Sei alla ricerca di spunti per una tesi sullo sport ma non studi in una facoltà sportiva?
Lo sport è la tua passione ma nel tuo piano di studi non comprende un insegnamento che possa essere legato alle discipline sportive? Non preoccuparti, ecco alcuni spunti tesi sullo sport anche se non ti stai laureando in Scienze Motorie.
La tesi di laurea è l’apice della carriera di ciascuno studente, un elaborato che mette alla prova conoscenze e competenze acquisite nel percorso di studi.
Ma un’opportunità del genere può trasformarsi in un vero e proprio incubo se ci si ritrova a scrivere pagine e pagine su un argomento della quale non ci interessa nulla.
È per questo che quando si pensa all’argomento della tesi bisogna utilizzare ingegno e creatività per collegare il proprio ambito di studio a ciò che ci appassiona.
Se il tuo interesse è orientato proprio verso questo argomento abbiamo pensato di offrirti una serie di spunti tesi sullo sport applicato a diverse discipline. Per cui non importa in cosa ti stai laureando, se in una facoltà umanistica, economica, sociale, linguistica… qui ce n’è per tutti i gusti!
1. Spunti tesi sullo sport in marketing, pubblicità e comunicazione: pubblicità e sponsorizzazioni nello sport, il caso Kinder+ sport
Il marketing è un particolare ramo dell’economia. Attraverso un insieme di strategie e analisi mirate cerca di studiare e capire bisogni e desideri del consumatore, in modo tale da creare prodotti che possano soddisfarli.
Lo scopo delle aziende è quello di vendere il più possibile e massimizzare il profitto. Ma come può un’azienda vendere, o anche solo creare un prodotto, se non conosce i gusti delle persone che lo andranno a comprare? È proprio a domande come queste che l’ufficio Marketing tenta di rispondere.
Un altro aspetto importante di questa disciplina è la comunicazione tra produttore e fruitore. Per comprare un prodotto il consumatore deve innanzitutto venire a conoscenza della sua esistenza.
Pubblicità e promozioni sono le tecniche più utilizzate dalle aziende per presentare i propri prodotti al pubblico. Una sinfonia di immagini, suoni e slogan per rendere appetibili e interessanti i loro articoli.
I canali di diffusione sono tra i più vari: internet, social network, televisione, radio… ed eventi sportivi.
Il successo di un brand è fortemente legato ai valori evocativi ed emozionali che esso riesce a trasmettere. Se si applica tale concetto allo sport, che è spesso considerato a livello mondiale come il più grande catalizzatore di emozioni, animi e sentimenti, è facile comprendere che il settore sportivo assume un potenziale straordinario in ambito pubblicitario.
Inoltre il tifoso rappresenta un tipo di consumatore molto particolare: è una persona completamente coinvolta in tutto ciò che riguarda la sua squadra del cuore o il suo atleta preferito. Infatti, ogni atleta professionista dovrebbe sempre ricordare che nel momento in cui scende in campo, egli non è più solo una persona, ma è rappresentante di migliaia e migliaia di persone che credono e si identificano in lui.
Il tifoso non solo festeggia le sue vittorie e si emoziona davanti ai suoi successi, ma gli rimane fedele anche nelle sconfitte. Ed è proprio questo rapporto di fiducia quasi cieca che le aziende cercano di sfruttare, trasformando l’atleta nel proprio testimonial.
Ma che cos’è un testimonial? Il Testimonial è un personaggio celebre, che si fa garante della credibilità di un prodotto o di un brand, associando la propria immagine a questi ultimi e con il fine di incrementare la loro popolarità e affidabilità.
Essi incarnano eroi positivi, ma allo stesso tempo sono visti e percepiti come persone vere e autentiche, legate ai sani principi e valori dello sport.
La scelta di un atleta come volto della propria campagna pubblicitaria è un’importante scelta strategica, tanto complessa quanto efficace, e proprio questo la rende un perfetto spunto per scrivere una tesi sullo sport.
Ma vediamo qualche caso pratico: l’azienda italiana Ferrero, conosciuta in tutto il mondo per i propri prodotti dolciari, ha deciso di istituire sin dai primi anni 2000 la campagna pubblicitaria “Kinder + Sport”.
La serie di pubblicità mandate in onda fra il 2006 e il 2010 ritraeva grandi atleti italiani come Fiona May, Alex Schwarzer, Andrew Howe e Valentina Vezzali in scene di vita quotidiana mentre si godevano uno dei prodotti della gamma Kinder. Campioni dello sport che si comportavano esattamente allo stesso modo dello spettatore che li stava guardando attraverso uno schermo, come persone normali, sane e felici.
