“Il giorno in cui il potere dell’amore supererà l’amore per il potere, il mondo potrà scoprire la pace”
Mahatma Gandhi
Ciao, benvenuto in un nuovo articolo di Thesis 4u.
Il drammatico conflitto tra Russia e Ucraina sta sconvolgendo tutto il mondo. Noi di Thesis 4u abbiamo pensato di dedicare un intero articolo alla vicenda, raccontandola sotto diversi punti di vista: geopolitico e storico, comunicazione ed informazione, economico, sociale e psicologico, fornendo un’analisi d’insieme per comprendere a pieno ciò che sta accadendo in questi giorni.
Conflitto fra Russia e Ucraina: visione sul contesto storico e geopolitico
Il contesto storico e geopolitico all’interno del quale si inserisce il conflitto tra Russia e Ucraina è ancora, a molti, poco chiaro.
Per riuscire a comprendere fino in fondo tutto ciò che sta succedendo in questo momento tra i due Paesi dell’est, è di fondamentale importanza capire quelle che sono state le ragioni storiche che hanno mosso le due grandi Nazioni ad arrivare fin qui.
Partiamo perciò dal principio, da uno dei momenti più importanti della storia contemporanea: la caduta del Muro di Berlino.
Il 9 novembre 1989 il mondo decise di cambiare completamente forma, riunendo due parti del Pianeta completamente diverse tra loro.
Fino a quel momento l’attuale Russia, basava il proprio impero e le proprie forze sulla così detta “Cortina di Ferro” e su quelli che erano considerati “Paesi cuscinetto”.
Con la fine della spaccatura mondiale e con l’ingresso progressivo da parte degli ex Stati filorussi (attraverso il Patto di Varsavia) all’interno della Nato (con il Patto Atlantico), il cordone militare russo si è assottigliato sempre di più.
La sola Bielorussia è stata l’ultima superstite agli ordini dell’attuale leader Putin. L’Ucraina invece, è l’unico stato fuoriuscito che non fa parte della NATO, ma che al coltempo, ha deciso comunque di non rimanere sotto il comando e gli ordini di Putin. La neutralità del Paese è, di fatto, impossibile da mantenere.
Qual è la conseguenza di tutto questo?
La vera motivazione per cui Putin sta attaccando il Paese confinante, dando vita ad un conflitto spaventoso, è essenzialmente che, se l’Ucraina dovesse effettivamente pensare di entrare a far parte della NATO (cosa che potrebbe accadere vista già la posizione dei Paesi attualmente membri dell’organizzazione e a favore della protezione), Putin avrebbe praticamente il nemico in casa, senza possibilità di scampo.
Il leader russo aveva pregustato la malsana idea, già nel 2014, con la Crimea e, l’origine del conflitto anche questa volta è considerato di matrice geopolitica: la rivendicazione del Donbass come causa scatenante.
In realtà, la presa alle armi, potrebbe altresì essere dovuta ad una perdita di consensi popolari nei confronti di Putin. Dunque potrebbe essere considerata una maniera, seppur brutale, di riottenere consensi e autorità da parte del leader russo.
Ucraina – Russia: guerra in epoca social
Lo avevamo già visto con l’ISIS ma adesso ne stiamo avendo la conferma, il conflitto al giorno d’oggi si combatte anche con i social network.
Il rapporto tra i mezzi di comunicazione di massa e la guerra è stato caratterizzato fin dalla nascita dei primi strumenti d’informazione da un intenso legame di reciproca dipendenza, come se le innovazioni nel settore della comunicazione fossero di volta in volta al servizio delle operazioni militari. Una tappa di svolta nella storia dei rapporti tra guerra e mass media è rappresentata dalla guerra del Vietnam, il primo evento bellico a essere raccontato in grande stile dalla televisione.
I conflitti moderni sono chiamati “guerra ibrida“, caratteristica di questi conflitti sono l’impiego congiunto di mezzi convenzionali e elementi di guerra asimmetrica. Le “minacce ibride” sono attacchi indiretti, a bassa intensità, orientati alla destabilizzazione e all’intimidazione dell’avversario.
Esempi classici di minacce ibride sono il terrorismo, la pirateria e le organizzazioni criminali transnazionali. Il conflitto in Ucraina è stato definito come “guerra ibrida” e il cyber spazio costituisce un campo di battaglia perfetto per l’attuazione della dottrina della guerra ibrida.
