Come includere lo Smart Working all’interno della tua tesi di laurea!
Ciao! Benvenuti/e in un nuovo articolo del nostro blog di Thesis 4u!
Oggi ci occupiamo di un fenomeno che, negli ultimi anni, ha cambiato completamente lo stile di vita e la prospettiva lavorativa degli italiani e dei lavoratori di tutto il mondo: lo smart working!
Cosa significa lavorare in Smart Working?
Abbiamo iniziato a sentir parlare frequentemente di Smart Working durante la prima pandemia.
Quando è stato istituito il primo lockdown a marzo 2020, oltre al timore del contagio, si era diffusa anche la paura di non poter lavorare e, di conseguenza, di non guadagnare abbastanza per sopravvivere, oltre alla paralisi economica completa del Paese.
Non potendosi recare sul luogo di lavoro aziende ed enti pubblici hanno dovuto escogitare una soluzione alternativa per non perdere produttività e competitività. Lo Smart Working rappresentava il compromesso perfetto: si iniziò così a sfruttare la tecnologia e le piattaforme online per trasportare il lavoro dagli uffici alle case dei dipendenti.
Attenzione però: Smart Working non significa solamente lavorare da casa, non dobbiamo confonderlo con il telelavoro.
Secondo la definizione che ci viene offerta dall’enciclopedia Treccani, lo Smart Working è:
“Flessibilità prevista dalla legge all’interno di un rapporto di lavoro subordinato, finalizzata a incrementare la produttività e a facilitare il lavoratore nelle sue esigenze personali. | In concreto, il tipo di lavoro in cui si applica tale flessibilità.”
La flessibilità di cui parla non si limita solo ed esclusivamente agli spazi in cui il lavoro può essere svolto. Ai lavoratori può essere concessa grande autonomia anche per quanto riguarda tempi e modalità.
Forse è sbagliato chiamarla “nuova modalità” dal momento che era una pratica già applicata da anni nei paesi anglosassoni, mentre in Italia dal 2017 è addirittura prevista dalla legge (legge sul lavoro agile n.81 del 22 maggio). Ma i datori di lavoro non hanno mai avuto molta fiducia in questo tipo di innovazione e non è stata molto applicata fino al 2020.
Eppure quando, spinti da necessità, non hanno dovuto ricorrere allo smart working si sono resi conto che… funziona!
Non solo funziona, ma in molti casi aumenta la produttività, la motivazione e la soddisfazione lavorativa dei dipendenti.
Vantaggi e gli Svantaggi dello Smart Working
Le aziende si sono immediatamente accorte dei numerosi benefici che comporta questo nuovo modo di concepire il mondo del lavoro.
Innanzitutto produce un notevole risparmio economico tanto per le famiglie quanto per le aziende: basti pensare ai soldi risparmiati in benzina e mezzi di trasporto per recarsi al lavoro e a quelli risparmiati in pasti fuori (al ristorante, in caffetteria o in mensa).
Ma anche la riduzione dei consumi di luce, acqua e gas che ha inciso sulle bollette dell’azienda. Inoltre, avendo meno lavoratori che si devono recare in ufficio, l’azienda può pensare di prendere uno stabilimento o un ufficio più piccolo per abbattere i costi dell’affitto.
Anche l’ambiente ha tratto dei benefici da questi risparmi: meno persone che si devono spostare con un mezzo proprio per recarsi al lavoro significa anche una riduzione delle emissioni di CO2.
Andando avanti con il nostro elenco, abbiamo anche un’incremento delle competenze digitali: sempre più persone, anche se a fatica, hanno capito l’importanza di dover imparare a utilizzare le nuove tecnologie. Ma la necessità di nuovi dispositivi e programmi, continuamente aggiornati, ha rappresentato una spinta per chi si occupa di ricerca, coloro che negli ultimi anni hanno lanciato prodotti sempre più innovativi.
Infine, i dipendenti hanno la possibilità di organizzare meglio il proprio tempo, non dovendo perdere ore nel traffico nelle ore di punta e potendo dedicare più tempo al proprio benessere, al riposo, alla famiglia e alle proprie passioni. Questo ha aumentato solo la soddisfazione lavorativa, ma anche abbassato drasticamente i livelli di ansia e stress alla quale molti erano abituati.
