“Quelli che girano il mondo, lavorando ovunque grazie a Internet”
Associazione Italiana Nomadi Digitali (ETS)
Chi sono i Nomadi Digitali?
Ti sei mai chiesto come sarebbe poter viaggiare senza sentirsi ostacolati dal proprio lavoro o dal proprio studio, e ti sei mai detto che ti piacerebbe vivere così? Beh, allora che fortuna, stai vivendo nell’epoca ideale!
I Nomadi Digitali sono proprio persone che hanno scelto di intraprendere uno stile di vita simile a questo, e grazie alla tecnologia (dispositivi, connessione, o cloud), riescono a lavorare per un’azienda di Milano, comodamente seduti di fronte all’azzurro mare australiano.
Stereotipi sui Nomadi Digitali
L’idea che molte persone sviluppano appena vengono a conoscenza del termine e di cosa si tratta, porta a pensare che un lifestyle come quello dei Nomadi Digitali possa essere sostenuto solo da giovani intraprendenti che, con uno zaino in spalla, si buttano in avventure in giro per il modo in cerca di libertà…in realtà le statistiche mostrano tutto il contrario.
Nonostante non sia facile riportare il numero esatto di Nomadi Digitali, i dati raccolti e riportati dall’Associazione Nomadi Digitali mostrano fasce di età delle quali la fetta più larga è occupata da uomini e donne (con una percentuale leggermente maggiore di donne) tra i 30 e i 50 anni (circa il 64%), mentre circa il 27% ha un’età superiore ai 50 anni, e solo il 9% ha meno di 30 anni!
Si ma quando nascono i Nomadi Digitali?
Nei primi anni ’60 del 900 Herbert Marshall McLuhan, sociologo e filosofo, nel suo libro “La Galassia Gutenberg: Nascita dell’Uomo Tipografico” immagina una rete di comunicazione che permette di condividere e ricevere informazioni istantaneamente, senza il bisogno di percorrere fisicamente distanze: praticamente pensava ad Internet, prima della sua nascita.
Negli anni ’80 alcune aziende sperimentano il cosiddetto Telelavoro, e gli orari e ritmi lavorativi diventano in generale più flessibili.
È il 1990, e boom: World Wide Web.
Da lì gli antenati di quelli che sarebbero poi diventati cellulari, laptop, e motori di ricerca nascevano, aprendo porte a possibilità prima di allora neanche immaginate.
Ti rendi conto che la prima volta in cui si è ufficialmente parlato di Nomadi Digitali è stata solo sette anni dopo? Infatti, nel 1997, nel libro di Tsugio Makimoto e David Manners “Digital Nomads” (da qui la traduzione del nome) viene per la prima volta coniato il termine.
Come profeti, Makimoto e Manners, nel loro libro parlano del fatto che grazie alla tecnologia, le persone potranno muoversi intorno al globo anche studiando, e lavorando.
All’inizio del nuovo millennio, le prime coraggiose compagnie informatiche assumono i primi sviluppatori da remoto, creando anche le prime piattaforme di freelance: questo incrementa anche l’utilizzo di piattaforme di videoconferenza, e la nascita di social media.
ATTENZIONE, ATTENZIONE: nasce il Cloud Computing! Archiviazione, elaborazione, e trasmissione di dati: come una grande nuvola intorno al mondo (ma in positivo, così sembra catastrofico), a portata di connessione, la condivisione non è mai stata così facile!
Intorno al 2015, il fenomeno dei Nomadi Digitali è ormai affermato, e sempre più comune, favorito anche dalla creazione da parte dei Nomadi, di diverse community online, volte a pubblicizzare e a far conoscere il nuovo stile di vita. Ad esempio, conosci NDI? Dagli un’occhiata!
Ed eccoci arrivati ad oggi, o meglio, a ormai quasi due anni fa: nel 2020.
Come abbiamo visto nel precedente articolo sull’Innovazione Digitale, la pandemia degli ultimi anni ha avuto un ruolo fondamentale nell’accelerazione del processo di digitalizzazione, e questo ha aperto anche una porticina nella mente di chi, prima, vedeva lo stile di vita del Nomade Digitale come una meta appetibile ma irraggiungibile.
I lockdown hanno spalancato questa porta, confermando a tutti, che è possibile più che mai lavorare e studiare in remoto, addirittura viaggiando.
