Hai mai sentito parlare di intelligenza emotiva? Leggi la tesi di laurea sull’intelligenza emotiva di Daniela e scopri come usarla per il tuo successo!
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Questo mese abbiamo deciso di dare spazio a una tesi di laurea che tratta un tema assolutamente originale e che potrebbe cambiare completamente la tua prospettiva lavorativa. Hai mai sentito parlare di intelligenza emotiva?
L’intelligenza emotiva può essere descritta come la capacità di un individuo di riconoscere, discriminare e identificare, di etichettare nel modo appropriato e, conseguentemente, di gestire le proprie emozioni e quelle degli altri allo scopo di raggiungere determinati obiettivi. In poche parole, è un’ arma che ogni leader ha il dovere di utilizzare per guidare il proprio gruppo nella maniera più efficiente e, al contempo, serena.
Se non ne avevi mai sentito parlare non preoccuparti, ci ha pensato Daniela Mazzacchi, la quale ha scritto la sua tesi di laurea sull’intelligenza emotiva. Sei curioso di leggerla?
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Tesi di laurea sull’intelligenza emotiva: conosciamo meglio Daniela
Prima di parlare della tesi di laurea sull’intelligenza emotiva, è bene parlare un po’ della sua autrice. Daniela Mazzacchi inizia il suo percorso di studi seguendo la sua grande passione per il food and bavarage e, infatti, si è diplomata presso un istituto alberghiero, in particolare nella sezione sala e vendite.
Dopo aver conseguito la maturità, Daniela ha preso la decisione di lasciare il suo piccolo paese in provincia di Como e trasferirsi a Milano, per intraprendere un percorso universitario in Economia e Gestione Aziendale – Service Management presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
Il trasferimento di Daniela non è stato affatto semplice, separarsi dalla propria famiglia e iniziare a vivere nel grande capoluogo lombardo è stato uno shock, soprattutto perché era la prima volta che si allontanava da casa per così tanto tempo. L’emergenza della pandemia non ha particolarmente aiutato la studentessa ad ambientarsi in questo nuovo mondo, soprattutto a livello umano e accademico.
Da quel momento, Daniela ha subito preso conoscenza di un lato del suo carattere che non aveva ancora sperimentato e si è resa conto di possedere una grande emotività e sensibilità. Queste caratteristiche possono essere considerati due grandi pregi, tuttavia, alla nostra studentessa stava causando soltanto problemi.
Ma perché essere così sensibile alle emozioni dovrebbe causare problemi? Questa è la grande domanda che si è posta Daniela quando doveva scegliere di scrivere la sua tesi di laurea.
Nella società odierna si è soliti pensare che un manager debba essere una persona razionale, pratico e una persona che non si lascia influenzare dalle emozioni. Ma è davvero così? Assolutamente no, e le teorie sull’intelligenza e la leadership emotiva ne sono una prova.
E Daniela ha voluto scrivere la sua tesi di laurea sull’intelligenza emotiva proprio per mostrare alle persone questo nuovo approccio organizzativo e che non è necessario trasformarsi in un robot privo di emozioni se si vuole raggiungere posizioni di rilievo a livello lavorativo.
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Tesi sull’intelligenza emotiva: da idea a progetto di tesi
Scrivere una tesi di laurea sull’intelligenza emotiva, ma più in generale, scegliere di trattare un argomento così innovativo, è una decisione che viene sempre apprezzata dalla commissione di laurea, la quale privilegia gli argomenti innovativi e poco comuni.
Puntare sull’originalità è una scelta molto ammirata, ma allo stesso tempo, è anche molto complicata: per trattare un argomento così specifico è importante trovare un relatore competente che ti sappia guidare nel tuo percorso di tesi. E questa cosa non è affatto facile.
La paura più grande di Daniela, inizialmente, era proprio quella di non trovare nessun relatore che appoggiasse il suo progetto di ricerca, perché si tratta di un argomento poco sviluppato a livello nazionale e i dati che supportano questa teoria sono relativamente pochi e arrivano tutti da oltre oceano.
