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Vediamo insieme alcuni consigli per superare l’ansia di scrivere la tesi

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E’ ormai evidente che la società odierna ha un enorme problema: quello della salute mentale! I ritmi frenetici imposti dalla cultura del consumo hanno creato una serie di disagi nella vita delle persone difficili da colmare. Le persone maggiormente inclini a questo tipo di problematica sono proprio gli studenti universitari, che piuttosto di vivere il loro percorso con calma e serenità, lasciano che la loro mente venga invasa da paure e pensieri negativi.

L’articolo di oggi vuole proporre una serie di metodi per superare l’ansia e in particolar modo l’ansia di scrivere la tesi: una paura che comincia prima ancora di cominciare l’intero percorso universitario.

Partiamo subito con qualche definizione:

Tu sai cos’è l’ansia? Conosci il meccanismo che la innesca?

L’ansia è un’emozione che deriva da uno stato di paura nei confronti di qualcosa di ipotetico e non reale. Proprio per questo motivo viene definita emozione secondaria, proprio perché nasce da un’altra emozione ovvero la paura. A differenza dell’ansia però, quest’ultima ha come oggetto del terrore qualcosa di concreto e reale.

Nonostante vengano vissute come emozioni spiacevoli (e proprio per questo motivo spesso si tende scacciarle), ansia e paura sono due emozioni importantissime, perché è proprio grazie a loro che noi riusciamo a scappare o ad agire.

Quando ansia e paura vengono elaborate in maniera errata però, possono svolgere la loro funzione in modo del tutto inappropriato, arrivando a renderci immobili o addirittura a farci provare spiacevoli sintomi anche in situazioni deve non dovremmo essere in pericolo.

Questo accade a causa di errori cognitivi che mettiamo in pratica attraverso un meccanismo di allarme controllato dall‘amigdala, una ghiandola del nostro encefalo che costituisce la zona primitiva del nostro cervello. Essa controlla tutte le emozioni, e nel corso del tempo ha imparato autonomamente e farci percepire gli stati d’animo del momento opportuno, anche grazie alla parte del cervello più giovane (quella frontale) che essendo adempita alla ragione riesce a mediare con gli stati emotivi primordiali.

Cos’è un errore cognitivo?

Un errore cognitivo è un modo inappropriato e disfunzionale di ragionare che non permette di avere una visione generale oggettiva e in linea con i dati di realtà.

Questi conducono ad un pensiero ossessivo continuo e costante che verrebbe ben rappresentato dall’immagine di una serie gi gomitoli di lana srotolati e annodati tra loro. Infatti ad ogni pensiero irrazionale si collega un altro pensiero che porta ad una sorta di catena continua e ingarbugliata che non consente la flessibilità del singolo.

Un primo consiglio in questo caso potrebbe essere quello di evitare di pensare a cose eccessivamente lontane nel tempo come le ipotesi future, perché oltre a non avere gli strumenti per poterle fronteggiare esse restano sempre delle ipotesi e quindi, in sostanza, pensieri effimeri e non reali. La soluzione è quella di essere ancorati al presente e al qui ed ora.

Pensandoci bene, questo atteggiamento di proiezione verso il futuro è tipico degli studenti universitari che anticipano le situazioni nel presente spesso immaginando scenari catastrofici e negativi.

Inoltre questa anticipazione si ricollega anche al modello della distorsione cognitiva che fa in modo che la realtà venga vista in maniera eccessivamente negativa o in maniera troppo positiva. Entrambe le modalità restano comunque errate e disfunzionali perché implicano il ricorso ad aspettative positive o negative che solitamente non coincidono con la realtà dei fatti.

Gli studenti che pensano di non superare un esame, o che rimuginano sul fatto che sia eccessivamente difficile e dunque impossibile, arrivano a stressarsi in modo disumano durante lo studio e in sede d’esame, dopo aver svolto il loro compito e aver ricevuto il risultato, tendono a sminuire il loro successo pensando di non meritare ciò che hanno ottenuto. Questo atteggiamento viene chiamato sindrome dell’impostore e consiste nel pensiero disfunzionale e negativo di non meritare ciò che si ha.

Sono rari i casi dove l’aspettativa eccessivamente positiva risulti disfunzionale ma è capitato sicuramente che la percezione di un esame come qualcosa di semplice e facile conducesse gli studenti a procrastinare, visto l’atteggiamento di sufficienza nei confronti dello studio. Questo esempio non rientra in una distorsione negativa ma ci permette di capire quanto anche la leggerezza e la positività estrema possano condurre a ritardi e procrastinazione.

il suggerimento è quello di cercare di valutare la realtà per quella che è cogliendo le sfumature del presente e cercando di mantenere un atteggiamento che sia in linea con la nostra scala valoriale.

La positività deve continuare a persistere per combattere il pensiero negativo e ansiogeno ma comunque deve rientrare all’interno di situazioni reali e presenti, quasi come se fosse un atteggiamento naturale e quotidiano, cominciando dunque dall’apprezzamento delle piccole cose.

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Ma perché l’ansia è così forte negli studenti?

