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Ti è mai capitato di voler lasciare gli studi e fare qualsiasi altra cosa pur di uscirne? A E. si! E oggi vi racconteremo come lei è riuscita a laurearsi superando le crisi.  

Ciao a tutti e a tutte bentornati in un nuovo articolo del blog di Thesis 4u, la startup innovativa che mette in collegamento gli studenti e le studentesse con le aziende, grazie alle tesi di laurea in azienda.

A diciott’anni nessuno sa realmente cosa aspettarsi dal proprio futuro: finisci le superiori e ti iscrivi all’università, ma è davvero la scelta giusta?

Oggi vi racconto la storia di E., dottoressa in Mediazione Linguistica. Ma non è stato così facile: tra scelte impulsive, difficoltà e un Erasmus che le ha cambiato la vita, la sua esperienza è una miscela di emozioni e insegnamenti. Pronti a scoprire come è andata?

Lasciare gli studi: è stata tutta una follia?

Dopo aver conseguito il diploma al liceo delle Scienze Umane, si è sentita un po’ persa. Fortunatamente era già orientata in un percorso umanistico e la nota Scuola Interpreti di Trieste ha stuzzicato il suo interesse, e soprattutto, la sua passione per le lingue. Così E. si è ritrovata con le valigie fatte in una città diversa dalla sua: Trieste. 

Prima di inseguire il sogno di tutti gli amanti delle lingue però, ha trascorso un anno a Padova, dove seguiva regolarmente le lezioni e si sottoponeva a test d’ingresso. E.è una ragazza audace, che non ha paura di fermarsi a pensare cosa potesse veramente renderla fiera, per questo mollare l’università, in quel caso, non è stato un fallimento. 

Non si è mai fermata anche se la pandemia ci ha provato. Facciamo un passo indietro. 

Siamo nel 2020, E. si è appena diplomata e si trova a dover sostenere test d’ingresso per entrare in un’università che poi, non sa nemmeno se potrà frequentare a causa del Covid. 

Sapeva di essere svantaggiata rispetto ai suoi colleghi poliglotti, allora si rimbocca le maniche e inizia a seguire corsi di Russo, lingua che avrebbe approfondito all’università insieme al tedesco e all’inglese. Imparare una lingua da zero in un contesto di isolamento sociale non è stato il massimo dice lei, ma le è stato comunque molto utile per colmare le lacune profonde che avrebbe avuto rispetto ai suoi compagni.

Lasciare gli studi: L’impatto del Covid-19

La pandemia ha avuto un impatto devastante, costringendo gli studenti a confrontarsi con una realtà inaspettata e complessa.

Gli open day che avrebbero dovuto rappresentare un momento di entusiasmo e scoperta, in alcuni casi, sono stati annullati. In altri, al posto di fornire informazioni chiare e rassicuranti, questi eventi si sono rivelati solo una facciata, nascondendo le difficoltà reali che gli studenti avrebbero dovuto affrontare.

E., come altri suoi colleghi, si è sentita smarrita: la sua nuova vita universitaria era di fatto un grande interrogativo che non avrebbe avuto risposta, fino a tempo debito.

La mancanza di interazione sociale ha reso tutto ancora più complicato. Gli studenti si sono ritrovati a dover affrontare lezioni online, spesso senza la possibilità di fare domande o ricevere chiarimenti immediati.

Questo isolamento ha pesato enormemente sulla sua esperienza e ha alimentato il pensiero di lasciare gli studi. In un momento in cui avrebbe dovuto sentirsi supportata e motivata, si è trovata a lottare con l’incertezza e la solitudine, fattori che hanno contribuito a farle mettere in discussione la sua scelta di continuare l’università.