Così facendo Ferrero mirava a promuovere la passione per lo sport e l’importanza di una corretta alimentazione tra i più giovani, associando questi principi ai propri prodotti.
Ma il caso Kinder non è un caso isolato: Ronaldo per l’università “Ecampus”, Federica Pellegrini per “Head and Shoulders”, le Farfalle per “Fastweb”… sono solo alcuni esempi di collaborazioni fra brand e atleti che potrebbero essere ottimi spunti per tesi sullo sport.
2. Spunti tesi sullo sport in mediazione linguistica e culturale: i Washington Redskins sono costretti a cambiare nome, si può veramente parlare di appropriazione culturale?
I Washington Commanders sono una nota squadra di football americano che partecipa al maggiore campionato statunitense, la National Football League (NFL).
La squadra nasce nel 1937, ma allora il mondo non li conosceva come “Washington Commanders” bensì “Washington Redskins”. I pellerossa, nome con la quale si identificavano le tribù indigene dell’America settentrionale.
La squadra di football mantenne il suo storico nome fino al 2020, quando entrarono nel mirino delle proteste contro il razzismo portate avanti dal movimento “Black Lives Matter”. Una petizione ha definito lo storico nome del team di Washington “un esempio di appropriazione culturale” e questi furono costretti a cambiare franchigia.
Indagare su questo caso potrebbe essere uno sei migliori spunti tesi sullo sport, ma innanzitutto bisogna chiarire cos’è esattamente il concetto di appropriazione culturale. La varietà e l’ampiezza che caratterizzano questo termine rende molto difficile definito con chiarezza.
Tuttavia può essere spiegato come l’adozione o l’utilizzo in maniera inappropriata o superficiale, da parte di una cultura “dominante”, delle tradizioni, gli usi e i costumi che appartengono a un’altra cultura.
Il termine “cultura dominante” indica un tipo di cultura considerata più accettata dalla società moderna, più visibile a livello mediatico. In poche parole, si tratta del modello culturale più “noto” e “comune”: quello occidentale.
Da tempo alcune associazioni di nativi americani avevano richiesto alla squadra di football di ritirare nome e il logo perché considerati offensivi nei confronti dei loro antenati e della loro storia.
“We are not your mascots”, “Non siamo le vostre mascotte”. È questo il grido di aiuto che ha spinto i maggiori sponsor del team, FedEx e Pepsi, a imporre alla società un cambio di franchigia.
Questa si era difesa spiegando che il nome “Redskins” non voleva essere in alcun modo un insulto ma piuttosto un omaggio al coraggio e all’onore di questo popolo. Opinione condivisa da alcune tribù indigene, convinte che queste “mascotte” fossero il modo migliore per rendere vivo il ricordo della loro comunità, che si sta disperdendo pian piano.
Quindi, il caso dei Washington Redskins può essere considerato veramente appropriazione culturale? Non è una questione semplice, ma è sicuramente un ottimo esempio di spunti tesi sullo sport.
3. Spunti tesi sullo sport in psicologia e scienze della formazione primaria: il ruolo dei genitori nello sport
Essere genitori non è un lavoro facile, soprattutto quando i propri figli sono ancora “cuccioli”. In questa fase della vita più che mai è importante che i bambini percepiscano il supporto dei propri genitori, i quali hanno il compito di accompagnarli nelle tappe fondamentali del loro percorso.
È importante che il bambino impari ad essere responsabile e cavarsela da sé, ma allo stesso tempo non deve sentirsi solo durante questo apprendimento: deve percorrere la sua strada guardando avanti verso tutte le possibilità che il mondo ha da offrirgli, ma deve avere anche la sicurezza di potersi voltare indietro e vedere i propri familiari, pronti ad aiutarlo in caso di bisogno.
E questo vale anche, forse soprattutto, nello sport. Il ruolo dei genitori è estremamente importante per la crescita sportiva del proprio figlio.
Diversi studi empirici dimostrano che se il genitore si mostra interessato e coinvolto nello sport e nelle passioni del figlio aumentano le probabilità che egli sperimenti un’esperienza sportiva serena e formativa.
Interesse, partecipazione e supporto sono aspetti fondamentali, che però devono essere dosati con cura. Se il coinvolgimento si trasforma in una presenza troppo protettiva o invadente o sei il sostegno si converte in pressioni stressanti questo potrebbe generare un senso di malessere che porterebbe l’atleta a vivere la performance con ansia, alimentando la paura del fallimento e portandolo nel peggiore dei casi all’abbandono sportivo.
Si tratta di due tipi di comportamento genitoriale che ci sembrano collocati ai poli opposti, ma in realtà il confine che li divide è molto sottile e può essere oltrepassato in qualsiasi momento.
