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Ti sei mai chiesto cosa si nasconde dietro alcune delle usanze universitarie? Te le spieghiamo noi di Thesis 4u, con le curiosità universitarie più interessanti.

Ciao a tutte e tutti e bentornate/i in questo nuovo articolo del Blog di Thesis 4u, la startup innovativa che mette in collegamento gli studenti e le studentesse con le aziende, grazie alle tesi di laurea in azienda.

Nel mondo universitario esistono alcune regole, usanze e superstizioni che tutti i giovani studenti scoprono prima o dopo nel loro percorso.

Oggi vogliamo svelarvene alcune, spiegandovi anche come sono nate e come si sono affermate nel tempo. Partiamo subito con le curiosità universitarie!

Prima di partire con le curiosità universitarie, passa su Youtube e scopri GenT, il podcast ufficiale di Thesis 4u! Ogni mercoledì un nuovo episodio con un nuovo ospite!

Curiosità universitarie: la corona di alloro

La corona d’alloro, di tutte le curiosità universitarie, è quella che ha la storia più antica, oltre che probabilmente la più nota.

La corona d’alloro, o laurea insignis, era già simbolo di sapienza e prestigio nel mondo greco-romano. La testa di grandi atleti (pensiamo ai vincitori dei giochi Delfici), o quella di illustri poeti veniva cinta con questa decorazione per rappresentare la loro importanza.

E queste figure erano appunto chiamate “laureati”, in quanto alloro deriva proprio dal latino laurus. Viene spontaneo il collegamento dunque tra la laurea e l’alloro.

Ma perché proprio l’alloro? Secondo molti l’alloro ha assunto tale simbologia per via della carattersitica di pianta sempreverde. È dunque una pianta che rappresenta l’eterno, la gloria e anche la sapienza.

Infatti nella storia, come già accennavamo prima, non solo i laureati hanno ricevuto la corona d’alloro come riconoscimento. Pensiamo agli imperatori romani, a cui veniva posta la corona d’alloro. Avrete sicuramente in mente le rappresentazioni di Giulio Cesare con in testa tale ornamento, per celebrare la sua gloria presso l’impero.

Ma pensiamo anche al celeberrimo profilo di Dante Alighieri, uno dei poeti più noti del Medioevo e autore della Divina Commedia. Oltre al “nasone” riconoscibilissimo del poeta, sulla sua testa troviamo proprio una corona d’alloro, in questo caso a simboleggiare la conoscenza.

Tornando al presente e pensando alle cerimonie di laurea odierne, la corona d’alloro dei laureati è decorata da un nastro, solitamente di colore rosso. Tale colore rimanderebbe al colore delle toghe delle figure prestigiose del mondo romano. Anche se, molto spesso, è consentito anche scegliere un colore personalizzato per il nastro.

Dopo la laurea poi, tale corona, viene spesso conservata, fatta essiccare, e viene trasformata in decorazione. Ad esempio vi è chi la appena al muro, o la espone su qualche mensola.

Esiste poi qualche altra usanza legata alla corona d’alloro durante le proclamazioni di laurea: spesso, se un amico o un’amica laureando/a assiste durante la proclamazione, il laureato deve strappare una foglia di alloro dalla propria corona e porgerla. La foglia serve come segno di buon auspicio affinché chi riceve la foglia si laurei il più presto possibile.

Questa usanza varia da ateneo ad ateneo: ad esempio in alcuni è obbligatorio che sia il laureato a staccare la foglia, in altri casi è possibile che sia l’amico laureando a staccarla per sé. Altre volte ancora il laureato morde la foglia, marcandola indelebilmente.

Vi sono anche diverse usanze su chi porge la corona sulla testa del laureato. In molti casi è colui che compra la corona, regalandola al laureato (che tendenzialmente è un genitore o un parente stretto), a porgerla poi sulla testa del neo-dottore.

Curiosità universitarie: la corona d'alloro

Scopriamo ora un’altra delle curiosità universitarie!

