Vediamo quali sono i suggerimenti di un grande pilastro della letteratura italiana su come scrivere la tua tesi di laurea!
Ciao! Benvenuto/a in un nuovo articolo di Thesis 4u dedicato alla stesura della tesi! Se sei uno studente o una studentessa in cerca di consigli per la tua tesi, devi sapere che esiste il libro adatto a te!
Durante la stesura della tesi, ma soprattutto prima di cominciare a scrivere, è possibile non avere le idee chiare su come effettivamente si realizza una tesi di laurea.
Può capitarti di non riuscire ad avere un rapporto di comunicazione semplice con il tuo relatore, e quindi non capire alcuni parametri essenziali per portare a termine il tuo lavoro. Ad esempio: quanto tempo ci vuole per scrivere la tesi? Che tono bisogna utilizzare? Come organizzare il proprio studio e la ricerca delle informazioni?
Per tutti questi dubbi, però, puoi già schiarirti le idee, anche prima di iniziare la scrittura della tua tesi di laurea, così da essere già preparato/a!
Infatti, forse non lo saprai, ma esiste un libro che risponde chiaramente a queste e altre domande.
L’opera è di Umberto Eco, famoso scrittore italiano, che nel 1977 pubblica per Bompiani Come si fa una tesi di laurea, un saggio che attraversa molti possibili dubbi di chi, come te, si sta affacciando alla scrittura della tesi.
Anche se sono passati parecchi anni, questo libro nasconde moltissime informazioni preziose, e in questo articolo vogliamo svelartene alcune!
Vediamo quindi i consigli di Umberto Eco per scrivere una buona tesi di laurea!
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Innanzitutto Eco dice subito di non dedicare questo testo a chi ha intenzione di scrivere la propria tesi in un mese, solo per togliersi l’obbligo di mettere per iscritto qualcosa prima della laurea, ma per chi invece vuole preparare una tesi che gli dia una certa soddisfazione intellettuale.
Per questo, secondo Eco la tesi non va vista semplicemente come un compito obbligato, ma come un’occasione per mettere in gioco la propria capacità di ricerca, di studio e di acquisizione di nuove conoscenze.
Scegli l’approccio giusto
Fin da subito lo scrittore si rivolge a chi non si è ancora approcciato alla stesura della tesi, e dunque introduce l’opera spiegando effettivamente che cos’è una tesi di laurea, a cosa serve, e qual è il suo senso e ruolo nel percorso di studi di uno studente universitario.
Spiega la differenza tra tesi di compilazione e tesi di ricerca, dicendo quando scegliere l’una piuttosto che l’altra porti a due elaborati molto differenti tra loro.
Questa scelta è legata, oltre al tipo di argomento che si sta sviluppando, soprattutto alla maturità di chi la sta scrivendo, perché, in alcuni passaggi, i due tipi di tesi potrebbero entrare l’uno nell’altro a seconda delle aspettative dello studente.
Dipenderà da te se produrre uno studio più di stampo compilativo, e quindi più discorsivo e di analisi delle fonti ricercate, oppure di ricerca, e quindi con un approccio più scientifico, di verifica delle fonti tramite un intervento pratico sui dati.
Prima di scrivere
Secondo l’autore del saggio ci sono tre importanti accorgimenti da fare prima di scrivere la tesi:
- Che l’argomento scelto corrisponda ai propri interessi: pensa ad esempio agli esami che hai svolto durante il corso di laurea, potresti approfondire un argomento di una delle materie che ti sono piaciute di più. Inoltre, per quanto riguarda questa scelta, pensa al relatore a cui ti affiderai, oppure alle tue passioni, ai valori che ti rappresentano: avrai altri buoni motivi per approfondire una tematica in particolare!
- Che ci sia materiale reperibile: è difficile scrivere una tesi di laurea senza le fonti cui attingere. Verifica quindi, ancor prima di metterti all’opera, se potrai avere a disposizione un “database” di informazioni sufficiente da inserire e trattare durante il tuo studio.
- Che le risorse trovate e le modalità di ricerca siano al livello culturale di chi scrive tesi: non fare il passo più lungo della gamba, l’elaborato finale dovrà rispecchiare te e le nozioni che hai appreso durante tutta la stesura, dunque non andarti a cercare troppi dati complessi, rischieresti di confonderti le idee e mettere troppa carne al fuoco. Per questo, Eco afferma che ognuno deve scrivere una tesi che sia alla propria portata, bisogna scrivere una tesi che si è in grado di scrivere.
