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Ciao a tutti e a tutte e bentornati/e ad un nuovo articolo del Blog di Thesis 4u, la startup che mette in collegamento studenti e aziende. Oggi il clima estivo ci ispira e parliamo di esperienze all’estero. In particolare, del rientro dall’Erasmus.

In un altro articolo del nostro blog abbiamo parlato del Gap Year e della difficile esperienza una volta a confronto con la realtà quotidiana. Vai a leggerlo se hai vissuto quell’esperienza, invece se sei alle prese con il post-Erasmus blues continua a leggere per scoprire che nulla è perduto…

Che tu sia partito per un semestre o per un anno intero sicuramente sarà stata un’esperienza indimenticabile. Può sembrare una frase fatta, che tutti dicono appena annunci di stare per partecipare ad un programma di scambio, ma una volta giunto il giorno del rientro dall’Erasmus cominci a percepirla reale.

Ti guardi indietro e sembra proprio ieri che la tua camera era piena di vestiti sparsi e valigie da riempire, mentre oggi chiudi la porta e nello zaino sei pieno di oggetti strani, magari una bandiera firmata dai tuoi nuovi amici, fotografie e ricordi che era impossibile chiudere nei bagagli.

Allora, ti siedi sul letto e rifiuti di disfarli per non finire in lacrime e ti distrai con tutti gli impegni che si sono accumulati tra amici e parenti. Non per essere tragici, ma sappiamo che può risultare traumatico ambientarsi di nuovo a casa propria e sentirsi un po’ sconosciuti in famiglia, mentre la testa è ancora occupata dalle giornate che avresti organizzato dov’eri fino a poco prima.

Raccontare dall’inizio alla fine ogni esperienza vissuta durante i mesi di scambio non basterebbe comunque per condividere con chi non c’era la sensazione di autonomia e leggerezza che ha condito le giornate, e tutte le risate doverle estrapolare non restituirebbe il calore che rimane dentro di te a ripensarci.

Poi torni con i piedi per terra e ti rendi conto che si torna a fare sul serio, nella routine quotidiana che in fondo un po’ ti è mancata, e ricominci a vedere volti familiari curiosi ed emozionati. Ma, c’è davvero un modo per conciliare l’”io erasmus” e l’”io di casa”? Forse, non può esserci una risposta univoca e sempre vera al rientro dall’Erasmus, però possiamo provare a cercarne una che possa aiutarti…

La sindrome da rientro è una reazione psicofisica estremamente comune al giorno d’oggi in cui le nostre vite sono sempre più costellate di impegni e stress. Numerose ricerche psicologiche elencano possibili metodi per mitigare il più possibile le conseguenze e tutte iniziano con il fondamentale passo di accogliere le emozioni.

Non essendo un processo immediato, è una fase che richiede tempo. Nascondere sotto il tappeto i nostri pensieri a noi stessi è comprovato che non sia utile a gioco lungo, mentre fa la differenza diventare un alleato delle nostre voci interiori, anche se in apparente lotta tra loro.

In forma ridotta e colloquiale, questo concetto è la base di una delle teorie psicologiche e di coaching tra le più studiate e praticate. Se ti interessa e pensi possa esserti d’aiuto intraprendere un percorso di questo genere per affrontare il rientro dall’Erasmus (voice dialogue) parlane con un esperto.

Ciò a cui potrai convenire in primis è che probabilmente in questo momento non senti di essere completamente dove ti trovi e la mente vaga in meandri che prima di partire non avevi mai esplorato. Niente paura. E’ tutto più che normale. Anzi, è una fortuna che tu ti senta così, in quanto significa che l’esperienza ha avuto un impatto concreto sul tuo modo di osservare il mondo e da ora in poi ti accompagnerà nelle tue prossime scelte. Ad una condizione, però: tempo.

La nostra psiche è come un mosaico di tanti piccoli “sè” originati dalle nostre esperienze pregresse, il nostro carattere e i nostri istinti che comunicano tra di loro ogni volta che bisogna prendere una decisione, ovvero quasi ad ogni stimolo. Spesso è facile che siano d’accordo e che procediamo senza esitare. In altri casi, pare che dentro di noi ci sia un vero e proprio campo di battaglia senza che nessuna voce riesca a prevalere sulle altre.

Il nuovo compagno del rientro dall’Erasmus adesso fa parte del coro e la sua voce è piuttosto squillante, dunque per placare gli animi generali è bene lasciare del tempo per ambientarsi. Questa metafora è finalizzata a lasciare intendere che è necessario dedicarsi del tempo concreto, negli ambienti che ci accolgono, per prendere sempre consapevolezza dei cambiamenti che ci stanno attraversando.

Facile, no? Non troppo, e soprattutto non tutti rispondiamo allo stesso modo durante questi momenti di transizione. Dunque, prenditi cura di te e il resto verrà da sè!

