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Ciao a tutti e a tutte bentornati/e in in un nuovo articolo del blog di Thesis 4u, la startup innovativa che mette in collegamento gli studenti e le studentesse con le aziende, grazie alle tesi di laurea in azienda.

Come saprai, noi di Thesis 4u crediamo molto nelle tesi di laurea, e crediamo sia anche molto importante condividere quelle più interessanti e innovative, dando la possibilità a te che leggi questo articolo di prendere spunto o di informarti su qualcosa che non sapevi.

Anche tu puoi candidare la tua tesi di laurea ad essere pubblicata sul nostro blog! Per farlo ti basta compilare questo form, rispondere alle domande e darci qualche dettaglio sulla tua tesi. Ogni mese scegliamo una tesi “vincitrice” che poi pubblichiamo.

Questa volta abbiamo scelto una tesi molto originale e che può avere un impatto importante sulle vite degli individui affetti da Afasia, un disturbo del linguaggio e della comunicazione che si manifesta in seguito ad eventi traumatici come tumori cerebrali o ictus. Il lavoro dell’autrice della tesi, Martina Ragni, ci ha catturato perchè unisce la sua passione per la danza, al suo impegno sociale nei confronti delle persone afasiche.

La tesi che vi proponiamo oggi si chiama “Parole in tango: studio osservazionale degli effetti della tangoterapia sulla comunicazione e partecipazione sociale nella persona con afasia“, che Martina ha sviluppato a conclusione del suo percorso di studi triennale in Logopedia presso l’Università Politecnica delle Marche di Ancona.

Scopriamo allora la tesi sulla tangoterapia di Martina!

Puoi anche leggerla integralmente qui!

Martina Ragni, classe 2002, ha recentemente concluso il suo percorso di laurea triennale in Logopedia presso l’Università Politecnica delle Marche ad Ancona. Attualmente, sta proseguendo gli studi magistrali presso l’Università di Chieti, frequentando il corso di Computation Cognitive Science, un programma ancora giovane e innovativo che si concentra sulla ricerca in ambito cognitivo, studiando funzioni mentali, processi decisionali e anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Martina è una persona attiva e creativa. Nel tempo libero ama dedicarsi alla danza, una passione che la accompagna da sempre. Durante gli anni universitari, Martina ha svolto piccoli lavori come babysitter e aiuto-compiti, attività che riflettono il suo interesse per il contatto umano e, in particolare, per lavorare con i bambini.

Un capitolo importante della sua esperienza è legato all’A.IT.A., l’Associazione Italiana Afasici, dove ha iniziato a fare volontariato ancor prima di scegliere il tema della sua tesi. Martina descrive l’associazione come una grande famiglia che le ha trasmesso valori profondi e le ha offerto un ambiente stimolante.

È stata proprio questa esperienza a ispirarla a sviluppare la sua tesi sulla tangoterapia, dandole la possibilità di unire il suo impegno per le persone con afasia a una delle sue più grandi passioni: la danza.

tesi sulla tangoterapia

Per realizzare la sua tesi sulla tangoterapia, Martina ha collaborato con l’associazione A.IT.A. Marche, che si occupa di supportare persone affette da afasia e le loro famiglie. L’associazione, grazie ai fondi raccolti dai soci e da donazioni, ogni anno finanzia attività e iniziative utili per i propri membri. Proprio in questo contesto, Martina ha avuto la possibilità di proporre e sviluppare il suo progetto di tesi, che ha portato avanti con il supporto dell’associazione e con la partecipazione dei suoi iscritti.

Lo studio ha coinvolto dieci partecipanti, uomini e donne in ugual numero, di età compresa tra i 50 e gli 80 anni, tutti affetti da afasia cronica. Martina ha deciso di concentrarsi sull’afasia causata da ictus ischemico, la forma più comune, per rendere il campione più uniforme e gestibile.

I partecipanti presentavano una cronicità variabile, da uno fino a venticinque anni, permettendo di osservare le diverse fasi di sviluppo della patologia. La tipologia di afasia più frequente nel campione era quella non fluente, caratterizzata da difficoltà nel formulare frasi complete, ma con una comprensione relativamente preservata.

Martina ha voluto sottolineare una scelta importante nell’approccio della sua tesi sulla tangoterapia: concentrarsi sulla fase cronica dell’afasia. Sebbene di solito vengano studiati e trattati pazienti nella fase acuta dell’ictus, Martina ha deciso di lavorare con persone che si trovano in una fase cronica, un periodo in cui i miglioramenti sono generalmente più lenti e meno evidenti.