Scelta dell’argomento
Anche se spesso viene concordato insieme al relatore, Eco fornisce alcuni accorgimenti anche per quanto riguarda la proposta dell’argomento della tua tesi.
Per prima cosa, non confondere le idee alla commissione.
Scegliere, ad esempio, di scrivere una tesi troppo panoramica, che prende in considerazione un argomento troppo vasto, porterà la commissione e lo stesso relatore a pensare che lo studente deve regolare la propria modestia.
In effetti, se scrivi di un argomento troppo vasto, ti ritroverai a dover citare moltissimi testi e studiosi: un lavoro di questo tipo risulterebbe troppo lungo e complesso per essere una tesi di laurea.
Se decidi invece di elaborare un argomento più preciso, sarà più difficile contestarlo o trovare il cosiddetto “pelo nell’uovo”, al contrario di quello che risulterebbe con un tema troppo vasto.
Questo non vuol dire che devi trattare per forza tematiche o autori sconosciuti, anche questa scelta è sinonimo di confusione, poiché risulterebbe un argomento troppo ristretto e ricercato, che nessuno di coloro che ti esamineranno conoscono.
Perciò, Eco ti consiglia di sviluppare una tesi monografica al posto di una più “panoramica”, poiché, come dice lui stesso: più si restringe il campo, meglio si lavora, e più si va sul sicuro.
Quanto tempo per scrivere la tesi?
É forse la domanda che ci si rivolge di più, soprattutto quando siamo di fronte a un tipo di elaborato che non abbiamo mai affrontato prima. Ma anche in questo caso, lo scrittore ci viene in aiuto!
Bisogna dire che quelli di Umberto Eco erano altri tempi, lui infatti consigliava di scrivere la tesi in più di sei mesi e in meno di tre anni, poiché crede che sei mesi siano troppo pochi, anche per scrivere l’equivalente di un saggio, mentre dopo i tre anni probabilmente ci si sta lavorando troppo.
Dice però che il momento migliore per iniziare a lavorarci è la fine del secondo anno, perché si ha già familiarità con le varie materie e gli esami, e in più si è ancora in tempo nel caso un primo tentativo non dovrebbe andare come previsto.
Se si vuole scrivere una tesi in tempi brevi, Eco consiglia una argomento circoscritto e contemporaneo, con delle fonti facilmente consultabili e che non risalgano ad epoche troppo antiche. Questo ti permetterà di avere fonti più accessibili, che ti risparmieranno tempo anche nel momento della scrittura.
Su questo tema, possiamo dirti che argomenti e approcci diversi necessitano di tempistiche estremamente diverse, specialmente rispetto alle aspettative e alle indicazioni del relatore.
Dunque, è molto difficile sapere quanto ci impiegherai: solo iniziando a lavorarci capirai veramente come impiegare al meglio il tuo tempo per strutturare una tesi corretta!
Scegli il relatore più adatto a te
A volte, soprattutto se sei tu a proporre una tematica, l’argomento scelto per la tesi viene accettato da parte del relatore perché lui stesso non ne sa molto, e spera, anche grazie allo studente, di apprendere di più.
Questo vuol dire che il docente si fida dello studente con cui inizia a lavorare, e questo per te potrebbe risultare una responsabilità ulteriore, ma anche un rischio!
Proprio per questo, anche dal punto di vista del saggista, il consiglio è quello di scegliere il relatore non solo dal punto di vista dell’aiuto che ti potrà offrire a livello contenutistico, ma anche tecnico.
Il relatore infatti, dovrebbe svolgere il ruolo di una guida durante la stesura della tesi di laurea, per questo, se hai dei dubbi nozionistici o tecnici sull’argomento che stai affrontando, apparirà più semplice risolverli nel caso in cui il tuo relatore sia già ferrato sulla tematica che stai affrontando nel tuo studio.
In caso contrario, tieni pronto all’evenienza di fare una ricerca più approfondita, magari prendendo in considerazione il punto di vista di ricercatori e studiosi in quel campo.
Bisogna quindi valutare anche l’atteggiamento del relatore in questo senso, quando si sceglie un determinato argomento per la propria tesi.
A chi e come si parla nella tesi di laurea
Mentre scrivi, l’autore ti consiglia di tenere bene a mente che la tesi non è mai indirizzata ad un singolo lettore, ma a tutti coloro che hanno la possibilità di leggerla.