L’esperienza del campione di tennis Andre Agassi può costituire un ottima risorsa per scrivere una tesi sullo sport in ambito psicologico o educativo. Andre ha avvertito la necessità di divulgare il rapporto controverso che aveva con il padre proprio per evitare che altri bambini, come lo era lui, subissero una pressione simile.
Dover vincere ad ogni costo e la paura di non essere all’altezza, continui rimproveri e pressioni esasperanti, si legge questo e altro nella sua autobiografia “Open”, la testimonianza di come un genitore possa distruggere la passione del figlio fino al punto di fargli odiare lo sport che ama.
Ma in cosa ha sbagliato il padre di Agassi?
Per cominciare egli, ex pugile, voleva a tutti costi che almeno uno dei suoi figli diventasse un campione come lui. Non gli interessava quale figlio, che sport facesse o se effettivamente lo sport che stavano praticando gli piacesse… l’importante era vincere. Proiettare i propri sogni sui figli e pretendere che essi li condividano; colpevolizzarli per i loro errori anziché consolarli; non dare il giusto peso a vittorie e sconfitte; concentrarsi sul fallimento piuttosto che sul percorso di crescita…
Sono solo alcuni dei comportamenti e delle reazioni che un genitore potrebbe avere ma che sono assolutamente da evitare.
“Era un padre severo, certamente, però così facendo ha trasformato il figlio in un campione”. Ma a quale prezzo? Qual è il prezzo della vittoria… suona bene come titolo per una tesi sullo sport non credete?
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4. Spunti tesi sullo sport in giurisprudenza: scandalo abusi nella ginnastica ritmica, la denuncia delle ex farfalle
“Volevo fare ginnastica, non volevo soffrire e basta”, sono cominciate con queste parole le denuncia da parte di Nina Corradini e Anna Basta, ex-atlete della squadra nazionale di ginnastica ritmica.
Si tratta di un caso molto delicato ma ricco di informazioni che possono costituire la base per una tesi sullo sport in ambito giuridico.
Il 9 novembre 2022 le due Farfalle sono state ascoltate dalla procura federale per raccontare la loro storia, una storia fatta di maltrattamenti e abusi piscologici, di insulti e umiliazioni pubbliche riguardanti il loro peso e il loro corpo. Raccontano di come venissero pesate ogni mattina, e se il peso non rientrava negli standard richiesti venivano mortificate davanti a tutti. Questo le spingeva a non fare colazione, a mangiare sempre meno e all’uso a sproposito di lassativi. In poche parole episodi come questo le hanno fatte ammalare di disturbi del comportamento alimentare, un tarlo che se ti entra in testa può portare alla morte.
Le accuse gravissime sono rivolte all’allenatrice plurimedagliata Emanuela Maccarani e allo staff tecnico dell’Accademia di Desio, da sempre casa delle Farfalle. “Vedere scritte quelle cose sui giornali mi fa male” si difende così la Maccarani, chiudendo se stessa e il suo team in un lungo silenzio stampa che durerà fino alla fine delle indagini che la procura federale ha indetto.
Ma così come Nina e Anna centinaia di altre ragazze hanno deciso di uscire allo scoperto e raccontare dei maltrattamenti psicologici di cui sono state vittime silenziose per tutti questi anni.
Si parla ancora di “presunti abusi” ma ila Federginnastica si è già mobilitata al fianco delle ragazze, offrendo tutto il supporto necessario.
“La salute delle persone è imprescindibile, è al centro di tutto il progetto sportivo” scrive in una lettera Gherardo Tecchi, presidente della Federazione, che si è già mobilitato per istituire il Safeguarding office, un centro nato per fornire ascolto psicologico e assistenza legale alle atlete. Inoltre ha dichiarato di voler istituire un corso di formazione professionale obbligatorio per tecnici e allenatori, in modo da perfezionare le modalità di allenamento.
Perché se dovessero essere confermati gli abusi, non si potrebbe più parlare di “diversi metodi educativi” o “rigida disciplina”, ma sarebbero veri e propri reati.
Attualmente sono aperti due procedimenti penali, uno a Brescia e uno a Monza (maltrattamenti, art. 572 c.p) della quale non si conoscono ancora i risultati. È un caso ancora in via di sviluppo su cui si sta ancora indagando, eppure la gravità della situazione e la visibilità mediatica di cui gode stanno mobilitando moltissime persone che chiedono giustizia. E forse è proprio per questo che rappresenta uno dei migliori spunti per una tesi sullo sport.
Questi sono solo alcuni delle mille possibili spunti tesi sullo sport nella quale poter parlare del mondo dello sport. Speriamo che ti siano stati utili o almeno, che tu li abbia trovati curiosi e interessanti.