Questa scelta è stata guidata dal fatto che spesso i pazienti in fase cronica non vengono considerati per trattamenti o studi di ricerca, poiché i progressi sono ritenuti marginali. Tuttavia, Martina ha voluto sfidare questa visione, rifacendosi al concetto di neuroplasticità, che dimostra che anche in questi pazienti è possibile osservare miglioramenti, seppur più contenuti e a lungo termine.

La sua tesi sulla tangoterapia si è sviluppata come uno studio sperimentale di tipo osservazionale. Martina ha iniziato con una fase preliminare di analisi conoscitiva, raccogliendo informazioni dettagliate sui partecipanti attraverso una serie di domande anamnestiche. Questo passaggio è stato fondamentale per delineare il profilo di ogni soggetto e comprendere il loro stato di partenza.

Il cuore dello studio era valutare gli effetti della tangoterapia, un approccio innovativo che utilizza il ballo come strumento terapeutico. L’obiettivo era esplorare in che modo il tango potesse migliorare la comunicazione non solo verbale, ma anche non verbale, sfruttando i movimenti, l’interazione e il ritmo per favorire una maggiore partecipazione sociale.

tesi sulla tangoterapia

Dopo i primi incontri conoscitivi con i partecipanti, Martina ha avviato la fase di valutazione iniziale. Questa fase non si è limitata a un’analisi superficiale, ma ha previsto un approccio multidimensionale, indispensabile per comprendere a fondo le caratteristiche di ciascun partecipante. Un elemento fondamentale di questa fase è stato instaurare una relazione personale con i soggetti coinvolti: un legame di fiducia che è risultato essenziale per il buon esito del progetto.

Per valutare la comunicazione, Martina ha utilizzato test specifici come il CETI-M e la scala COST, strumenti che consentono di analizzare diversi aspetti delle abilità comunicative.

In parallelo, ha indagato la partecipazione sociale e l’autonomia comunicativa attraverso un questionario che ha ideato personalmente: il QPASS. Grazie a questo strumento, è stato possibile esaminare l’attività e la partecipazione quotidiana di ciascun partecipante, raccogliendo informazioni approfondite sulle loro esperienze.

Un altro aspetto preso in considerazione è stato l’aspetto emotivo, strettamente legato all’espressione della danza. Per valutarlo, Martina ha utilizzato il D-VAMS, un test visivo particolarmente adatto ai soggetti con afasia, poiché evita complicazioni legate alla lettura o alla comprensione verbale. Attraverso il DIVAMS, i partecipanti dovevano regolare l’espressione di una faccia stilizzata per farla corrispondere al proprio stato emotivo, offrendo un modo immediato e intuitivo di esprimersi.

Oltre alla comunicazione e all’emotività, Martina ha analizzato anche il linguaggio, distinguendolo dalla comunicazione, in quanto due domini separati. A questo scopo, ha utilizzato un subtest di descrizione di figure tratto dall’Esame del Linguaggio 2, utile per osservare le capacità linguistiche residue dei partecipanti.

Infine, ha incluso nella sua tesi sulla tangoterapia un’analisi del carico assistenziale dei caregiver, considerando l’impatto significativo che l’afasia ha sulla vita quotidiana delle persone vicine ai soggetti affetti, un elemento spesso trascurato ma di grande rilevanza.

Conclusa la fase di valutazione, che ha richiesto circa un’ora per ogni partecipante, Martina ha dato il via al vero e proprio trattamento di tangoterapia nel mese di marzo. Per condurre questa parte del progetto, si è avvalsa della collaborazione di una counselor fisico-corporea specializzata in Adapted Tango, una forma di tango adattata alle capacità di ciascun partecipante.

Questo tipo di danza non richiede l’applicazione rigida di passi o coreografie, ma lascia spazio al movimento e all’espressione personale. Per Martina, che non aveva precedenti esperienze con il tango, è stato un percorso nuovo e stimolante, reso possibile grazie alla formazione ricevuta dalla counselor.

La scelta del tango non è stata casuale: Martina si è basata su evidenze scientifiche che suggeriscono i benefici di questa danza nel favorire l’intenzionalità comunicativa. Durante il ballo, infatti, i partecipanti dovevano trasmettere al proprio partner l’intenzione del passo da compiere attraverso movimenti e impulsi, un’attività che stimola sia la comunicazione non verbale che l’interazione sociale.