La nostra studentessa ammette di essere stata molto fortunata a trovare una relatrice, che ha conosciuto durante il corso di “Organizzazione Aziendale delle Imprese commerciali” e che insegna proprio “Intelligenza e Leadership Emotiva” all’interno di una business school e, quindi, non solo conosceva l’argomento, ma è stata anche in grado di seguire Daniela dandole consigli e suggerimenti per realizzare la sua tesi di laurea sull’intelligenza emotiva.
Grazie a questa professoressa, Daniela è riuscita ad individuare quali sono le metriche aziendali che potessero essere influenzate da questo tipo di approccio e declinare, così, un argomento prettamente psicologico all’interno dell’aerea economico-organizzativa.
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Tesi di laurea sull’intelligenza emotiva: com’è strutturata la tesi
La tesi di laurea sull’intelligenza emotiva di Daniela è suddivisa in tre capitoli, i primi due prettamente teorici, mentre il terzo contiene al suo interno un caso studio pratico.
Il primo capitolo si concentra sulla definizione di “intelligenza emotiva” e di “leadership emotiva”, racconta brevemente la storia e lo sviluppo di questi concetti. L’emotività ha influenzato da sempre alcuni tratti dell’agire umano, ma la prima edizione di intelligenze emotiva è piuttosto recente: risale agli anni ’20 grazie agli studi di Salovey e Mayer.
Lo sviluppo di questa materia, negli anni, ha portato a un cambiamento di prospettiva e, oggi, la definizione in uno è quella di Daniel Goleman, grande studioso e pioniere di questo argomento.
Dopodiché, Daniela ha voluto dare al lettore una panoramica psicologia, parlando di come nascono le emozioni e di come queste influenzano i comportamenti delle persone, introducendo il concetto di mirroring, ovvero come le proprie sensazioni possano influenzare le emozioni degli altri.
Auto percezione, empatia e abilità sociali, sono tutti argomenti che vengono trattati in seguito, quando Daniela approfondisce il concetto di “leadership emotiva” e come sfruttare questo aspetto nella propria vita lavorativa.
Le critiche verso il sistema scolastico e, più in generale, verso il sistema di valutazione della società odierna, non sono affatto poche: uno degli obiettivi della tesi sull’intelligenza emotiva di Daniela è proprio smontare la credenza, ormai radicata nella nostra società, che la persona possa essere semplicemente valutata con un numero e si vuole evidenziare il fatto che ci siano diverso modi per manifestare la propria conoscenza e che lo stato emotivo delle persone non deve essere sottovalutato quando si va a valutare la performance.
Il secondo capitolo della tesi sull’intelligenza emotiva di Daniela crea un collegamento tra l’aspetto psicologico del tema e la sua applicazione pratica a livello lavorativo, citando anche diversi modelli psicologici che possono essere utilizzati nella vita di tutti i giorni sul posto di lavoro.
Infatti, all’interno del capitolo troviamo diversi modelli organizzativi per valutare la situazione emotiva all’interno dell’azienda, con consigli pratici da seguire per ottimizzare il lavoro dei dipendenti e, allo stesso tempo, tenere il morale alto per diminuire al massimo fenomeni spiacevoli, come quello del turnover.
Nell’ultimo capitolo della sua tesi di laurea sull’intelligenza emotiva, Daniela è andata a intervistare due aziende che adottano la teoria dell’intelligenza emotiva all’interno della propria organizzazione e politica aziendale, così da mostrare “che aria si respira” in questo clima lavorativo.
Le due aziende in questione sono Six Seconds, un’azienda che si occupa di formazione nell’ambito dell’intelligenza emotiva e Thomas International, azienda di consulenza italiana che collabora con le aziende fornendo servizi per indagare tale materia all’interno delle aziende attraverso questionari psicologici.
Inoltre, per approfondire l’aspetto pratico della sua tesi di laurea, Daniela ha sottoposto un questionario a un campione di 60 lavoratori, diffuso attraverso i social network. Il questionario è stato suddiviso in 4 aree al fine di indagare la conoscenza della materia da parte di comuni lavoratori e quanto fosse importante implementarla in azienda e nella fase di recruiting. Grazie a queste due esperienze, ovvero le testimonianze provenienti dalle aziende e il questionario citato, la nostra studentessa ha cercato di capire come mai questa materia non sia particolarmente conosciuta o praticata in Italia.
