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Perché quando parliamo di sviluppo sostenibile non parliamo solo di ecologia?

Nello scorso articolo, la nostra blog ambassador Sara, aveva già affrontato un tema molto importante: quello del CSR (corporate social responsibility). Ci ha infatti raccontato della responsabilità sociale d’impresa e di come sia importante per il raggiungimento dello sviluppo sostenibile.

Questo perché, sostenibilità non è solo rispetto dell’ambiente, ma è tanto altro: dobbiamo infatti ricordarci che tutto ciò che ha a che fare con la vita umana e la nostra prosperità deve essere sostenibile.

Ci concentreremo soprattutto su due dei 17 punti dell’ONU:

  • Goal 8: con il quale si mira a “promuovere una crescita economica sostenuta, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti”.
sviluppo sostenibile ONU
  • Goal 12: promuove modelli di Produzione e Consumo Sostenibile (PCS) finalizzati alla riduzione dell’impronta ecologica dei sistemi socio-economici (consumo di risorse naturali rispetto alla capacità di rigenerazione), al contrasto della povertà, al miglioramento degli standard di vita e dello sviluppo economico;

La sostenibilità infatti riguarda anche le persone e c’è un modo in cui tu puoi davvero contribuire affinché tutte lavorino dignitosamente: si chiama consapevolezza.

Ma perché proprio consapevolezza? Perché tu puoi fare la differenza scegliendo di acquistare prodotti che abbiano davvero a cuore la salute e il benessere di tutti e puoi scegliere di non sostenere quelli che non rispettano i tuoi valori.

Il consumo sostenibile parte dal make-up che acquisti:

Con l’impellente e aumentato desiderio da parte delle persone di acquistare makeup, l’industria cosmetica ha risposto a tale richiesta con ombretti, ciprie, illuminanti sempre più ricchi di pigmenti e glitter. Ma ti sei mai chiesto da dove viene davvero il luccichio intenso di un ombretto metallizzato o di una cipria illuminante? Talvolta, non è minimante sostenibile la materia prima con la quale si ottengono tali prodotti finiti.

Si chiama mica: la mica è un minerale naturale comunemente usato nei cosmetici per aggiungere brillantezza al trucco. Può essere trovato in rossetti, ombretti, fondotinta, ciprie, smalti per unghie, creme solari, deodoranti, shampoo e altro ancora. Ma l’ingrediente scintillante apparentemente innocuo è stato collegato al lavoro e allo sfruttamento minorile in India, in particolare negli stati impoveriti del Jharkhand e del Bihar, dove sono stati segnalati bambini di cinque anni che lavorano in queste miniere di mica illegali: ciò è una conseguenza diretta delle condizioni di estrema povertà in cui vivono le famiglie.

Esse, per continuare a vivere, sono costrette a far lavorare i propri bambini ai limiti dell’insalubrità e del rischio: il tasso di scolarizzazione in queste regioni resta estremamente basso, così come lo è il reddito delle famiglie.

Sebbene la mica possa provenire da tutto il mondo e l’opzione realmente sostenibile sia produrre mica sintetica, il 25% della mica utilizzata oggi proviene da miniere illegali in India, dove il lavoro minorile è molto diffuso. Secondo l’UNICEF, circa 10.800 bambini lavorano in queste miniere e un bambino su quattro di età compresa tra i cinque e i diciassette anni lavora in un ambiente dannoso per il loro benessere. Si stima che muoiano ogni mese dai 20 ai 30 bambini per problemi respiratori dovuti alla continua esposizione alle polveri delle miniere, per infezioni dovute a ferite o per il crollo delle stesse miniere. Si tratta quindi di qualcosa di assolutamente intollerabile.