Per questo, alcuni possibili lettori del tuo elaborato potrebbero essere studenti o persone specializzate in tutt’altro campo.
Per questo, ogni lettore, andando avanti con la lettura della tesi, dovrebbe essere in grado di capire di cosa si sta parlando e di come procede lo studio del laureando.
E’ ovvio che non devi spiegare concetti basilari legati al tuo argomento di tesi, ma pensa comunque che il tuo target di riferimento è molto vasto, e che non tutti i lettori hanno svolto il tuo stesso lavoro accademico: questo ti aiuterà anche a descrivere il tuo lavoro in maniera più chiara, con un tono che all’inizio sembrerà poco “specializzato” sull’argomento, ma comunque preciso e comprensibile a tutti.
Inoltre, bisogna fare attenzione ai termini che si usano, poiché, nonostante la formalità del testo, è necessario scegliere delle terminologie coerenti con il campo di studio a cui si fa riferimento con la tesi che stiamo scrivendo.
Perciò la domanda a questo punto sorge spontanea: come si parla quando si spiegano gli argomenti nella tesi di laurea?
Innanzitutto, il consiglio di Eco è quello di scrivere periodi brevi, anche perché quelli troppo lunghi rischierebbero di complicarti la vita.
In più, in questa parte del saggio, offre molti esempi di come strutturare un periodo in maniera corretta.
Un altro consiglio molto utile è quello di dominare il linguaggio caratteristico della tesi, e non farsi prendere la mano da quello che riscontriamo nelle fonti o nelle opere che stiamo prendendo in considerazione (questo vale soprattutto per le tesi umanistiche, dove autori diversi hanno stili e toni molto specifici).
Da dove iniziare il proprio lavoro?
Tra le cose che secondo Eco vanno scritte per prime, ci sono proprio quelle che pensiamo di dover scrivere quando la tesi è già quasi completata: titolo, indice e introduzione.
Questo dà un punto di partenza migliore, poiché, anche se il tuo lavoro potrà cambiare prospettiva nel corso del tempo, avrai comunque una solida base di partenza da cui attingere, e non ritrovarti a riscrivere tutto dall’inizio.
Per questo, lo scrittore propone di crearsi un piano di lavoro, che sarà quindi provvisorio e che aiuterà lo studente a dare una direzione più precisa al suo elaborato.
Inoltre, per quanto riguarda l’attitudine che un laureando deve avere durante il percorso di selezione di fonti e stesura della tesi, Eco parla anche di umiltà scientifica: non essere troppo giudizioso o critico con le informazioni che trovi, anche se stai lavorando sull’argomento non è detto che tu ne sappia più di altri!
Per questo, limitati a selezionare le tue fonti come adatte o inadatte per la tua tesi, e non per la loro potenziale veridicità.
Tutto ciò si rivelerà utile soprattutto nel confronto con il tuo relatore, nel momento in cui ti verrà chiesto di introdurre delle informazioni che non ritieni pertinenti con il tuo lavoro.
Nonostante sia la tua tesi di laurea, e credi di sapere cosa è giusto inserire affinché possa uscire un elaborato finale che rispecchi al meglio te e il tuo studio, il professore avrà sicuramente un occhio accademicamente più allenato su queste cose, perciò dagli fiducia!
Inoltre, come nel caso della stesura di brevi periodi, vengono introdotti importanti esempi su come scrivere e citare le fonti durante la stesura della bibliografia: Eco prende in considerazione delle bibliografie errate e spiega tutti gli elementi che sono stati sbagliati e anche il modo in cui correggerli.
Se hai però dei dubbi su come citare le fonti bibliografiche direttamente in maniera corretta, qui puoi trovare il nostro articolo dove imparare a scriverla!
Eco conclude il libro dicendo che “la tesi è come il maiale, non se ne butta via niente”.
Con questa frase vuole dire che la tesi di laurea non deve essere vissuta come una punizione: scegli un tema che ti appassiona, che ti fa piacere approfondire, la tesi è un’esperienza che va vissuta “con gusto”.
Può essere una sfida positiva, soprattutto se l’argomento scelto fa nascere dentro di te la voglia di continuare a cercare informazioni, la curiosità di ampliare il tuo sapere nel campo in cui ti stai specializzando.
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E poi, oltre ai consigli di Eco, ci sono sempre quelli di Thesis 4u che puoi ritrovare sul nostro blog!
Author: Davide, Blog Ambassador