Il Manifesto dei Nomadi Digitali
Come ogni movimento o stile di vita che si rispetti, anche quello dei Nomadi Digitali ha un Manifesto, e possiamo leggerlo sul sito ufficiale di nomadidigitali.it: si divide in 10 punti, ed è stato scritto per “condividere con te e con tutte le persone che vogliono girare il mondo inseguendo le proprie passioni e lavorando grazie a Internet, i principi in cui crediamo e sui quali vogliamo costruire e sviluppare il nostro progetto.”
“Ci piace pensare che tutte le persone che desiderano rendersi indipendenti per lavorare ovunque nel mondo, possano sentirsi unite e accumunate da uno stesso modo di vivere, di agire e di comportarsi, facendosi portavoce con gli altri della nuova filosofia di vita e di lavoro che i nuovi nomadi hanno fatto nascere.“
I 10 punti sono:
- “Siamo pionieri di una nuova era”
- “Viviamo seguendo i nostri sogni“
- “Condividiamo, Collaboriamo, Cooperiamo“
- “Crediamo in una nuova ricchezza: Tempo e Mobilità“
- “L’avventura ci esalta: ci piace vivere e lavorare nei posti più diversi“
- “Usiamo i social network per viaggiare, condividere e darci una mano“
- “Difendiamo la rete con il coltello fra i denti”
- “Usiamo le nuove tecnologie per abbattere i muri che ci dividono“
- “Crediamo che si possa essere sostenibili facendo ciò che più piace“
- “Siamo minimalisti: consumiamo di meno e creiamo di più“
Gli strumenti necessari per diventare dei Nomadi Digitali
La libertà di un lavoratore nomade è molto spesso maggiore rispetto a quella di un lavoratore tradizionale, ed è resa possibile grazie ai suoi strumenti magici: scherziamo, si tratta di strumenti comuni e facili da reperire nel mondo reale…
Come avrai già immaginato, uno dei primi oggettini che un Nomade Digitale non può non avere è il suo laptop: questo può connettersi ad internet e al cloud, attraverso di esso si può comunicare, scrivere, condividere, ricercare…insomma, sappiamo tutti cosa possa fare un laptop!
Partendo dal laptop si possono intuire altre cose fondamentali che si devono avere per essere sicuri di avere tutto l’occorrente: esatto, i programmi sul laptop! Parliamo di app e piattaforme di teleconferenze come meet e zoom, strumenti di condivisone e archiviazione, quali Microsoft 365 (che include tantissimi servizi), Google Drive e Slack (software di collaborazione aziendale).
Perché tutti questi funzionino c’è bisogno di una connessione a rete fissa (o in alternativa rete mobile) stabile: ricordati che se ti sposterai di paese in paese avrai bisogno di un’offerta convenente in termini di minuti e dati in roaming e verso l’estero, ma fortunatamente ogni giorno vengono proposti nuovi piani super vantaggiosi.
Senza andare troppo lontano, se hai mai viaggiato dall’Italia all’Inghilterra, avrai visto che le tipologie di prese di corrente cambiano, e di conseguenza anche le spine per potervi accedere sono differenti: per ovviare a questo problema esistono degli adattatori universali, acquistabili anche su Amazon, che ti faranno tirare un sospiro di sollievo dovunque ti troverai.
Rimanendo in tema di ricarica batteria, magari ti troverai in posti senza corrente né prese, ma non temere, esiste una soluzione anche per questo: quello che stai cercando è un Power Bank, vale a dire un comodo caricabatterie portatile, anche questo acquistabile su Amazon.
Per quanto riguarda tutta la parte economica, è molto vantaggioso avere conti o tessere prepagate gestibili da app o sito web, tra cui consigliamo N26 (una banca totalmente online con sede in Germania).
Ultimo ma non meno importante: conoscenza dell’inglese! Se già conosci la lingua non avrai problemi a comunicare con collaboratori o con gente locale, ma se vuoi impararla prima di partire, un modo facile e divertente è attraverso Babbel (app per imparare lingue, non solo l’inglese!), ma anche guardando serie tv e film in lingua originale, oppure se sei più intraprendente comincia a viaggiare, la lingua la imparerai sul campo!
Le destinazioni più gettonate dai Nomadi Digitali
Come scegliere le mete migliori secondo le proprie esigenze?