Cosa puoi fare tu in questo caso: informarti! Informarti sulla natura, la tracciabilità e la sostenibilità delle materie prime con cui vengono prodotti i cosmetici e affidarti a marchi che abbiano a cuore il tema. Per fortuna, sono sempre più le aziende cosmetiche (tra cui L’Oreal, The body Shop, Clarins e tante altre) che utilizzano mica sintetica o che hanno aderito ad un programma di produzione responsabile e sostenibile di mica chiamato “Responsible Mica Initiative”. La Responsible Mica Initiative è impegnata a operare dando vita a programmi orientati alla partnership con aziende per consentire una catena di fornitura di mica responsabile e sostenibile in India affinché essa sia libera dal lavoro minorile entro il 2022.

Se vuoi saperne di più ti invito a consultare il link che ho allegato al video.

Responsible Mica Initiative for a responsible mica (responsible-mica-initiative.com)

E in Italia?

A volte pensiamo che una così grave violazione dei diritti umani sia un problema che riguarda solo ed esclusivamente i paesi estremamente poveri. Non dobbiamo farci ingannare: lo sfruttamento di minori è un problema globale. In Italia sono migliaia i bambini sfruttati, solo 2000 sono quelli presi in carico (grazie alle denunce) dal sistema anti tratta nell’ultimo anno grazie al progetto Vie di uscita di Save the Children.

In Italia i minori vengono sfruttati principalmente nell’agricoltura, nell’industria dell’imitazione, ovvero per la fabbricazione di falsi prodotti griffati, e in organizzazioni di malavita: nell’ultimo anno i dati sono in peggioramento soprattutto nel Sud Italia, dove la necessità della didattica da remoto ha aumentato la percentuale degli abbandoni scolastici e il coinvolgimento di giovani nelle associazioni a delinquere e nello sfruttamento minorile.

Come riconoscere i prodotti sostenibili, che non si macchiano di tale reato?

Come detto prima, è essenziale fare lo sforzo di informarci su ciò che accade in Paesi lontani, diffondere quanto abbiamo appreso e avere l’accortezza di non acquistare prodotti realizzati per mezzo dello sfruttamento minorile: un prodotti sostenibile in tale senso si può riconoscere ptramite appositi marchi tra cui, “no children labour” e “care and fair”, o anche “fair trade”. Si può anche sostenere economicamente una Ong (organizzazioni non governative) indipendenti dai governi e dalle loro politiche e, generalmente, non aventi fini di lucro. 

fair trade marks

Marchio Coop: un esempio di azienda italiana sostenibile.

La Coop, nota catena di supermercati in Italia si impegna a verificare che tutti i fornitori dei prodotti Coop si impegnano a rispettare il “Progetto Etico di Coop Italia”, che ha come riferimento principale lo standard SA8000. Il progetto prevede il divieto di sfruttamento del lavoro minorile, la sicurezza e la salubrità dell’ambiente di lavoro, combattendo le discriminazioni di qualsiasi tipo come altri temi correlati.

Questi sono i 6 goals ONU che la società si impegna di rispettare:

https://www.coopalleanza3-0.it/cooperativa/sostenibilita/produzione-consumo-sostenibili.html

Il messaggio che Thesis 4u vuole quindi inviare è che tutti siamo chiamati a domandarci se ciò che compriamo o ciò che facciamo sia sostenibile, fare delle scelte e prendere delle decisioni: esse possono avere un impatto potente sull’ambiente che ci circonda. Attraverso esse, l’umanità può beneficiarne affinché si costruisca un mondo dove la sostenibilità sia sempre soddisfatta.

Lo sviluppo sostenibile quindi non si promuove solo attraverso l’attenzione all’ecosistema naturale, ma è anche far sì che il mondo diventi un posto dove tutte le persone possano vivere in dignità e in salute: l’inchiesta sul makeup e sull’uso non etico di mica è solo uno dei tantissimi problemi ancora irrisolti del nostro presente.

Conosci dei brand che hanno a cuore lo stato dei propri lavoratori? Quali sono i piccoli gesti quotidiani che pensi possano rendere davvero sostenibile il nostro ambiente? Diccelo sui nostri canali social!

Author: Laura, Blog Ambassador.

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