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Stai vivendo un blocco universitario e non sai come uscirne? Ne parliamo con la dott.ssa Antonietta Caputo!

Ciao a tutti/e e bentornati/e ad un nuovo articolo del blog di Thesis 4u, la startup innovativa che mette in collegamento gli studenti e le studentesse con le aziende, grazie alle tesi di laurea in azienda.

L’articolo di oggi è particolarmente speciale e potrebbe fare al caso tuo soprattutto se sei davanti ad un vicolo cieco o stai affrontando un momento di grande sconforto o di difficoltà che ti ha portato ad avere un blocco universitario. Forse stai anche pensando o valutando di mollare tutto!

Fermati! La risposta non è affatto scontata e prima di prendere qualsiasi decisione, una delle cose davvero importanti da fare è capire perché ci si è bloccati. Il blocco è semplicemente causa di un esame che stai trovando particolarmente difficile o c’è una motivazione più profonda, alla base?

Partiamo, infatti con lo stabilire che l’università non è affatto semplice. E’ vero, la mole di studio è molta, ma non possiamo ridurre tutto al lavoro da fare: la verità è che tu, non sei solo uno studente o una studentessa: sei tanto altro. Quando scegliamo che tipo di facoltà fare o, addirittura scegliamo se fare l’università o meno, entrano in ballo moltissime variabili (che definirei interne) che non sono affatto trascurabili.

Quanto conta il parere di mamma e papà sul tipo di Facoltà che hai deciso di intraprendere? Quanto contano le dinamiche familiari che stai affrontando durante il periodo universitario? Sei fuoricorso? Hai difficoltà a presentarti agli esami perché procrastini?

Di questo e molto altro, ne parliamo in questo articolo con una psicologa psicoterapeuta: la dott.ssa Antonietta Caputo!

blocco universitario

La dott.ssa Caputo è una psicoterapeuta Sistemico-Relazionale e ha phD in Scienze della Mente: si è specializzata in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione ed attualmente è anche docente a contratto di Psicologia Clinica presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca.

La scelta di dedicarsi allo studio della psicologia e quindi dei comportamenti umani è arrivata a 21 anni, dopo aver lasciato il conservatorio per motivi di salute. Ed è proprio a questo punto che la dott.ssa Caputo ha iniziato a vivere, pur avendo preso una scelta dettata dall’interesse, un blocco universitario.

Questo blocco fu superato e sviscerato proprio grazie alla psicoterapia: la dott.ssa Caputo capì infatti perché era bloccata e perché la procrastinazione prendesse il sopravvento ogni volta; nel suo caso, in particolare, il blocco era legato ad una forte ansia per il futuro e per il tanto incerto “mondo del lavoro”.

Superare questo blocco ha permesso ad Antonietta di diventare una grande professionista:

Adesso applico tutte le mie competenze nel mio lavoro con le persone: in quella che definisco una ricetta unica, sensibile di modifiche ogni volta. L’integrazione di più approcci è la base per adattare i miei metodi di lavoro alla persona che chiede il mio aiuto, e non viceversa!

Se vuoi conoscere la sua attività divulgativa in merito al metodo di studio e al blocco universitario, puoi seguire la dott.ssa Caputo su Instagram e/o sul suo sito, ricco di risorse per te che sei studente!

Blocco universitario: perché non è solamente una questione di metodo di studio

Sapevi che non esiste un metodo di studio universale?

Ebbene sì, la dottoressa Caputo ci riferisce che, durante la sua attività di psicoterapia, alcuni studenti e studentesse riportano di essere convinti/e di non saper studiare, o di avere difficoltà a mettere in pratica un metodo di studio. In realtà, non è così: un metodo di studio assoluto e valido per tutti non esiste!

Questa conclusione è stata tratta dalla dottoressa dopo che, durante il dottorato, facendo tutoraggio agli studenti e grazie alla loro testimonianza, venne a conoscenza di corsi “prefabbricati” che aiutassero i ragazzi nell’acquisizione di un metodo di studio miracoloso, che li aiutasse a sbloccarsi dando esami in pochissimi giorni, risolvendo tutti i problemi. Insomma, una vera panacea di tutti i mali!