Lo Smart Working può essere un potente strumento per ottenere il perfetto equilibrio vita-lavoro, ma occorre saperlo utilizzare. Svolgere il proprio lavoro a casa può essere un’arma a doppio taglio: ci può far risparmiare tempo e denaro ma occorre saper dividere l’attività lavorativa dalla propria vita privata. Bisogna capire quando è il momento di staccare la spina, scollegare il pc o il telefono e dedicarsi a se stessi e alle persone care. L’iperconnessione rischia di portare il lavoratore allo sfinimento.
Per non parlare dei rischi fisici legati alla vista, che può affaticarsi notevolmente se si rimane tutto il giorno attaccati a uno schermo e a dolori dovuti a una postura scorretta.
A proposito di postura, un altro grosso rischio è quello della sedentarietà: non muoversi da casa neanche per andare al lavoro può far sprofondare molte persone tra le pieghe dl divano, portare a un aumento di peso e tutte le malattie cardiovascolari ad esso legate, e soprattutto all’isolamento.
Molti lamentano la mancanza di “calore umano” in Smart Working, ma è qualcosa di facilmente superabile, restando in contatto con i propri colleghi grazie agli stessi dispositivi tecnologici che ci permettono di lavorare da remoto.
Conciliare vita privata e lavoro può diventare difficile. Hai bisogno di una mano per uscire da questa situazione? Eccoti alcune possibili strategie per trovare il proprio work-life balance.
Case Studies: spunti per una tesi sul concetto di Smart Working
Il tema dello smart working tocca trasversalmente diverse discipline, facoltà e corsi di laurea.
Può essere trattata innanzitutto da studenti/studentesse di Management e Organizzazione Aziendale, da chi si occupa del mondo HR, da studenti/studentesse di Psicologia, Sociologia e molte altre ancora.
Ma da dove partire per scrivere una tesi su questo argomento? Eccoti alcuni spunti!
1. Case study Smart Working: Toptal
Secondo una lista stilata da Glassdor, noto sito di job recruiting e che raccoglie recensioni sulle imprese, Toptal è una delle aziende più efficienti che permette ai suoi dipendenti di lavorare quasi esclusivamente in smart working.
Ma di cosa si occupa? Toptal è una piattaforma che mette in contatto freelancers provenienti da tutto il mondo, certificati e selezionati, con qualsiasi azienda che necessiti del loro operato, indipendentemente dal Paese nella quale si trova.
Vantano una grande capacità di selezione e collocazione del personale. Analizzando la posizione che andrà a ricoprire e il team di lavoro con cui dovrà lavorare, Toptal offre alle aziende il professionista che fa al caso loro, tenendo conto non solo delle cosiddette “hard skills” (conoscenze e capacità tecniche), ma anche le cosiddette “soft skills” e tutte le abilità trasversali che non sono direttamente collegate al lavoro ma che possono migliorare la performance dell’azienda (capacità di team building e team working, capacità di public speaking…)
Ma ciò che li distingue veramente è la capacità di poter connettere professionisti e aziende da tutto il mondo. Se un’azienda svolgesse le sue attività di recruiting “alla vecchia maniera” (prendendo solo i curricula cartacei dei candidati, svolgendo colloqui in sede…) avrebbe a disposizione una quantità limitata di professionisti tra cui scegliere. Toptal supera le barriere legate al territorio e alla posizione geografica e offre alle aziende un’ampia lista di possibili lavoratori che possono fare al caso loro.
E può erogare questo servizio così efficiente proprio perché sfrutta i vantaggi dello smart working. Le attività di selezione del personale e collocamento dei professionisti avviene esclusivamente da remoto. Dopodiché le aziende possono scegliere di chiamare il lavoratore in sede, dove svolgere le attività richieste in ufficio, o lasciarlo vivere nello stato di provenienza e fargli svolgere le stesse attività in smart working, con una notevole riduzione dei costi.
Sarebbe interessante svolgere un analisi sul rendimento di questa modalità, rispetto a quella precedentemente utilizzata, con i relativi feedback da parte delle aziende.
Se vuoi approfondire i dati relativi a questo servizio clicca qui.
2. Case Study Smart Working: AXA Italia
La maggior parte delle aziende italiane ha introdotto la possibilità di svolgere la propria attività lavorativa da remoto a seguito delle restrizioni causate dalla pandemia. Ci sono però aziende che possono considerarsi delle pioniere di questo nuovo modo di lavorare e che hanno compreso il potenziale dello smart working molto prima del marzo 2020.