L’ambiente universitario frustrante che spinge a lasciare gli studi

All’inizio, la Scuola Interpreti sembrava il posto perfetto, un sogno che si avverava. Ma se ne stiamo parlando, ovviamente, significa che non è stato tutto rose e fiori come molti si aspettavano. L’ambiente che doveva essere stimolante era in realtà frustrante e opprimente, ci racconta E. Anche i docenti, sublimati grazie alla nomea dell’istituto, apparivano demotivati e la gestione accademica sembrava più caotica che mai.

In questo contesto, la pressione di dover eccellere e la competizione interna si è trasformata in una fonte di ansia. Le aspettative elevate, insieme alla mancanza di supporto e chiarezza, hanno portato molti studenti, tra cui E., a compilare la rinuncia agli studi, anche se nel caso della nostra protagonista, è rimasto solo un file nel computer.

Le difficoltà accumulate, amplificate dalla pandemia, hanno creato un clima di incertezza che ha minato la fiducia in se stessi e il desiderio di proseguire gli studi.

lasciare gli studi

A un passo da lasciare gli studi

Un episodio in particolare ha segnato profondamente la sua esperienza universitaria: durante un esame, una professoressa le ha detto che non sapeva cosa ci facesse lì e che avrebbe dovuto seguire i corsi del primo anno.

Potete immaginare come si sia sentita? È stato un vero e proprio crollo dell’autostima in pochi secondi, un momento che l’ha portata a riflettere su quanto fosse difficile continuare. In quel momento, l’idea di lasciare gli studi è diventata una tentazione concreta.

E non è finita qui: il rapporto diretto con i docenti, invece di essere un vantaggio, si è trasformato in una pressione opprimente, facendole dubitare della sua scelta.

Le lezioni erano affollate, ma non nel modo positivo che ci si aspetterebbe. Con 120 studenti nel primo anno, il numero si è ridotto a 80 entro il terzo anno, sono numeri significativi a cui non viene data la giusta rilevanza.

Anche se il numero ridotto di partecipanti poteva sembrare un vantaggio, in realtà ha creato tensioni e rivalità. In questo contesto, l’idea di inviare quel modulo già compilato si faceva sempre più forte, specialmente quando la pressione diventava insostenibile.

Lasciare gli studi: colpa della dislessia?

Un altro aspetto che ha reso la sua esperienza ancora più complessa è stata la diagnosi ufficiale della dislessia. Questo disturbo dell’apprendimento ha complicato ulteriormente il suo percorso, rendendo l’apprendimento delle lingue ancora più difficile.

Immaginate di dover affrontare un alfabeto completamente nuovo come quello russo, mentre si cerca di gestire una condizione che rende la lettura e la scrittura una sfida. In quei momenti, lasciare gli studi sembrava l’unica via d’uscita da un percorso che appariva sempre più tortuoso.

L’Erasmus a Budapest: dimentica di voler lasciare gli studi

Ma non tutto è andato storto! La nostra protagonista ha avuto l’opportunità di partecipare al programma Erasmus a Budapest, e questa esperienza si è rivelata un vero e proprio punto di svolta. Qui, ha trovato un ambiente molto più stimolante e aperto. Gli insegnanti erano meno rigidi e c’era più libertà nella scelta degli esami.

Questo le ha permesso di riscoprire la sua passione per le lingue e di allontanarsi dall’atmosfera pesante che aveva vissuto in Italia. Insomma, un vero e proprio respiro di libertà che le ha fatto dimenticare, almeno temporaneamente, l’idea di lasciare gli studi.

Una delle cose che ha apprezzato di più durante il suo soggiorno a Budapest è stata l’interazione con i compagni di corso. In un ambiente più rilassato, ha potuto stringere nuove amicizie e scambiare idee e opinioni.

Questo ha reso il suo percorso accademico molto più piacevole e ha contribuito a creare un senso di comunità che le era mancato in Italia. In quei momenti di condivisione, l’idea di lasciare gli studi sembrava sempre più lontana.