Sono tanti i motivi per i quali uno studente è più incline all’ansia; vediamone qualcuno insieme:

  • Paura di fallire
  • Pressione da parte dei famigliari
  • Atteggiamento di competizione e sfida
  • Autocritica
  • Perfezionismo
  • Paura del giudizio degli altri
  • Sentimento di inferiorità rispetto a docenti e colleghi
  • Paragone costante con colleghi e amici
  • Desiderio di primeggiare
  • Standard troppo elevati
  • Mancanza di autoconsapevolezza

Questi sono solo alcuni dei tanti motivi per i quali uno studente universitario cominci ad avvertire questa forte ansia. Inoltre, a questa lista si potrebbe anche aggiungere il fatto che la condizione universitaria di uno studente è come una porta fra il mondo scolastico e il mondo del lavoro. Infatti anche se si continua a studiare e se si è sempre sottoposti al giudizio, l’università prevede che lo studente sia autonomo e responsabile, e questo anche a causa della flessibilità del mondo universitario soprattutto nei corsi di laurea che non prevedono la frequenza obbligatoria.

Durante questo periodo di passaggio si comincia a diventare genitori di se stessi e questo richiede enormi sacrifici e responsabilità che spesso non combaciano con i nostri impulsi e con i nostri desideri, come quelli legati al divertimento e ai passatempi.

Inoltre il confronto con gli altri studenti spesso porta ad alimentare il timore a causa del paragone che si mette in atto, e ulteriore problema deriva anche dalle continue informazioni che gli studenti cercano di recepire per le modalità di esame, per i tirocini e anche per la scrittura dalle tesi.

Il fatto di non pensare alle cose volta per volta ci porta a caricarci delle informazioni altrui senza pensare al fatto che esse sono anche filtrate dalle esperienze dei singoli, e questo conduce ad abbattersi oppure ad immedesimarsi con l’altro tanto da basare i nostri obiettivi su standard altrui.

Vediamo adesso perché una delle preoccupazione più terrorizzanti degli studenti sia proprio quella della scrittura della tesi

La tesi, oltre ad essere lo step finale del percorso universitario, è anche un vero e proprio progetto, e come ogni progetto la sua preparazione richiede molto tempo e tanta dedizione.

Una delle principali preoccupazioni relativi alla tesi è quella inerente alla sua stesura. E’ risaputo come nelle università italiane sia quasi ignorata la componente della scrittura all’interno del percorso. Infatti è notevole la presenza di esami la cui modalità di valutazione sia un colloquio orale, modalità inoltre tra le più ansiogene di tutti i tempi.

Altre modalità per valutare la preparazione degli studenti sono i test scritti a crocette, ma davvero pochi prevedono la stesura di saggi o testi argomentativi.

In questo modo lo studente, nel corso del suo percorso universitario, si troverà pochissime volte a confrontarsi con l’arte della scrittura trovandosi completamene disorientato nel momento della scrittura della tesi.

Come ogni tipologia argomentativa anche la stesura della tesi richiede dimestichezza e consapevolezza per quanto riguarda l’uso delle parole e la struttura grammaticale, lessicale e sintattica del testo. E’ normale dunque, per uno studente che si trova dopo molti anni a dover affrontare la stesura di un testo, provare una certa ansia e un leggero malessere generale.

Su questo punto un consiglio potrebbe essere quello di leggere molto per conoscere l’utilizzo elle parole e magari anche allenare la propria scrittura attraverso un diario giornaliero che aiuta anche a controllare i propri stati emotivi e fissare i pensieri disfunzionali.

Altra paura relativa alla tesi di laurea è quella relativa alla ricerca di un relatore e di un argomento interessante che possa rendere piacevole la stesura dell’elaborato. Per quanto riguarda questo aspetto cerca di ragionarci per tempo, e interrogati su ciò di cui ti piacerebbe scrivere solo dopo aver sostenuto un numero cospicuo di esami. Questo per aver una visione d’insieme e per prenderti il giusto tempo per comprendere quali sono i tuoi interessi.

La soluzione è dunque quella di rallentare per godere di ogni piccolo momento del tuo percorso, dalla frequenza delle lezioni, alla preparazione dell’esame, fino alla stesura dell’elaborato finale. Rallentare permette di vedere le cose per quelle che sono, aiutandoci a scindere le cose che ci piacciono da quelle che non ci piacciono, e questo perché rallentando ci serviamo del tempo necessario per poter comprendere e la comprensione dei nostri interessi è un’ottima arma anche contro l’ansia.

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Inoltre devi sapere che scrivere la tesi è uno dei momenti più belli della tua carriera universitaria, ed è davvero un peccato vivere questo bel momento con ansia e paura. Cerca di comprendere da dove derivano i motivi delle tue paure e agisci di conseguenza.

Qualora le tue paranoie fossero legate al mondo dell’università cerca di ridimensionarle pensando al fatto che essere studente è solo uno dei tanti ruoli della tua vita. Evita quindi di pensare che la tua intera esistenza sia basata interamente sullo studio e impara a compartimentalizzare.

Se invece le cause della tua ansia derivano da altri fattori, prova a parlarne con uno psicologo. Abbattiamo gli stereotipi sulla psicoterapia e apriamo la mente. Andare in terapia non vuol dire avere un problema, bensì riconoscere le cause del proprio malessere per poter vivere meglio!

In conclusione: Torna a portare il sorriso nella tua vita e anche nella tua carriera universitaria e goditi ogni singolo momento della tua vita senza anticipare nulla. Rallenta e fai le cose per tempo, comprendi le cause della tua ansia universitaria e agisci in base a quelle senza trascurare il tuo benessere generale

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About the autor: Mattia, Blog Ambassador

About the sources:

12 soluzioni per vincere l’ansia definitivamente – Psicoadvisor

Come capire se hai un «disturbo d’ansia» – Psicoadvisor

9 cose che dovresti fare ogni giorno se soffri di ansia – Psicoadvisor