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Il colloquio di lavoro è uno dei momenti più temuti e ricchi di ansia per chi cerca di entrare nel mondo del lavoro, soprattutto se si tratta dei primi colloqui di lavoro. E’ chiaro che, poiché ogni colloquio è diverso l’uno dall’altro, non sarà mai possibile che due colloqui di lavoro siano identici fra loro al 100%, tuttavia, ci sono degli elementi che si ripetono e che una volta conosciuti, riducono l’incertezza tipica di questo momento. 

Quando affronti un colloquio, un risultato positivo non deriva solo dal saper gestire il nervosismo durante l’intervista, ma anche da quanto impegno e preparazione gli hai dedicato prima di affrontarlo.  

Vediamo quindi come prepararti al meglio in anticipo: 

1. Al colloquio di lavoro ci si presenta avendo reperito e appreso le informazioni principali sull’azienda: quindi… foglio e penna alla mano!

Bisogna informarsi accuratamente sulle attività aziendali, sullo spirito di essa e sugli obiettivi. E’ chiaramente necessario sapere anche il ruolo e il tipo di mansione che andrai a ricoprire qualora venissi assunto e per il quale ti sei candidato. 

Dove reperire informazioni?

Per quanto rigurda l’attività aziendale puoi informarti sufficientemente sul sito aziendale, ponendo particolare attenzione sulla sezione “valori” (spesso troverai “mission”). Conoscere la mission di una azienda è fondamentale per capire quale parte valoriale di te condividere con l’azienda perché è un punto di forza e cosa non condividere. In questo caso anche il “networking” ci viene in aiuto: i social network come LinkedIn sono utili e ti permettono (sì, puoi farlo!) di seguire i manager dell’azienda per poter accedere ai contenuti condivisi, particolarmente utili perché raccontano elementi importanti sull’azienda…ma anche sui dipendenti. 

2. Una verità particolarmente utile che può aiutarti ad affrontare con meno nervosismo il colloquio di lavoro è che l’HR non è lì per giudicarti. 

Esatto, un HR non ti giudicherà mai, piuttosto valuta. 

Che cosa valuta? Valuta se il tuo profilo si allinea correttamente alla job position aziendale. Non esiste un concetto di candidato “giusto” o “sbagliato”, ma solo di candidato che si trova meno o più in linea con la posizione lavorativa per quella determinata azienda.

3. Giocare di anticipo sulle possibili domande che verranno fatte

Non è possibile prevedere tutte le domande che ti verranno poste, però, ce ne sono alcune e una in particolareche ricorre sempre e che ha un po’ la funzione di rompere il ghiaccio. 

  • Mi parli di lei”: ecco, questa domanda ricorre sempre ed è sicuramente tra le primissime domande che vengono poste. Poiché si tratta di una domanda molto generale, in cui potresti rispondere tutto o nulla, è bene prepararsi prima esponendo il proprio pensiero a voce alta. Si tratta di una domanda che può essere posta in due modi: possono chiederti una presentazione di 5 minuti (esplicitando il tempo a disposizione), oppure possono darti piena libertà di tempo.

Presentazione di 5 minuti:

Decidere cosa dire con un tempo limitato non è semplice: la cosa principale da cui partire è fare una sintesi della tua vita da studente che da lavoratore (qualora tu avessi già lavorato). In questi 5 minuti bisogna selezionare, aiutandoti anche con lo storytelling, quali sono gli episodi più salienti che comunichino parti di te importanti e che vuoi far emergere, comunicando i tuoi valori e la tua personalità. 

Attenzione a non perdervi in aneddoti che non raccontano nulla di voi. Spiegate perché hai scelto proprio quel percorso di studi, perché ti sei candidato a quella posizione, quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a cambiare lavoro e cosa hai appreso dalla esperienza lavorativa precedente. 

Chiedi al Recruiter, una volta terminata la tua presentazione, se c’è qualche aspetto che desidera approfondire o chiarire con te. 

Hai avuto una esperienza lavorativa negativa? In sede di colloquio è assolutamente errato parlarne in maniera polemica. Non è visto MAI in maniera positiva qualcuno che sparla dell’ambiente di lavoro o dei propri colleghi. Sii quindi preparato a spiegare perché hai lasciato il tuo precedente lavoro e cosa ti aspetti dal futuro lavoro per cui ti stai candidando, spiegando quali sono le tue ambizioni e mostrandoti davvero pronto ad imparare. 

Presentazione libera:

Quando ti viene data piena libertà di parola la cosa più complicata che devi affrontare è il dover andare molto nel profondo su tutto ciò che andrai ad esporre. 