Prima di andare avanti con altre curiosità universitarie, ricordati che noi di Thesis 4u mettiamo in contatto studenti e aziende per realizzare la tesi in azienda. Dai un’occhiata qui, alcune sono anche retribuite!

Curiosità universitarie: i voti all’università

Un’altra delle curiosità universitarie riguarda i voti che si prendono all’università.

Ti sei ma chiesto perché all’uni non si prende 30 agli esami e non 10, come nel resto del percorso scolastico. E ancora perché ci si laurea con 110 invece che con 100?

La motivazione sembrerebbe risiedere nel fatto che originariamente le commissioni di esame e di laurea erano composte rispettivamente da 3 e da 11 membri, ciascuno dei quali poteva assegnare un voto da 1 a 10. Di qui, sommando i voti massimi possibile di ogni membro, si ottengono le valutazioni di 30 e 110.

Questa norma venne inserita per la prima volta nel 1938, con il Decreto Regio di quell’anno. Ma tale decreto cadde negli anni ’70, e di conseguenza anche i membri delle commissioni smisero di essere 3 e 10 (già abbiamo ansia con uno, figuriamoci con 3).

Tuttavia, le valutazioni sono rimaste le stesse, ed ecco perché ancora oggi prendiamo 30 agli esami e 110 alla laurea (o almeno, vorremmo prendere 😁).

curiosità universitarie

A proposito di voti ed esami, dai un’occhiata a quest’articolo se stai affrontando un periodo di blocco universitario. Nell’articolo trovi anche le parole di una psicologa che possono essere di grande aiuto.

Curiosità universitarie: i riti scaramantici

Tra le curiosità universitarie che vogliamo raccontarvi oggi, vi sono anche i riti scaramantici. Sono numerosissimi, e variano ovviamente da ateneo ad ateneo. Scopriamone qualcuno.

Partiamo ad esempio dal salto della siepe. È un rito tipico di alcune università milanesi, come la Cattolica o la Statale. Questo rito prevede che il neolaureato faccia una “staffetta” saltando oltre le siepi del cortile della sede universitaria.

Questo rito permetterebbe finalmente di passare sui prati del cortile, in quanto farlo durante gli anni universitari sarebbe presagio di sventura.

C’è un’altra curiosità legata al cortile Filarete della Statale di Milano. Quando gli studenti stanno per affrontare un esame, non devono assolutamente incrociare gli occhi con la statua raffigurante la dea Minerva, situata al centro del cortile, pena un esame disastroso 😭.

La dea Minerva è presente nelle sedi di vari atenei italiani, in quanto è la dea, tra le altre cose, della saggezza e delle arti (come ingegneria, architettura, matematica), e a quanto pare anche quella presente alla Sapienza di Roma.

Altre leggende legate alle statue sono presenti in altre città, come a Firenze e a Napoli. Nel capoluogo toscano non si può guardare la statua di Fra Savonarola, mentre a Napoli porta sfortuna la statua del Cristo Velato.

Due leggende molto simili riguardano invece le università Bocconi e Cattolica. Nella prima è un peccato capitale passare tra le statue dei due leoni, all’ingresso di via Sarfatti. Mentre nella sede Gemelli dell’università Cattolica è fortemente sconsigliato passare in mezzo alle colonne del cortile.

Sempre nella sede Gemelli della Cattolica di Milano vi è un posto dedicato solo alle donne: il Giardino Delle Vergini. E’ un giardino pieno di alberi e panchine sulle quali ci si può rilassare al sole. È assolutamente vietato l’ingresso agli uomini, tanto che vi sono dei guardiani che ne impediscono l’ingresso. È stato inaugurato nel 1928 ed è ancora oggi visitabile, appunto solo dalle ragazze.

A quanto pare però, non solo nelle sedi universitarie vi sono dei tranelli, ma anche in luoghi e d’interesse delle città!

