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Come si svolge la vita di un ricercatore all’interno di un laboratorio di ricerca italiano? Come si diventa ricercatore scientifico e in cosa consiste il suo lavoro? Samuele Negro ha cercato di spiegarcelo in quest’intervista.

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Tutti, ma soprattutto chi opera in facoltà scientifiche, hanno sentito parlare di “dottorato di ricerca” o stanno considerando di intraprendere la “vita di un ricercatore”.

Qualcuno ha avuto l’occasione di sperimentarla e osservare un laboratorio di ricerca dall’interno, ma la maggior parte non ha la più pallida idea di come sia fatto un laboratorio.

Ci si immagina una stanza piena di vetrini, provette, e strumenti strani, popolata da uno scienziato con il camice, gli occhiali protettivi e i capelli per aria (in poche parole l’immagine stereotipata di uno scienziato pazzo).

Samuscientist: vita di un ricercatore in Italia

E lo ammetto, era così anche per me. Finché non ho conosciuto Samuscientist.

Samuele Negro, biologo e neuroscienziato, ha conseguito una laurea triennale in in Biologia Molecolare, per poi proseguire il suo percorso magistrale in Biologia Sanitaria.

Ha poi conseguito un dottorato di ricerca in Neurobiologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e attualmente è ricercatore presso la Clinica Neurologica di Azienda Ospedale-Università Padova.

Da qualche hanno Samuele ha deciso di aprire un profilo social su Instagram, “Samuscientist, in cui mostra alcuni spezzoni di vita di un ricercatore all’interno di un laboratorio italiano.

Tra imprevisti, consigli e momenti di divertimento, ci fa vedere la vita di un ricercatore in Italia. L’impegno e la passione che ripone nel suo lavoro, ma anche i problemi quotidiani che si devono affrontare in un laboratorio e le sfide di ogni giorno.

In quest’intervista abbiamo cercato di conoscerlo un po’ meglio, sapere qualcosa di più del suo lavoro e sulla vita di un ricercatore, chiedergli qualche consiglio per noi studenti universitari, che stiamo ponendo le basi per la nostra carriera lavorativa. E chissà, magari scoprire che il nostro futuro è proprio in un laboratorio di ricerca.

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Vita di un ricercatore: com’è nata Samuscientist?

Il profilo social Samuscientist è nato nel 2017, grazie al suggerimento di un amico. Samuele aveva appena aperto Instagram e voleva aprire un blog che documentasse una delle sue passioni: i viaggi.

Il suo feed ha iniziato a riempirsi di paesaggi, monumenti, cibo tipico… “foto bruttissime che piacevano a me, forse alla mia compagna e un paio di amici”, ci confessa Samuele.

La pagina non stava avendo il successo sperato, finché una sera, durante una cena, un suo amico gli ha suggerito di documentare la vita di un ricercatore e la sua giornata in laboratorio: i suoi esperimenti e la sua attività di ricerca, che attiravano l’attenzione di tutti i suoi amici, anche i “non scienziati”, che non sapevano come funzionasse un laboratorio di ricerca, ma ne erano ugualmente incuriositi.

E fu così che nacque l’idea di Samuscientist!

La prima foto pubblicata ritraeva un piccolo errore di Samuele, che poi sarebbe diventata normale amministrazione ai congressi scientifici: Ormai sono conosciuto per essere quello che porta i poster del formato sbagliato: se bisogna portarlo in orizzontale, mi presento con un poster verticale; se occorre presentare un poster piccolo, ne porterò sicuramente uno enorme…”

E difatti a quel convegno era necessario portare un poster orizzontale, mentre lui ne aveva preparto uno verticale, e per giunta lunghissimo. Il suo capo dell’epoca gli aveva scattato una foto, uno scherzo che avrebbe fatto sicuramente ridere i suoi compagni di laboratorio.

Questa scena non ha fatto ridere soltanto i suoi colleghi, ma centinaia di persone che, da quel momento, iniziarono a seguire “Samuscientist”.

Il suo pubblico ha iniziato ad aumentare a dismisura, soprattutto all’estero, fino al 2018, in cui ha svolto un periodo a Londra presso l'”University College of London”.

Ma questo periodo di stallo è durato poco: nel 2020, grazie all’avvento dei reels la pagina è esplosa!

Vita di un ricercatore: qual è la daily routine di Samuscientist?

La giornata tipo di Samuscientist inizia tra le 6.40 e le 7.40, dipendentemente dalla giornata in laboratorio che lo aspetta e, soprattutto, dagli orari dei treni.