RIentro

Dopo un po’, sembrerà quasi di essere tornati alla normalità e il dubbio che si farà strada sarà più il cercare di mantenere vivo l’Erasmus dentro di noi.

Pare una contraddizione, ma è naturale che sentirsi stretti a casa propria dopo aver assaporato libertà e un altissimo ritmo di eventi, nuove conoscenze e stimoli, richiami un ritorno a vecchie abitudini che restituiscono però il sapore di una tranquillità che sembrava lontana. Nel grande cocktail di emozioni non mancheranno un po’ di sana noia e nostalgia attiva che possono spronarci ad occupare il nostro tempo in modo creativo.

Dopo tantissime conversazioni con ragazzi di rientro dal semestre all’estero abbiamo ascoltato tantissime splendide iniziative che hanno messo in atto e che senza la spinta lasciatagli ancora dall’adrenalina del loro viaggio non avrebbero forse fatto immediatamente senza pensarci due volte.

Ne distinguiamo di due tipologie: progetti a breve e a lungo termine e consigli per porre in evidenza la tua esperienza sui social e sul curriculum, per fare in modo che il rientro dall’Erasmus si trasformi in un valore aggiunto, sperando che possano ispirarvi!

  • Tappezzare un muro della camera di fotografie scattate durante l’Erasmus;
  • Organizzare appena atterrati un rientro a sorpresa dai coinquilini rimasti ancora per un semestre;
  • Scrivere una lettera alle nuove persone che si sono conosciute e a quelle che conosci da sempre per raccontare il tuo vissuto;
  • Iscriversi a gruppi di volontariato, gruppi di scambio o associazioni internazionali nella propria città;
  • Iniziare a praticare seriamente un nuovo sport a cui non pensavi di essere portato e che hai provato per gioco;
  • Diventare student ambassador e raccontare la tua esperienza;
  • Terminare un progetto lasciato in sospeso prima di partire che si pensava di abbandonare.
  • Prendere una certificazione linguistica studiando approfonditamente la lingua della tua destinazione;
  • Prenotare un viaggio da solo zaino in spalla dall’altra parte del mondo;
  • Portare la propria famiglia e/o amici a visitare i luoghi del tuo Erasmus;
  • Mantenere il più possibile i contatti e pianificare di visitare i nuovi amici in tutto il mondo;
  • Iscriversi ad un nuovo Erasmus o esperienze Erasmus+;
  • Scegliere un nuovo corso di laurea o Master all’estero;
  • Mantieni i contatti con il Career Service dell’università in cui hai trascorso il semestre per non perdere possibili opportunità lavorative;
  • Cercare tirocini/internship/lavoro in un’altra città.
Rientro dall'Erasmus - Thesis 4u

Durante il periodo di rientro dall’Erasmus e la continuazione del percorso di studi o lavorativo in tanti si domandano, oltre a come ricominciare nella vita privata ad avere una routine, come far emergere questa esperienza agli occhi dei futuri employers nel modo più efficace possibile.

Nello specifico, quale può essere la strategia migliore per dare una chiave di lettura del rientro dal’Erasmus utile alla tua carriera? Ecco qualche consiglio che tanti hanno seguito e che ha portato ad ottimi risultati:

  • Crea una sezione specifica nell’area “formazione” del tuo CV in cui menzioni il nome della tua università all’estero e il periodo di permanenza. In questo modo potrai mettere in evidenza il tuo percorso versatile e farlo risaltare anche da una rapida lettura del curriculum;
  • Aggiungi su Linkedin un’esperienza di studio accanto alla tuo percorso ordinario di laurea;
  • Scrivi un breve post su Linkedin in cui taggare l’università ospitante, in cui tu possa riassumere ciò che hai imparato e il valore aggiunto che il periodo all’estero ha contribuito a formare per i tuoi obiettivi futuri di studio e lavorativi;
  • Aggiungi connessioni tra i nuovi compagni e docenti incontrati nel percorso per ampliare il tuo network;
  • Se hai seguito specifici corsi o partecipato ad attività aggiuntive che sono degne di nota, carica gli attestati di partecipazione sul tuo profilo Linkedin.

Qualora non fossi un esperto di Linkedin e delle sue funzionalità, non preoccuparti abbiamo una puntata del nostro podcast che riassume i motivi per cui renderlo un alleato del tuo CV e spiega come utilizzarlo al meglio. Dai un’occhiata!

Queste e tante altre idee possono aggiungersi ai punti positivi del rientro dall’Erasmus dopo un lungo periodo e da cui continuare per costruire una routine quotidiana più adatta a chi senti di essere. L’importante è avere pazienza verso se stessi, verso chi ci accoglie di nuovo e verso chi abbiamo incontrato che invece starà probabilmente vivendo il nostro stesso percorso in un modo completamente diverso.

A volte basta fare un piccolo passo indietro, respirare per rendersi conto che il rientro dall’Erasmus che poteva sembrare una catastrofe insuperabile, non è altro che una fonte di ricchezza inesauribile.

Ben tornato/a!

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