Tra queste vi è la società assicurativa italiana AXA, che già nel marzo 2016 ha introdotto una policy aziendale per incentivare il cosiddetto “lavoro agile”.
Questa policy ha permesso a oltre il 90% dei suoi dipendenti di lavorare in smart working per 2 giorni a settimana, concordati di volta in volta con il manager di riferimento, in base alle esigenze dell’azienda e a quelle del lavoratore.
Flessibilità, autonomia e collaborazione, sono questi i tre obbiettivi che AXA intende perseguire. In questo modo il dipendente potrà gestirsi il proprio tempo come meglio crede, ottimizzando gli appuntamenti dei clienti e i propri impegni personali.
Ovviamente ci deve essere serietà da parte loro: i manager controllano l’operato dei propri dipendenti anche da remoto e possono anche decidere di sospendere o revocare lo smart working per i dipendenti che non riescono a gestire la propria attività con questo nuovo sistema.
Effettivamente l’operazione smart working sta dando ottimi risultati: la produttività è aumentata notevolmente, mentre i costi sono diminuiti. Per non parlare della soddisfazione dei dipendenti: essi confessano di aver acquisito una maggiore motivazione al lavoro e percepiscono il cambiamento a livello mentale, grazie alla riduzione dello stress lavorativo.
Per avere più informazioni sui dati e i processi di questo case study clicca qui.
Smart Working Italia: una risorsa per tutti gli Smart Workers
Smart Working Italia (IG profile: @smartworkingitalia) è una community nata su Instagram nell’estate 2020 per supportare questa nuova visione del mondo lavorativo.
La pagina cerca di mettere in contatto i lavoratori di tutt’Italia che hanno deciso di svolgere la propria attività in smart working, restituendo un po’ di quel “calore umano” che tende a mancare quando si lavora da remoto.
E non è finita qui: Smart Working Italia offre anche molti consigli circa i diversi servizi e benefici per le aziende che operano secondo questo modello lavorativo, i luoghi dove svolgere la propria attività in tranquillità, libri che approfondiscono l’argomento…
Insomma, si è creato un ufficio di collaboratori virtuali, che si aiutano e si supportano a vicenda e che mostrano, anche attraverso la propria esperienza, che lavorare in smart working non solo è possibile, ma anche conveniente e funzionale!
Progetto di tesi “Smart Working”: l’esperienza di chi si è laureato presentando una tesi su questo argomento
Smart Working Italia è stata una fonte di ispirazione anche per gli studenti. Alcuni dei membri della community sono stati proclamati “Dottori” presentando una tesi di laurea su questo argomento.
Ed è stata un’idea vincente? Assolutamente sì. E proprio per questo gli abbiamo chiesto di parlarci un po’ del loro progetto, affinché la loro esperienza possa essere in qualche modo di aiuto per voi futuri laureandi.
Titolo tesi: “Smart working: equilibrio tra lavoro e vita”
Mara Parisi, nata a Salerno ma cresciuta a Foligno in provincia di Perugia, ha inseguito il suo sogno: entrare in Accademia diventare militare!
Dopo essere entrata nella Marina Militare (2015) e nell’Arma dei Carabinieri (2017), della quale fa ancora parte, si è iscritta al corso di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università Telematica Niccolò Cusano, laureandosi lo scorso anno (2022) con una tesi intitolata “Smart working: equilibrio tra lavoro e vita”.
Ma da dove è nata l’idea di questa tesi? Mara, come moltissimi studenti e (soprattutto) studentesse italiane ha sperimentato le numerose difficoltà che si ritrovano quando si cerca di conciliare lavoro, studio e vita privata.
“Togliere tempo al lavoro per dedicarlo allo studio, alla crescita personale e culturale, è spesso interpretato dai datori di lavoro come tempo perso o peggio ancora come una scusa per non lavorare” ci racconta Mara.
Portare a termine un percorso universitario non è facile, soprattutto per chi non ha la possibilità di dedicarsi ad esso “full time”. Ed è per questo che sono sempre più convinta che gli studenti – lavoratori siano dei supereroi di altri tempi.
Ma come Mara ci ha insegnato, tutto ciò è difficile, ma non impossibile. Lo smart working rappresenta una risorsa preziosa per chi ha molti impegni: lo studio, le faccende di casa, la famiglia… ottimizzando tempi ed energie è possibile tenere tutto sotto controllo senza impazzire.