Perché Samuele vive la vita di un ricercatore pendolare: lavora a Padova ma abita in un paese tra Verona e Vicenza e per raggiungere il laboratorio deve viaggiare in treno per circa mezz’ora.

Tra le 8.30 e le 9.30 arriva in laboratorio e inizia la sua giornata lavorativa.

A malincuore ci confessa che non svolge più molti esperimenti, perché più si sale di grado accademico, più tempo si passa al computer, tra riunioni e report. Mentre gli esperimenti cominciano ad essere un miraggio.

La giornata tipo della vita di Samuele termina solitamente tra le 5.40 e le 6.40. “Sono sempre stato bravo a organizzarmi e gestire bene i tempi”, proprio perché è sempre stato un pendolare e sapeva che avrebbe dovuto affrontare un viaggio in treno Samuele ha imparato presto ad essere preciso con gli orari. Tanto al lavoro quanto a casa.

Dopo 10/12 ore fuori casa è importante staccare dal lavoro. Ovviamente ci sono delle occasioni, quando ci sono scadenze stringenti ad esempio, in cui lavora nel weekend, ma sono comunque poche e lo si fa volentieri. Quelle ore extra non vengono avvertite come un peso, ma come una necessità per il proprio futuro.

Alla sera però no, Samuscientist non è un animale notturno. Ci racconta che sin dai tempi delle superiori non è mai riuscito a studiare la sera, ma preferisce staccare il cervello e dedicarsi a un attività leggera, come ad esempio guardare un film o una serie tv.

samuscientist: vita di un ricercatore in Italia

Vita di un ricercatore: qual è l’episodio più divertente che sia mai capitato a Samuscientist al lavoro?

Anche in questo caso, l’episodio più divertente ha a che fare con i poster, agli albori della vita di un ricercatore di Samuele.

Quando era ancora un dottorando, Samuele aveva vinto un corso abbastanza prestigioso della EMBO, l’Organizzazione Europea di Biologia Molecolare, che gli ha permesso di partecipare a un congresso di una settimana a Londra.

Per partecipare bisognava portare un poster e seguendo il principio “meglio abbondare”, Samuele aveva preparato un poster enorme.

Quando è arrivato a Londra si è reso conto che nessuno aveva un poster come il suo, nessun tubo grande in mano, ma inizialmente non aveva dato molto peso alla cosa.

Finché il presidente che teneva il corso non ha chiesto a tutti di mostrargli il proprio poster. Fu in quel momento che Samuscientist si accorse dell’errore.

Le istruzioni dicevano chiaramente che era necessario portare con sé un poster in formato A3.

Inutile dire che Samuele non aveva letto quelle istruzioni, ma la commissione rimase molto impressionata dal suo poster.

“Come ho già detto, sbagliare il formato dei poster è diventato un mio segno distintivo…”

Vita di un ricercatore: quali sono le caratteristiche migliori e peggiori che si possono ritrovare in un tesista secondo Samuscientist?

Samuele segue e aiuta molti tesisti che vorrebbero svolgere la loro tesi sperimentale all’interno del laboratorio di Padova.

Secondo Samuscientist le migliori caratteristiche che può avere un tesista sono l’impegno e la voglia di imparare.

Sbagliare è normale, soprattutto se si tratta delle prime esperienze in laboratorio. Ma se il tesista si dimostra curioso/a, fa domande e proposte, allora gli errori non contano, non importa se sbaglia: lo si aiuta volentieri perché questa persona ci sta mettendo la testa!

Ovviamente poi si ha a che fare con tesisti che cercano di imparare il più possibile, magari perché aspirano a vivere la vita di un ricercatore e per questo ci mettono molta passione. E poi bisogna lavorare con persone che vogliono fare tutt’altro nel loro futuro, ma se vedono quest’esperienza in laboratorio come un’ occasione per imparare qualcosa di nuovo e non come un compito obbligato allora si apprezza ancora di più il suo impegno.

A contrario non si accetta il menefreghismo. Una persona che non si impegna e passa le ore in laboratorio e sperimenta la vita di un ricercatore in modo passivo, danno l’impressione di starti facendo perdere del tempo e questa è una grande mancanza di rispetto.

samuscientist

Vita di un ricercatore: quali sono le domande che i tesisti fano più spesso a Samuscientist?

  • “Su cosa sarà la tesi?”
  • “Quanto prima devo scrivere la tesi?”
  • “Quando posso iniziare?”