A sostegno di questa argomentazione, basti pensare che l’esercito inglese ha costituito un’unità speciale, una brigata, per combattere una guerra di propaganda che sfrutta l’immediatezza dei Social Network. Una guerra che, nel nostro piccolo, viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle.
La 77esima brigata è formata da 1500 uomini esperti in operazioni psicologiche che vengono sviluppate utilizzando proprio i social network per minare la resistenza del nemico. In Inghilterra i soldati della brigata sono già stati ribattezzati, non senza nascondere un pizzico d’ironia, “Facebook Warriors“.
Per quanto riguarda il conflitto in Ucraina, Anna Sandalova ha partecipato alla guerra del Donbass, armata soltanto di un computer portatile e di un profilo Facebook. Ha creato un gruppo di sostenitori dell’esercito di Kiev, si è fatta mandare l’elenco dei materiali necessari alle forze anti-separatiste e in breve tempo ha raccolto su internet oltre 1,3 milioni di dollari con i quali ha acquistato approvvigionamenti per i soldati, uniformi, attrezzature, persino un’ambulanza.
Scontro Russia – Ucraina: la comunicazione istituzionale ai tempi del cyberspazio
All’interno di qualsiasi conflitto tra nazioni, diventa fondamentale considerare ed approfondire il concetto di comunicazione istituzionale e di come le diverse istituzioni dei Paesi coinvolti comunichino tra di loro e con i cittadini.
In particolar modo, considerando lo scontro tra Russia e Ucraina, è interessante analizzare come la comunicazione istituzionale, al giorno d’oggi, si inserisca all’interno di una società e di un mondo completamente diverso da quello in cui ci si trovava nel momento in cui scoppiò, ad esempio, la Seconda Guerra Mondiale.
In un contesto così moderno, caratterizzato da un’informazione sempre più fluida e veicolata attraverso mezzi di comunicazione informatici e online, le istituzioni russe, ucraine ed in generale, di tutti i Paesi coinvolti in questo scontro moderno, devono necessariamente adeguare la propria comunicazione al cyberspazio.
Basti pensare che l’Ambasciata americana ha ben pensato di adeguarsi a quelle che sono le tendenze del momento, pubblicando sul proprio account Facebook e Twitter un “meme” che risponde alle dichiarazioni pubbliche fatte dal Presidente russo Putin, in cui annunciava che l’Ucraina fosse una solo una “finzione”.
Il “meme” rappresenta un chiaro schieramento americano nei confronti dell’Ucraina, mostrando l’evoluzione della città di Kiev nei secoli, raffigurandola come una città che ha saputo migliorarsi e progredire nel tempo, comparata alla città di Mosca che invece è raffigurata solo come un insieme di erbacce e paludi (https://www.facebook.com/photo?fbid=319852076851889&set=a.293484866155277). Questo sarebbe stato un atto impensabile 80 anni fa.
Un’altra dimostrazione di come la comunicazione istituzionale si stia sempre più adattando ai contesti moderni arriva venerdì 18 febbraio, data in cui diversi siti internet collegati al governo ucraino sono stati colpiti da un grande attacco informatico coordinato. Tra i siti coinvolti (una quindicina in totale) ci sono quelli del Ministero degli Esteri e dell’Istruzione, delle Ambasciate ucraine nel Regno Unito, in Svezia e negli Stati Uniti. L’obiettivo si pensa possa essere quello di creare confusione nei sistemi informativi dell’esercito ucraino e di estrapolare informazioni varie sui civili. Un Portavoce del Governo Ucraino ha suggerito che ci possa essere dietro proprio la Russia.
A proposito di divulgazione di informazioni, l’organizzazione non governativa “Ukraine Crisis Media Center” ha comunicato con la popolazione ucraina, ricordando loro quanto sia di fondamentale importanza non condividere online, per nessuna ragione, foto, video e informazioni di qualsiasi tipo circa i movimenti delle truppe ucraine, in modo tale da non esporre i soldati ad un pericolo maggiore e ad intercettazioni molto più facilitate da parte delle truppe russe e filorusse.
Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come la comunicazione istituzionale e i public affairs siano sempre più conformi a quella che è la società moderna, caratterizzata da un flusso di informazioni sempre più consolidate all’interno del cyberspazio e sempre meno simili a quella che era la comunicazione istituzionale del passato, fatta di discorsi e comizi di fronte al popolo.