L’errore che capita spesso è che i candidati si diano già da sé un tempo molto limitato (come fosse una presentazione di 5 minuti) e che non vadano nel dettaglio delle loro esperienze. Questo è sbagliato, poiché puoi dare l’impressione a chi valuta il tuo profilo di non dare importanza alle tue esperienze e di sminuirti, oppure di voler chiudere rapidamente la sessione di colloquio. 

Fai quindi attenzione a non cadere in uno storytelling personale sintetico e asettico, che non racconta nulla di te. Approfondisci il perché del percorso universitario, le esperienze e il contributo/gli insegnamenti delle persone che hai incontrato, le difficoltà e cosa hai imparato da esse, le esperienze formative, la tesi (soprattutto se sei giovanissimo e non hai avuto esperienze lavorative particolari), i progetti di gruppo a cui hai partecipato, le attività sportive e le attività di volontariato. Racconta tutto nel dettaglio. 

Se poi hai avuto esperienze professionali, soffermati attentamente anche su esse: spiega la mansione e le responsabilità che hai avuto, quali progetti hai seguito, cosa hai imparato e quali valori hai condiviso con i colleghi. L’obiettivo è far capire quale contributo avete dato all’azienda o alla mansione lavorativa passata e quale può essere il vostro contributo futuro nell’azienda per cui state svolgendo il colloquio di lavoro. 

Potrebbe esserti capitato di aver subito un ritardo nel conseguimento della laurea, oppure hai deciso di intraprendere il percorso universitario ad una età maggiore, o hai cambiato facoltà: nessuna paura. Posto che, non si è mai in ritardo in quello che davvero si vuole fare, e che ognuno acquisisce una maturità decisionale con tempi diversi, qualora sia presente un ritardo al conseguimento della laurea (il tanto temuto fuoricorso) dovuto a problemi personali o di salute, durante il colloquio di lavoro è bene comportarsi in questo modo: 

Se nessuno ti chiede motivazioni sul perché di un ritardo o di un buco temporale presente nel CV, non affrontarlo di tua sponte;

Se ti viene chiesto il perché di un ritardo temporale e, nel frattempo non hai maturato una esperienza lavorativa, qualunque problema tu abbia avuto, va affrontano in sede di colloquio con propositività.Se hai avuto un problema di salute, puoi dirlo senza andare nel dettaglio (non ti impantanare nello spiegarlo con dettaglio! Non esplicitare se si tratta di un problema psicologico!), ma specifica che è risolto e cosa hai imparato da esso, lo stesso vale per qualsiasi altro problema. 

  • “Mi parli di un suo difetto”: non scadere nei soliti aggettivi risaputi e scontati. Innanzitutto, sii onesto con te stesso: valutati approfonditamente. Sei testardo? Sei troppo meticoloso? Parli troppo? Non c’è un difetto giusto o sbagliato. Il trucco però, per non sbagliare mai è quello di osservare bene quelle che sono le caratteristiche della posizione: nomina quindi difetti che non siano in contrasto con l’attitudine e le capacità richieste nella posizione. 

Esempio: se si tratta di una posizione in cui è richiesto un forte senso di analisi, sicuramente una caratteristica che va a scontrarsi con questa attitudine è l’essere impulsivo. 

NB: Cercare un difetto che sia il più possibile lontano dalla posizione.

4. Con quanto anticipo presentarsi, come comportarsi qualora tu sia accidentalmente in ritardo:

  • È assolutamente ok essere in anticipo, denota di te una certa puntualità e serietà. Una corretta quota di anticipo va dai 10 ai 5 minuti. 
  • Non è ok invece essere estremamente in anticipo: questo mette in risalto il fatto che tu sia estremamente ansioso. 

Assicurati quindi di controllare IN ANTICIPO il traffico, verificare la strada, verificare gli orari e la disponibilità di mezzi di trasporto, qualora tu non ti muova con la macchina.

E se sono in ritardo? Evita in tutti i modi di esserlo, organizzandoti. Ricordati però che può sempre esserci un imprevisto: potresti essere stato trattenuto a lavoro, potresti essere rimasto bloccato nel traffico o potresti non essere riuscito a prendere il treno/autobus per uno sciopero. Che si fa in questi casi? Niente paura, siamo esseri umani. L’importante è mostrare rispetto nei confronti dell’HR e del colloquio: avvisa tramite telefonata (no SMS, no email!) che potresti tardare all’appuntamento e dichiarare entro quanto tempo raggiungerai la sede presso cui si svolgerà il colloquio. Una volta giunto in sede scusati. 

Se pensi che tarderai eccessivamente, sii pronto a valutare delle disponibilità ulteriori per riprogrammare il colloquio, scusandotiDevi mostrare che ci tieni a questo colloquio di lavoro. 