Ovviamente dipende totalmente dai tuoi gusti e bisogni, ma esiste una classifica creata da Nestpick (una piattaforma per trovare il proprio appartamento ideale, nella propria città ideale), che tiene conto di:
- rapporto qualità-prezzo
- qualità delle infrastrutture
- legislazione e libertà
- costo e qualità della vita
Le 10 migliori città secondo questa classifica sono le seguenti:
Avendo visitato queste città personalmente, anche se solo da turista, non posso negare che pensare di viverci non mi dispiacerebbe per niente.
Nella classifica il nome di alcune città italiane non manca, infatti rispettivamente al 62esimo e 69esimo posto troviamo Roma e Bari, non male!
Alcune testimonianze dai Nomadi Digitali in carne ed ossa!
Ne stiamo parlando noi esterni, ma quale miglior racconto di uno fatto da qualcuno che vive in questo modo?
Per fortuna, come abbiamo visto, uno dei motivi per i quali esistono le community online, è quello di condividere le proprie esperienze ed opinioni, in particolare per i Nomadi Digitali: questo ci viene in aiuto per dare un occhio più da vicino a questo lifestyle, che un domani potrebbe diventare anche il nostro, o il tuo!
Un esempio è quello di Sara Bigatti, che dopo la laurea comincia subito il suo tirocinio in uno studio di design a Milano, ma già poco tempo dopo si accorge che le opportunità nella città che aveva sempre considerato “l’unica città” sono limitate, e si trasferisce a Londra.
Comincia a lavorare da Harrods (la versione inglese della nostra Rinascente) come commessa: guadagna bene ed impara l’inglese.
Sara è bombardata da stimoli, ma sa che la busta paga non può bastare per soddisfare il sentirsi completi, perciò torna in Italia per poco, giusto il tempo di riconnettersi con ciò che le piace fare: la grafica.
Approccia al mondo del web design quasi da autodidatta, rendendosi conto che lavorare da freelance è possibile, e che si può sostituire carta e penna con schermo e mouse.
Sara non descrive questo cambiamento come facile, ma anzi, come complesso e sfidante, e afferma che una cosa che l’ha aiutata molto è stato lo yoga: grazie a questo riesce a ricalibrare le energie e ad entrare in contatto con il suo corpo e con la sua mente, con i suoi valori ed i suoi desideri.
Poco tempo dopo parte alla volta del Messico, e sorpresa da quanto un paesaggio del genere stimolasse la sua creatività, ha la sua “grande idea”: unire le sue due passioni.
Conosce un’insegnante di yoga e si appassiona così tanto che diventa lei stessa insegnante in una scuola locale: nel mentre la sua mente tesse i fili del suo progetto, e da lì a comincia a lavorarci.
E’ nel 2013 a Bali, in Indonesia, che apre ufficialmente la sua piattaforma online riguardante lo yoga, e la chiama “la scimmia yoga“: il processo di realizzazione è anche dovuto al fatto che si appoggia a Startup Getaway (un acceleratore di Startup), che le permette di lavorare in un ambiente intrigante e pieno di stimoli, come dovrebbe essere un qualunque ufficio.
Dopo il video corso pilota lanciato sulla piattaforma, per Sara è tutto in discesa: si sente appassionata, dinamica e produttiva, soddisfatta di se stessa e del lavoro che fa, che può continuare a fare e sviluppare da qualsiasi parte del globo lei sceglierà di viaggiare.
Allora, diventeremo Nomadi Digitali?
Il mare, anzi, il globo delle possibilità è infinito, quindi come avrai visto anche dalla testimonianza non è necessario partire con la certezza di sapere cosa si andrà a fare, proprio perché può succedere che le cose cambino.
Puoi pensare di fare un lavoro che non ti soddisfa dopo la laurea, ma avventurarti in Messico dopo un po’, a scoprire chi sei e cosa vuoi veramente, in modo da riuscire a sentirti straboccante di stimoli e di contentezza, oppure partire subito alla volta dell’Australia per poi renderti conto che ti piace fare il notaio in un paesino italiano sperduto.
Non sappiamo dove finiremo, o dove inizieremo, ma l’importante è mantenere una mente aperta e propositiva, con la consapevolezza che la nostra città o il nostro paese non devono essere necessariamente quelli definitivi: che tu voglia spostarti facendo il nomade lavorando o che tu voglia fare il notaio sedentario, in un modo o nell’altro sarai in viaggio in questo meraviglioso percorso che stiamo facendo tutti, quindi zaino in spalle…partiamo?
Partiresti in un paese straniero lavorando? Dove andresti? Diccelo sui nostri social!
About the author: Dennis, Blog Ambassador.
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