Possiamo considerare per certo che, quella tra Russia e Ucraina, sia una vera e propria cyberguerra, caratterizzata da informazioni veicolate tramite i più moderni mezzi di comunicazione online e da attacchi a sistemi informatici di qualsiasi tipo.
Conflitto Russia-Ucraina: conseguenze economiche, interessi dei paesi Europei e possibili sanzioni economiche
La Russia appare come uno stato sull’orlo del fallimento da vari punti di vista: come l’Italia sta vivendo un collasso demografico, l’età media degli uomini è molto bassa e l’economia risulta più debole di quella italiana, e poco più forte di quella della Spagna.
Per quanto l’economia si stia irrobustendo, soprattutto sul piano finanziario che dal 2014 ad oggi ha visto un consolidamento dello stock di riserve ufficiali della banca centrale, la Russia convive con parecchie debolezze, e l’economia è tenuta in piedi per lo più dall’esportazione di materie prime quali ferro, gas e petrolio.
Per questo motivo, si prevede che il recente conflitto tra Russia e Ucraina avrà pesanti ripercussioni sul prezzo dell’energia che potrebbe peggiorare, coinvolgendo sia i paesi che si trovano in prossimità geografica della Russia, sia quelli più lontani, almeno fino a quando non si deciderà di introdurre l’energia rinnovabile come motore energetico dell’industria moderna.
In particolare, la Germania ha rapporti economici forti con la Russia, e ha più paura di chiunque altro di sviluppi negativi del conflitto; ciò è dovuto soprattutto alla costruzione del gasdotto Nord Stream 2 che collegherà Russia e Germania, passando sul fondo del Mar Baltico.
Per questo motivo, in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina, il cancelliere tedesco Scholz ha deciso di congelare l’iter di certificazione del gasdotto, impedendone l’operatività e privando la Russia di un progetto strategico fondamentale, che risulta al momento completo al 95 percento.
Per quanto invece riguarda l’Italia, oltre ai timori di un possibile aumento dei prezzi di gas e petrolio, si stanno valutando potenziali effetti negativi sul comparto siderurgico, ma anche i danni sulla filiera della pasta italiana, che graverebbe sotto il peso del conflitto che coinvolge l’Ucraina, denominata “granaio d’Europa”.
Al momento i paesi occidentali stanno rispondendo al conflitto infliggendo pesanti sanzioni economiche contro la Russia, in particolare contro entità russe, ma anche contro individui, al fine di colpire le persone che appartengono alla stretta cerchia di collaboratori di Putin, senza però colpire Putin direttamente.
In particolare, con l’obiettivo di tagliare la strada alla Russia verso i mercati finanziari, Londra ha colpito cinque banche russe ed è stato imposto il divieto per gli investitori Europei di commerciare in titoli di stato russi.
Inoltre, 23 persone potenti appartenenti al mondo militare, imprenditoriale e alla politica, i quali hanno vasti interessi nell’industria e nel mondo dei media, ma anche 351 deputati del parlamento russo, sono stati colpiti dai paesi occidentali mediante congelamento dei loro beni esteri, e divieto di viaggiare e transitare nei paesi che hanno emesso le sanzioni.
Ormai da anni economisti ed esperti di politica internazionale si chiedono se le sanzioni siano effettivamente uno strumento di politica estera efficace nella pratica, o lo siano solo a livello teorico.
Le sanzioni economiche imposte alla Russia dopo l’invasione della Crimea nel 2014, contribuirono ad aprire la strada ai negoziati di pace di Minsk, ma la storia attuale ci conferma che seppur all’epoca i risultati delle sanzioni furono buoni, ad oggi risultano deludenti e soprattutto provvisori.
Inoltre, bisogna considerare che l’efficacia delle sanzioni non solo dipende da quanto il paese che le impone abbia un controllo sul sistema economico e finanziario mondiale, ma va controbilanciato con le conseguenze che queste hanno sull’economia dei paesi occidentali, che applicandole rischierebbero di auto danneggiarsi, o comunque provocare danni ai paesi con cui la Russia intrattiene rapporti economici.