Le domande più frequenti riguardano il progetto, e il contenuto della ricerca.

Samuscientist apprezza molto gli studenti curiosi, soprattutto quelli che si sono già informati, non solo attraverso le pubblicazioni ufficiali ma anche Instagram, gli argomenti della quale si occupa, che si informano e sanno discutere di ciò che andranno a fare in futuro.

Poi ci sono le domande tecniche: come leggere un articolo, come fare correttamente la tecnica Western blot e alcuni aspetti teorici del progetto nella quale sono inseriti.

Seguire una persona nuova è un bell’impegno, soprattutto perché la vita di un ricercatore è molto impegnativa, ma comunque finisci poi per affezionarti a quella persona: ci tieni che il lavoro che avete svolto insieme e le cose che ha imparato gli servano per il suo futuro, sia contenta e si trovi bene.

E’ importante che il tesista venga in laboratorio volentieri e si inserisca in un ambiente felice. Lavorare in un clima teso è controproducente oltre che tedioso.

Vita di un ricercatore: al via l’ultimo progetto di Samuscientist!

Nelle prossime settimane Samuele inizierà un nuovo progetto con una tesista in collaborazione con un altro laboratorio.

L’argomento del progetto sarà completamente nuovo anche per Samuscientist: normalmente si occupa di rigenerazione nervosa del sistema periferico, mentre in questo progetto si occuperà di tumori e neurofibromi. Un progetto diverso ma estremamente interessante.

Negli ultimi tempi si sta occupando anche di alcune patologie neurodegenerative come la SLA, cercando di trovare una cura o qualsiasi cosa che possa bloccare, o quantomeno rallentare, l’azione di questa malattia tremenda.

“E’ un po’ il sogno di tutti noi ricercatori, quello di scoprire qualcosa che possa aiutare le persone” , ci dice Samuele.

Vita di un ricercatore: consigli di Samuscientist agli studenti in procinto di scrivere la tesi

Il primo consiglio riguarda la gestione delle proprie emozioni.

E’ normalissimo provare un po’ di ansia. La paura di scrivere o di non farcela è un sentimento che ha colpito chiunque durante la carriera, ma non bisogna assolutamente farsi abbattere o trattare queste emozioni come se fossero fallimenti.

Non solo sono sentimenti assolutamente naturali, ma sono soprattutto occasioni di crescita.

Bisogna però mettersi nell’ottica che si inizia un tirocinio per imparare, non si inizia un percorso in cui si sa già tutto, anzi, la maggior parte delle volte non si sa proprio nulla. Per cui non bisogna avere paura di sbagliare o di fare domande.

L’importante è mostrarsi propositivi, curiosi… e far vedere il proprio impegno.

Vita di un ricercatore: consigli a Samuscientist, “Se dovessi dare un consiglio al te stesso di qualche anno fa, quale sarebbe?

“Mi sento di dover dare un consiglio al Samuele di tre anni fa…”

Samuele ci ha raccontato di essere sempre stata una persona molto sicura di sé, senza grossi ripensamenti o sentimenti negativi per quanto riguarda la propria carriera.

Invece, tre anni fa, le sue sicurezze hanno iniziato un po’ a vacillare. Era un momento in cui tutto sembrava bloccato, la sensazione di non riuscire a crescere: Samuele aveva avvertito tutto questo come un grande fallimento.

Lo sbaglio più grande, però, è stato associare il lavoro alla sua personalità, al suo modo di essere… “Samuele ricercatore” è una parte importante del suo carattere ma non coincide con esso.

“Tu non sei quello che fai, ma sei la persona che sei”.

E’ questo il più grande consiglio che Samuscientist sente di dare a se stesso ma anche a tutti noi: non lasciare che quello che facciamo ci identifichi completamente.

E questo vale per il laboratorio, per lo studio, per il lavoro… per la vita più in generale. Ricordarsi sempre che ci sono molti fattori che entrano in gioco quando facciamo qualcosa, ad esempio quando si scrive la tesi o si inizia un nuovo lavoro, molti dei quali non dipendono da noi stessi.

E bisogna sempre ricordarsi che si è meglio di così, che non si è mai un fallimento. Ricordati che sei semplicemente te stesso e questo non cambierà mai a prescindere da quello che fai!

Conoscevi già Samuscientist e come si articola la vita di un ricercatore? Vorresti metterti alla prova con una tesi sperimentale in laboratorio? Faccelo sapere attraverso i nostri canali social!