Il trattamento si è svolto in un arco di tre mesi, da marzo a maggio, per un totale di 11 incontri. Al termine della fase di tangoterapia, Martina ha effettuato una rivalutazione utilizzando gli stessi test e le stesse modalità iniziali. Questo approccio ha permesso di confrontare i risultati in modo oggettivo ed equo, evidenziando i progressi ottenuti dai partecipanti nel corso del progetto.

tesi sulla tangoterapia

Tra i mesi di luglio e agosto, Martina ha concluso il suo progetto di tesi con l’analisi e l’elaborazione dei risultati raccolti durante il trattamento di tangoterapia. Dall’analisi dei dati è emerso che il progetto ha portato miglioramenti significativi in diversi domini: l’efficacia e l’autonomia comunicativa dei partecipanti sono aumentate, così come la loro partecipazione sociale e l’impatto emotivo positivo legato all’esperienza.

Un aspetto rimasto invece piuttosto inalterato è stato quello del carico assistenziale per i caregiver. Nonostante i progressi osservati nei partecipanti, i familiari o chi si prendeva cura di loro non hanno rilevato cambiamenti significativi nel livello di autonomia dei loro cari nella quotidianità.

Questo risultato, pur essendo una piccola criticità, non ha influito sulla valutazione complessiva del progetto, che si è rivelato comunque molto soddisfacente per tutti i soggetti coinvolti.

Martina ha raccolto anche le opinioni dei partecipanti attraverso un questionario di gradimento, che ha confermato la validità del trattamento come forma alternativa di terapia. I partecipanti hanno evidenziato alcuni punti di forza del tango che hanno contribuito al successo del progetto.

Tra questi, l’uso della musica è stato particolarmente apprezzato, così come il contatto fisico, l’impiego del corpo e il movimento in generale. Un altro aspetto molto positivo è stato il senso di appartenenza e connessione che si è creato all’interno del gruppo: i partecipanti si sono sentiti più uniti e hanno sviluppato legami significativi tra di loro.

Puoi la tesi integralmente qui!

Martina ha vissuto questa esperienza come un percorso estremamente arricchente, sia dal punto di vista professionale che umano. Fin dall’inizio, i partecipanti si sono dimostrati molto entusiasti e collaborativi, sostenendo con grande apertura l’idea del progetto. Questo supporto incondizionato è stato una fonte di ispirazione per Martina, che ha potuto apprendere molto da loro, non solo a livello accademico, ma anche personale.

Durante il progetto, Martina ha potuto contare sul prezioso supporto della sua relatrice universitaria e della correlatrice, una logopedista attiva presso l’A.IT.A. Entrambe hanno avuto un ruolo chiave nell’aiutarla a strutturare il progetto, guidandola sia dal punto di vista metodologico che motivazionale.

A differenza di molte esperienze di tesi, dove relatori e correlatori non sempre seguono con attenzione il percorso dello studente, Martina si è sentita accompagnata e sostenuta in ogni fase del lavoro. Questo supporto le ha permesso di affrontare con maggiore sicurezza le sfide del progetto.

Non sono mancate, tuttavia, alcune piccole difficoltà lungo il percorso. Una delle sfide principali è stata gestire la variabilità nella frequenza degli incontri da parte di alcuni partecipanti, legata a imprevisti personali o famigliari.

Questi episodi, del tutto naturali considerando le complessità delle loro vite, hanno portato a qualche momento di incertezza per Martina. Tuttavia, il sostegno delle sue tutor e l’entusiasmo costante dei partecipanti che hanno proseguito il percorso sono stati fondamentali per mantenere alta la motivazione.

Martina si porta via la soddisfazione di aver offerto un’opportunità di riscatto e integrazione sociale ai partecipanti, superando la visione dell’afasia come una limitazione e concentrandosi sulle potenzialità comunicative e relazionali di ciascuno.

L’approccio non convenzionale del progetto, che si è svolto in un ambiente informale e accogliente come un centro ricreativo, ha rafforzato il messaggio che la comunicazione e il linguaggio non sono solo ambiti clinici, ma anche strumenti per costruire relazioni e migliorare la qualità della vita. L’impatto sociale di questa esperienza è stato ciò che Martina ha apprezzato di più, lasciandole un ricordo profondo e indelebile.

tesi sulla tangoterapia