E’ emerso che molti lavoratori sono convinti che le aziende italiane siano ancora troppo “vecchio stampo”, che valorizzano principalmente (se non esclusivamente) il profitto, anche a scapito del benessere del personale. Un’altra teoria è che le aziende non vogliano incentivare un metodo che può avere risultati solo nel lungo periodo, ma vogliono il miglior risultato possibile immediatamente.
E poi in Italia siamo stati cresciuti tenendo molto in considerazione la singola performance di ogni studente e pensando poco alle emozioni che prova, e questi studenti, una volta cresciuti, non sanno gestire ciò che provano. E poi, parlando di stereotipi radicati nella mentalità delle persone, le emozioni vengono considerate “donna” e il pregiudizio le associa alla fragilità, e quindi devono essere eliminate se si vuole raggiungere livelli alti nella propria vita lavorativa.
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Tesi di laurea sull’intelligenza emotiva: possibili sbocchi futuri
Daniela è fortemente convinta che la sua tesi di laurea sull’intelligenza emotiva avrà un futuro florido: anche se ci sono molti dubbi e alcuni manager sono ancora scettici riguardo al suo funzionamento, l’intelligenza e la leadership emotive sono sulla bocca di tutti.
Continuare a parlare dell’argomento aumenta la curiosità delle persone nei confronti dello stesso e molte più aziende saranno interessate a testare l’efficacia di questo approccio. Infatti, quando l’intelligenza emotiva viene applicata in modo concreto porta a notevoli risultati, non solo a livello di benessere interno, ma anche di profitto e potrebbe cambiare completamente la mentalità lavorativa delle persone.
Bisogna far capire alle aziende che i lavoratori sono persone umane, con le proprie emozioni e sensibilità, che non possono essere estirpate o “messe in pausa” durante le ore lavorative, e soprattutto, queste non devono essere considerate come un ostacolo, ma come un’ opportunità per essere più innovativi, creativi, competitivi e portare l’azienda a un livello successivo.
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Tesi di laurea sull’intelligenza emotiva: le maggiori difficoltà affrontate
Daniela descrive il percorso di scrittura della sua tesi di laurea sull’intelligenza emotiva come “un’esperienza bellissima”, proprio perché si era appassionata all’argomento e, di conseguenza, non lo considerava affatto un peso.
L’unica difficoltà che ammette di aver riscontrato riguarda proprio la ricerca dei materiali, proprio perché si tratta ancora di un argomento poco conosciuto: ci sono pochi manuali, anche se molto validi, e le fonti ricercate spesso non sono tradotte in lingua italiana.
Anche la parte pratica della sua tesi non è stata semplice da realizzare: molte aziende sono un po’ restie ad accettare interviste o ricerche svolte da studenti o e centri di ricerca esterni. Insomma, per farla breve, non amano avere studenti esterni che entrano in azienda e iniziano a fare domande sul funzionamento e l’organizzazione dell’azienda stessa. Molti studenti che hanno provato a svolgere questo tipo di inchieste non hanno ricevuto risposta o sono stati allontanati dalle pratiche burocratiche che avrebbero richiesto mesi e mesi per essere approvate.
Fortunatamente, Daniela è riuscita a trovare due aziende esperte nel settore, che sono state felici di accoglierla e sottoporre i propri lavoratori al questionario che Daniela aveva creato. Ma allo stesso tempo, ci sono state diverse aziende che hanno respinto la sua richiesta.
Tesi di laurea sull’intelligenza emotiva: i consigli di Daniela ai futuri tesisti
Alla fine del suo percorso, Daniela consiglia a tutti i futuri studenti che devono iniziare a scrivere la propria tesi di laurea, di trovare un argomento che gli appassioni perché una volta trovato un argomento che è importante e per cui vale la pena lottare, la fatica della tesi sparisce in un istante.
E soprattutto, è importante rendere la propria tesi personale: si può anche scegliere un argomento poco originale, trattato in milioni di ricerche precedenti, l’importante è dare un tocco di personalità alla propria tesi di laurea.
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