Un filo conduttore tra le varie parti d’Italia sarebbero le torri. La Torre degli Asinelli a Bologna, la Torre del Mangia a Siena e la torre pendente di Pisa sono alcune di queste. La leggenda riguardante la Torre di Pisa è incredibile:

A quanto pare, se si sale sulla Torre si ritarda di qualche anno la laurea. Ma di quanti anni esattamente? Si dice che si tarda di un anno per ogni giro fatto intorno alla Torre mentre la si sale. Insomma, c’è il rischio di finire fuori corso 😳.

La lista di luoghi da evitare è molto lunga però, e comprende di solito luoghi molto visitati da turisti come le varie cattedrali, chiese ecc.

Ad esempio sono da evitare  duomo di Milano, quello di Trento e quello di Firenze e poi, ancora, la cappella degli Scrovegni a Padova, il battistero di San Giovanni a Parma, la casa natale di D’Annunzio a Pescara, il castello estense a Ferrara, la Chiesa di Santa Maria della Spina a Pisa.

Addirittura tali leggende avrebbero portato Vittorio Sgarbi nel 2015, al tempo assessore alla Rivoluzione, alla Cultura e all’Agricoltura di Urbino a emanare un proclama, in quanto le leggende iettatorie sui luoghi di Urbino portavano gli studenti a non visitare la Casa di Raffaello, il Museo Albani e Palazzo Ducale. Di seguito il proclama per esteso, che ha dell’incredibile:

Nessuno studente, di qualunque corso di laurea e di qualunque anno, potrà sostenere gli esami senza presentare, unitamente al libretto, il biglietto d’ingresso, con timbro e data, di Palazzo Ducale e della Casa di Raffaello. L’accesso ai musei dovrà essere certificato. Il docente constaterà, a ogni esame, la visita avvenuta e si riserverà eventuali domande sulle opere esposte all’interno dei musei. Agli studenti potrà essere altresì rilasciata, per concessione dell’amministrazione comunale, una carta di accesso alle mostre a condizioni agevolate. La leggenda che ha reso incomunicanti la Città universitaria e i musei di Urbino non può essere ulteriormente tollerata. Essa appare, infatti, in contrasto con la conoscenza, con il sapere, con la scienza.

Molteplici anche i luoghi da non calpestare: il mosaico della Lupa in piazza Sant’Oronzo a Lecce, i ciottoli del cortile di Villa Cerami nel dipartimento di Giurisprudenza a Catania, la stella sul pavimento del cortile interno di Tor Vergata a Roma.

Ancora, il rombo bianco al centro del chiostro di Giurisprudenza a Genova; mentre a Venezia è presente un mattone rosso che non va assolutamente toccato. Al campus Bovisa di Milano c’è un aereo a cui i futuri ingegneri non devono avvicinarsi; a Bologna invece la sfortuna tocca anche a chi legge per intero la scritta all’entrata del Politecnico.

Curiosità universitarie: i riti scaramantici

Le curiosità universitarie non finiscono qui. A quanto pare infatti, ci sarebbero anche dei portafortuna per gli studenti.  A Venezia porta fortuna toccare le ancorette di fronte alla chiesa di San Canciano, a Torino calpestare gli attributi del toro di piazza san Carlo o strofinare il dito del bassorilievo di Cristoforo Colombo in piazza Castello.

A Pisa, esiste un modo per annullare la sfortuna per chi è salito sulla torre pendente: il metodo consiste nell’accarezzare la lucertola a due code che si trova nel bassorilievo in bronzo del portone della Cattedrale, un rituale che porterebbe bene anche a chi deve affrontare anche la maturità.

La fortuna sarebbe propiziata anche toccando il “gobbino” che si trova sulla fontanella di piazza dei Cavalieri; a Padova invece la buona sorte toccherebbe chiunque fosse in grado di trovare la “bilancia” nascosta di Piazza dei Signori.

Abbiamo visto dunque che le curiosità universitarie sono di vario tipo, da quelle legate alle usanze delle università, alle curiosità universitarie legate ai riti scaramantici.

Queste erano secondo noi le curiosità universitarie più interessanti e divertenti. Se ne conosci altre, diccele sui nostri canali social, o torna al blog ed esplora altri articoli!