Studiare a Budapest non è stato solo un’opportunità accademica, ma anche un’esperienza culturale incredibile. Ha avuto l’opportunità di esplorare la città, assaporare la cucina locale e immergersi in una cultura completamente diversa.

Queste esperienze hanno arricchito il suo percorso formativo e le hanno dato una nuova prospettiva sulla vita. La bellezza di queste scoperte le ha fatto dimenticare le frustrazioni precedenti, facendole pensare che lasciare gli studi non fosse la soluzione.

Prima di lasciare gli studi: un messaggio di speranza

L’esperienza universitaria della nostra protagonista è un chiaro esempio di come le scelte accademiche possano influenzare profondamente la vita di uno studente. Tra pandemia, difficoltà personali e un ambiente universitario non sempre accogliente, il suo percorso è stato tutto fuorché semplice.

In quei momenti di crisi, l’idea di lasciare gli studi si è presentata come una possibilità concreta, ma la sua determinazione le ha permesso di andare avanti.

Ma nonostante tutto, ha trovato la forza di andare avanti. La sua storia è un incoraggiamento per chi si trova in situazioni simili. La chiave? Credere in se stessi e avere pazienza, ci dice E: anche quando tutto sembra andare storto, c’è sempre una luce in fondo al tunnel.

E chissà, magari quel viaggio in Erasmus potrebbe essere l’inizio di una nuova avventura! In quei momenti di incertezza, è fondamentale ricordare che lasciare gli studi non è l’unica opzione.

Condividere le esperienze per non lasciare gli studi

Questa storia ci ricorda che l’università non è solo un luogo di apprendimento, ma anche un viaggio pieno di sfide e scoperte. Condividere esperienze, sia positive che negative, è fondamentale per creare un senso di comunità tra gli studenti.

Non siamo soli nelle nostre lotte, ci sono sempre altri che possono comprendere e supportare le nostre esperienze, dall’altra parte, forse, c’è qualcuno che ha giá affrontato le nostre stesse difficoltá.

Il futuro dopo l’università.

Ora che ha concluso il suo percorso di laurea E. si trova a un bivio.

Cosa fare dopo? La laurea in Mediazione Linguistica apre molte porte, ma la scelta del futuro può sembrare opprimente. Con la sua esperienza all’estero e le competenze linguistiche acquisite, ha molte opzioni tra cui scegliere.

Potrebbe cercare lavoro nel campo della traduzione, dell’interpretariato o addirittura nell’insegnamento delle lingue. Le possibilità sono infinite, ma la pressione di dover scegliere può essere schiacciante, e l’idea di lasciare gli studi può tornare a farsi sentire.

La Ricerca di un Lavoro: Una Nuova Sfida

Ora E. sta cercando lavoro, una fase piuttosto frustrante e demoralizzante nella vita di ogni laureato, soprattutto in un mercato del lavoro competitivo.

Le domande, i colloqui e le attese possono far sentire chiunque sopraffatto. Tuttavia, la sua determinazione e la passione per le lingue le danno la motivazione necessaria per continuare a cercare.

Lasciare gli studi non è un fallimento: smettere di crederci lo è!

L’esperienza universitaria di E. è stata un viaggio di crescita personale. Ha imparato a conoscere se stessa, a superare le sfide e a trovare la propria strada in un mondo che può sembrare confuso e caotico.

La sua storia è di grande ispirazione per tutti gli studenti costretti a confrontarsi con le alte aspettative. La strada verso il futuro è ancora lunga, ma con la determinazione e la resilienza dimostrate, è pronta ad affrontare qualsiasi cosa le riservi.

E. ci ricorda che l’università non è solo un luogo di apprendimento accademico, ma anche un’importante fase di crescita personale e sociale.
Ogni esperienza, positiva o negativa, contribuisce a formarci come individui e a prepararci per il mondo che ci aspetta.

E tu? Hai mai pensato di lasciare gli studi? Perché? Faccelo sapere sui nostri canali social!