Conflitto Russia-Ucraina: le conseguenze psicosociali della violenza e della guerra sui bambini e sugli adulti ucraini
Si sta parlando moltissimo di ciò che sta accadendo in Ucraina, soprattutto al confine con la Russia. Si ragiona frequentemente sulle conseguenze geopolitiche ed economiche (soprattutto per quanto riguarda i rapporti Russia-USA-Europa), ma dimentichiamo di porre l’attenzione su quella che è la vita che conducono i civili ucraini.
Oltre al grosso problema della fuga di massa di civili, va posta l’attenzione sullo stile di vita e su quella che è la quotidianità degli abitanti dell’Ucraina.
Ci siamo mai chiesti come è la vita dei civili in Ucraina?
C’è un film, “The distant barkings of Dogs” raffigura realisticamente quella che è la vita (ormai da 2014) al confine con la Russia.
Nell’Ucraina orientale, il conflitto e la tensione con i separatisti sostenuti dalla Russia va avanti da ormai anni e anni, costringendo una generazione di bambini a sopportare traumi prolungati e la prematura perdita di quella che è la serenità infantile.
Per questo motivo, sono in corso alcuni studi sperimentali, volti ad analizzare le condizioni socio-psicologiche degli abitanti ucraini.
In particolar modo, è interessante riportare uno studio pubblicato sul Giornale di Psichiatria Sociale (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34596712/). Le conclusioni di tali studio sono chiare: i civili adulti dell’Ucraina, che hanno sopportato il prolungato impegno in guerra con la Russia e i separatisti russi, hanno tassi elevati di disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Inoltre, coloro che sono stati sfollati a causa del conflitto in corso hanno livelli significativamente più elevati di PTSD rispetto ai cosiddetti “urban dwelling people” (UDP).
Est memoriale: un viaggio on the Road tra Occidente e Oriente
Le differenze tra oriente e occidente, che prima erano scandite dal Muro di Berlino, ad oggi possono essere evidenziate, in ambito artistico, da Ciro Vitale e Paolo Patti, all’interno di un vero e proprio documento video.
“Est Memoriale” è il titolo del documento video dei due artisti, in cui il viaggio viene inteso non solo come spostamento fisico da Ovest ad Est, ma come un vero e proprio slittamento culturale.
Dopo 45 giorni di viaggio, 13 Stati attraversati, 10000 km percorsi in auto e 8000 scatti fotografici, il viaggio si concretizza nell’istallazione Site Specific “Somewhere”, presentata nel 2013 alla VIII Shiryavo Biennale of Contemporary Art, in Russia ( se sei interessato puoi consultare il seguente sito: https://www.tk-21.com/EST-MEMORIALE?lang=fr)
Il documento video rappresenta un viaggio “on the road”, che vede i protagonisti attraversare tutta quella parte dell’Est Europa che storicamente si pone come ponte tra Oriente e Occidente (Grecia, Bulgaria, Romania, Moldavia, Ucraina e parte della Federazione Russa).
Il tempo della narrazione è scandito da un ritmo serrato e quasi frenetico che lascia spazio ad un tempo di riflessione nei confronti dell’installazione “Somewhere”, in cui è ritratto sul tetto di una Dacia abbandonata (abitazione stagionale russa) il petto nudo di Nikolay. E’ uno dei personaggi incontrati lungo il viaggio e, nell’installazione site specific ,diviene icona dell’antinomie, delle contraddizioni e delle problematiche complesse che versano nei paesi dell’est.
Dunque ciò che emerge è l’elemento del tempo che fornisce una serie di spunti di riflessione, poiché esso talvolta sembra essere sospeso nella memoria del comunismo per poi essere divorato da una voracità insaziabile di benessere e libertà, tipica dell’Occidente.
La volontà degli artisti è “di evidenziare le differenze, ma sottolineare anche i pericoli che l’occidentalizzazione porta con se, primo su tutti il rischio dell’omologazione in un sistema capitalistico che si è dimostrato più volte pronto ad esplodere in gravissime crisi finanziarie come quella attuale.”
Thesis 4u si stringe a tutta la comunità ucraina, esprime il suo cordoglio per le vittime di guerra e rivolge tutta la sua solidarietà ai giovani e gli studenti rimasti bloccati nel Paese.
About the authors: Antonio, Giulia, Arianna, Camilla, Laura, Eleonora (ambassadors di Thesis 4u)
Editato da: Arianna, Blog Ambassador
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