’ambiente.
  • Produzione -> l’implementazione di sistemi di efficienza energetica e sostenibilità idrica possono aiutare a ridurre i consumi energetici e idrici.
  • Confezionamento -> si può prediligere la vendita di prodotti sfusi, oppure che abbiano imballaggi ecosostenibili, ad esempio fatti di carta e legno proveniente da foreste a gestione sostenibile.
  • Distribuzione -> è necessario intervenire sull’organizzazione dei flussi di merci, sulla razionalizzazione del traffico, sulla ripartizione efficiente dei servizi e sull’ottimizzazione dei flussi informativi.

Quali sono le iniziative italiane a favore della Green Economy?

A livello globale, l’Italia appare come una delle società economicamente più sostenibili, infatti negli ultimi anni un grande numero di aziende italiane si è convertito alla Green Economy, e i dati parlano di 91% delle grandi aziende che fa raccolta differenziata, e 71% di società che gestiscono e controllano il consumo energetico.

Le aziende italiane sfruttano moltissimo le campagne marketing per ottenere benefici di mercato, e garantirsi una buona reputazione soprattutto agli occhi delle generazioni giovani, che spesso sono più sensibili al problema dell’inquinamento e della degradazione ambientale.

Ad esempio, è facile imbattersi in campagne marketing che spiegano passo per passo il ciclo di vita di un prodotto, dallo spiegare quali attività ha svolto l’azienda per produrlo, quali materie prime sono state utilizzate, e qual è la quantità di sostanze che sono state emesse, oppure in pubblicità sostenibili come quella proposta da Decathlon Italia:

L’obiettivo è fissato al 2025, anno entro cui si prevede di istanziare 190 miliardi come investimento per la Green Economy, e lo sviluppo sostenibile e rinnovabile delle imprese: tra i settori maggiormente interessati troviamo energia rinnovabile (in particolare solare, eolica e geotermica), clima, Circular Economy, Green City e territorio, mobilità urbana (con focus sui mezzi elettrici) e sistema agroalimentare.

In che modo il recente conflitto Russia-Ucraina potrebbe incidere sulla Green Economy?

Tra tutti i pericoli che potremmo elencare come conseguenza del recente conflitto Russia-Ucraina, il rischio che la guerra e il caro bollette possano fermare la Green Economy, è sicuramente molto alto. Per usare le parole del giornalista italiano Ferruccio de Bortoli:

Quando c’è una guerra conta averla l’energia, non sceglierla. La transizione può attendere, le emissioni non contano. E non a caso tra le sanzioni economiche, sulla cui efficacia è lecito nutrire qualche dubbio, il gas è escluso. Perché vitale.

Un fatto molto preoccupante è che ci sia la necessità di riaprire le centrali a carbone chiuse in Italia: il carbone infatti è una fonte di approvvigionamento altamente inquinante, e durante la conferenza COP26 di Glasgow del 2021, l’Italia, insieme ad altri Paesi, si era impegnata ad accantonarla.

In vista della crisi pandemica attualmente in atto, e in seguito all’emergenza ucraina, e per essere pronti a colmare eventuali mancanze nell’immediato (come la riduzione del flusso di gas in arrivo che si è verificata nelle ultime settimane), due centrali italiane sono già state riattivate nel dicembre scorso: questa riapertura potrebbe provocare grandi emissioni di anidride carbonica (CO2) e sostanze nocive per la salute.

Breve panoramica su Green Economy e Green Computing.

Un tema molto dibattuto negli ultimi anni è l’impatto delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione sulla sostenibilità ambientale, in particolare si stima che soltanto in Europa il 9% del consumo di elettricità ed il 4% delle emissioni di carbonio, siano da attribuire all’apparato TIC, e questi dati sono destinati ad aumentare.

In generale, la produzione di dispositivi elettronici causa inquinamento (basta pensare al fatto che per produrre un PC servano 1800 chili di materie prime!), contribuisce all’emissione di gas-serra e produce e-waste per un totale di circa 50 milioni di tonnellate all’anno, e nonostante il traffico di spazzatura elettronica sia illegale da circa 30 anni, esso è paragonabile a quello della droga.

Un altro grosso problema, su cui dovrebbe investire la Green Economy, e di cui abbiamo parlato in questo articolo, è dovuto alla presenza di sempre più Data Center sul territorio mondiale, che come abbiamo visto, inquinano moltissimo a causa della necessità di tenere queste strutture sempre raffreddate.

Ma quali sono le buone nome del Green Computing, ovvero quell’insieme di pratiche volte a rendere il settore TIC sostenibile dal punto di vista ambientale e in linea con i principi della Green Economy?

Per prima cosa, per quanto riguarda la minimizzazione del consumo di energia, sia l’Europa che gli USA stanno lavorando ad un sistema di labeling, che permetta alla massa di consumatori di acquistare dispostivi elettronici che appartengono ad una buona classe di sostenibilità ambientale (similmente a quanto già accade per gli elettrodomestici).

Inoltre, al fine di progettare dispostivi che riducano il consumo di potenza, si sta lavorando su nanotecnologie, e soluzioni che minimizzino l’utilizzo dell’interfaccia grafica, e in questo campo troviamo tra i leader mondiali degni di nota Apple, grazie all’impegno dedicato all’utilizzo di risorse rinnovabili e all’eliminazione di sostanze chimiche pericolose.

Quali azioni quotidiane possono contribuire alla Green Economy?

Essere rispettosi verso l’ambiente, è un modo per essere rispettosi verso noi stessi e crescere come persone: tutti noi possiamo ogni giorno fare dei piccoli gesti per contribuire al cambiamento globale che è la transizione verde, attraverso delle semplici azioni quotidiane. Abbiamo raccolto tre passaggi che per noi sono significativi!

Pensare prima di acquistare.

Al giorno d’oggi è veramente molto semplice informarsi e acquisire consapevolezza prima di fare un acquisto: decidere di acquistare un prodotto non solo in base alla sua bellezza e al suo costo, ma valutando se l’azienda produttrice è sostenibile dal punto di vista dell’ambiente, può fare la differenza!

Preferire prodotti che contribuiscono alla Circular Economy.

Scegliere di acquistare prodotti sfusi anziché imballati, riutilizzabili anziché usa e getta, riparare al posto di buttare, dare nuova vita agli oggetti, sono tutte buone norme per la Green Economy.

Combattere l’obsolescenza percepita.

In economia, si parla di obsolescenza percepita quando il cliente sente il bisogno di acquistare un prodotto aggiornato, anche se il prodotto che ha funziona perfettamente.

Essere colpiti da obsolescenza percepita significa ad esempio avere la necessità di acquistare sempre il nuovo modello di smartphone, per sentirsi al passo e non giudicati dagli altri, ma in questo modo, stiamo anche noi contribuendo alla produzione e distruzione di milioni di dispositivi elettronici.

Conosci qualche realtà Italiana che contribuisce attivamente ad una Green Economy? Ti ritieni una persona colpita da obsolescenza percepita? Quali sono le tue azioni quotidiane a favore della sostenibilità ambientale? Faccelo sapere sui nostri social!

About the author: Camilla, Blog Ambassador

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