E se è invece il recruiter/HR ad essere in ritardo? Può capitare. Se sei in sede e sei in attesa, accertati innanzitutto che chi ti abbia accolto abbia riferito al recruiter del tuo arrivo, chiedi quali sono i tempi di attesa e evita di programmare impegni troppo vicini all’orario del colloquio. Se si tratta di impegni improrogabili, che non puoi rimandare, fallo presente e mostrati subito disponibile a fissare un nuovo incontro. 

Ricorda sempre che il colloquio di lavoro non è unidirezionale: non sei solo tu ad essere valutato, ma sei anche tu che valuti se la serietà e i valori dell’azienda sono in linea con te stesso. L’HR si fa portavoce dell’azienda, ed essendo parte di essa puoi ben capire come egli sia lo specchio dei colleghi e dell’organigramma aziendale: è importante quindi valutare la serietà e la professionalità dell’HR. 

5. Vestiti in modo opportuno: 

I Recruiter valutano anche il tuo FIT. 

Un FIT è corretto quando il tuo modo di vestire, il modo di presentarti e di relazionarti con le persone si allinea con l’ambiente aziendale per il quale stai svolgendo il colloquio di lavoro.

Vestiti in maniera consona: se sei una donna prediligi un pantalone dai colori scuri e una blusa/una camicetta, senza eccedere nell’uso di gioielli, che non devono essere sfarzosi. Va bene indossare un orologio perché comunica professionalità, ma non indossare orologi particolarmente costosi, né gioielli di questa tipologia. Vanno bene degli orecchini semplici, una collana con un punto luce. 

Se sei un uomo va bene un pantalone dai colori neutri (grigio, nero, sabbia) e una camicia. Se il colloquio è particolarmente formale, puoi indossare anche una giacca ed una cravatta. Per i colloqui più informali va bene indossare una camicia semplice o una polo. L’importante è risultare pulito ed ordinato. 

Per quanto riguarda il contatto visivo: sicuramente mentre si espone o si ascolta è positivo e necessario mantenere un certo contatto visivo con questo. Tuttavia, senza esagerare. Non è ideale fissare continuamente il recruiter…una certa via di mezzo va bene!

NON DIMENTICARE LE BUONE MANIERE: se stai attendendo il recruiter da seduto, non appena questo varca la soglia della stanza alzati, saluta e poi attendi un suo cenno per accomodarti. 

Attenzione inoltre al cellulare, che deve essere rigorosamente spento o in modalità silenziosa per evitare di disturbare l’intervista e risultare dei maleducati.

6. Le domande a fine colloquio non solo sono accette, ma anche necessarie! 

Un candidato che in sede di colloquio di lavoro, non pone alcuna domanda, è un candidato che si mostra disinteressato. 

Non avere paura di esporti e mostrarti curioso! Queste domande vanno pensate in anticipo.

  • Per quale motivo avete chiamato proprio me? Questa è una domanda che potete fare senza timore che ha una utilità futura soprattutto per voi stessi: vi permettere di diventare consapevoli dei punti di forza che sono stati notati e di farne il vostro cavallo di battaglia nei colloqui futuri. 
  • Avrò possibilità di carriera? Altra domanda estremamente importante in due sensi: serve a far capire al recruiter che siete davvero motivati nello spendere le vostre energie e le risorse che avete per lavorare a lungo nell’azienda e serve a te…per capire le intenzioni aziendali nei tuoi confronti, che tipo di contratto viene offerto, se questo è a scopo assunzione, se realmente potete crescere nella realtà proposta. 
  • Di quale attività/progetto dovrò occuparmi? Questa domanda denota invece forte senso di iniziativa, entusiasmo e voglia di fare: ti permette inoltre di avere già delle anticipazioni del contesto e delle responsabilità che andrai a ricoprire. 
  • Quando saprò se sono stato scelto? Altra domanda estremamente utile: permette a voi di capire i tempi con i quali verrai ricontattato e permette al recruiter di constatare il tuo vero interesse. Puoi accorpare questa domanda ad “Posso contattarvi in caso di altre domande?”, che ti permette di creare rapidamente una sorta di collegamento con l’azienda e di aprire la possibilità di poter comunicare con essa e con chi si è occupato del tuo colloquio. 

Una domanda che non devi mai fare: in sede di un primo colloquio o di un colloquio che non è conclusivo e volto a confermare la tua assunzione, non è consigliabile fare domande sulla retribuzione. Aspetta sia il recruiter o il datore di lavoro ad esporti espressamente l’argomento e ascolta cosa ti propongono. Comunicare che lo stipendio è l’unico tuo stimolo per lavorare bene è estremamente sconsigliato.

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Per scoprire come si svolge un colloquio di lavoro, guarda qui sotto la simulazione fatta dal nostro event Ambassador Lorenzo Pigazzini con Karmela Merko, HR Specialist di Copan Group!

https://www.youtube.com/watch?v=kiW2Hm6rdj4

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