La sua ricerca è iniziata leggendo libri e approfondimenti sull’argomento, per poi proseguire sul “campo pratico” con un test di 32 domande alla quale hanno partecipato 105 utenti.
Dalla ricerca di Mara è emerso che lo smart working, grazie ai suoi benefici, è apprezzato dalla stragrande maggioranza dei partecipanti, i quali sono favorevoli ad adottare questa modalità più volte a settimana o sempre. Pochi sono, invece, coloro che vogliono rinunciarvi.
L’abbattimento dei costi è poi notevole, contando che il 65% degli utenti predilige la macchina come mezzo di trasporto a causa di assenza di servizi pubblici adeguati e che il 31,4% effettua giornalmente più di 30 km per recarsi a lavoro dalla propria abitazione, impiegando addirittura tra i 30 ed i 45 minuti. Ottimizzando gli spostamenti con il telelavoro è possibile rilevare un risparmio economico notevole e molto più tempo per dedicarsi alle proprie passioni.
“Lo Smart Working è futuro, è innovazione, miglioramento della qualità della vita, intensificazione di impegno a livello lavorativo ed è sinonimo di tempo ritrovato.” ed è per questo che dovrebbe essere incentivato da tutte le aziende.
Contatti: IG profile: @marbren.95; Email: maraparisi95@libero.it
Titolo tesi: “Lo Smart Working in Italia: il COVID-19 come spinta propulsiva e le regole d’oro per il vero lavoro agile”
Gabriele Acifera ha conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche all’Università Sapienza di Roma, per poi intraprendere un percorso di laurea Magistrale presso l‘università LUISS di Roma frequentando il corso di “Governo e Politiche – indirizzo comunicazione e nuovi media”.
Il progetto “Smart Working” è nato dall’esperienze diretta di Gabriele. Anch’egli studente-lavoratore ha sempre cercato di bilanciare studio-lavoro e vita privata finché non si è trovato costretto a sperimentare la modalità di lavoro in smart working durante il suo tirocinio a causa della pandemia da COVID-19. Da quel giorno tutto è diventato più facile.
Gabriele ha visto del grande potenziale in questo nuovo approccio lavorativo e ha deciso di approfondire i suoi benefici all’interno della sua tesi di laurea.
Essa mostra come le restrizioni causate dalla pandemia abbiano rappresentato una spinta notevole per incentivare il lavoro agile e di come esso è stato realizzato concretamente, con notevoli differenze fra la gestione nelle imprese private e nella pubblica amministrazione.
Ha condotto una serie di interviste e raccolto testimonianze (oltre 420 lavoratori) per capire come le persone hanno reagito alla possibilità di lavorare in smart working.
L’idea di svolgere la propria attività lavorativa secondo questa modalità ha incuriosito e soddisfatto la maggior parte degli intervistati. Ma viene anche sottolineata l’importanza di disporre di competenze digitali e dispositivi elettronici adeguati per poter svolgere il proprio lavoro tranquillamente, senza dover perdere ore a cercare di risolvere “problemi tecnici”.
E’ indispensabile anche che i lavoratori dispongano di autodisciplina, e svolgere il proprio lavoro in modo efficiente e senza interruzioni, e devono anche essere in grado di scindere lavoro e vita privata, nonostante il luogo in cui si vivono queste due dinamiche rimanga lo stesso.
Infine ha analizzato la differenza tra lavoro da remoto e lavoro agile vero e proprio, stilando una lista di 30 “Regole d’Oro” per rendere lo smart working il più efficiente possibile.
Abbiamo chiesto poi a Gabriele di dare un consiglio a tutti gli studenti in procinto di scrivere la propria tesi di laurea:
“Per la mia personale esperienza posso consigliare solamente una cosa: scrivete la tesi su un argomento che vi piace e che sentite vostro! Non pensate al relatore, alla materia, agli sbocchi ecc… pensate solo ed esclusivamente a scrivere di un tema che vi appassiona.”
Scrivere una tesi di laurea può essere un lavoro lungo e faticoso, ma allo stesso tempo molto soddisfacente, soprattutto se vedete il vostro futuro in ciò che state scrivendo.
Contatti: IG profile: @gab_arc27; Email: Gabriele.arcifera@gmail.com
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Gaia Ventura, blog writer