Ed è qui che bisogna fare attenzione. Alcuni di questi corsi hanno un lato nascosto, molto angosciante, che ha spinto poi questa psicologa verso l’attività informativa (e di denuncia) che porta avanti sui social. Durante gli anni, ha avuto modo di raccogliere diverse testimonianze a riguardo e ha potuto osservare come questi metodi universitari preformati andassero a toccare aspetti psicologici fragili degli studenti, che spinti dal loro blocco, cercavano una soluzione rapida.

Non è obiettivo dell’articolo approfondire le attività di marketing e di brainwashing che vengono attuate in tali corsi, ma il messaggio che la psicoterapeuta vuole mandare è di diffidare di chi vuole imporci dei metodi preconfezionati, che si rivelano oltre che inutili addirittura controproducenti. La psicologa testimonia infatti di aver aiutato degli studenti che, dopo aver frequentato questi corsi, hanno avuto dei gravi scompensi psicologici, e che quindi hanno chiesto aiuto psicoterapeutico per uscire da questo blocco universitario.

Ma perché un metodo di studio non dovrebbe esistere? E la tecnica del pomodoro, la tecnica Feynman e tutte le altre tecniche di studio?

blocco universitario

Sono appunto delle tecniche (anche valide!), che potrebbero funzionare per qualcuno, ma essere un flop per un altro studente. Questo accade perché esiste tutta una serie di fattori contestuali che vanno a impostare qual è il metodo di studio più utile per quello studente, ma in quella specifica materia e in quello specifico momento di vita. La cosa principale è valutare come funziona proprio il processo di apprendimento, che è una somma di d costrutti psicologici personali da valutare.

Una volta valutati questa serie di costrutti psicologici, il tecnico professionista, in questo caso un psicologo che si occupa di questo, può stilare una serie di guide adatta, costruita sulle caratteristiche cognitive del singolo.

Va ricordato anche che, tu, non sei solo uno studente, ma sei soprattutto una persona! Ogni studente ha, ovviamente, anche delle esigenze individuali, per cui non esiste un metodo acquistabile, ma la possibilità di costruirne uno proprio personale.

La dott.ssa Caputo si accorse anche che, nelle consulenze che faceva all’inizio, un blocco universitario non è dovuto solo ad una difficoltà nella pianificazione dello studio, ma c’era dell’altro.

blocco universitario

Blocco universitario: ma cos’è questo “altro”?

In questo caso il blocco universitario è un blocco evolutivo.

Come professionista, la psicoterapeuta ha potuto capire che alcune sintomatologie psicologiche (come un’ansia talmente forte da impedire di studiare o di presentarti all’esame) nascondono motivazioni completamente diverse dal tema universitario. E’ come se il cervello si ingegnasse, attraverso il sintomo del blocco universitario: il blocco universitario diventa la modalità meno dolorosa per segnalare un disagio, invece, molto doloroso.

Il blocco universitario diventa un sintomo più accettabile per lo studente: purtroppo, invece, il blocco universitario è la punta di un iceberg che altre volte può stare a significare una sofferenza psicologica. Il blocco universitario può nascondere sindrome ansioso-depressiva o una sintomatologia post-traumatica da stress o uno stress in corso.

E’ proprio per questo che talvolta, piuttosto che giudicarsi rabbiosamente dei cattivi studenti, è molto più funzionale avere un approccio gentile con se stessi e analizzare all’interno della relazione terapeutica se ci sono questioni interiori latenti e che hanno a che fare con il singolo individuo.

La funzione del blocco è, in questo caso, un blocco della crescita o in generale, una difficoltà evolutiva che molto spesso non è nemmeno consapevole.

Quindi, a volte, si cela un mondo enorme dietro ad un cronico “lo do al prossimo appello, non mi sento pronta/o, non ho finito di studiare!”.

Sei bloccato con un esame che non riesci proprio a passare o hai difficoltà a completare la tua tesi? Ti aiutiamo noi, con il nostro servizio di Thesis 4u Tutoring. Provalo, la prima call è gratuita! 🙂

come preparare un esame orale

Uno dei motivi del blocco universitario potrebbe essere quello di essere troppo perfezionisti…

Talvolta, il sintomo del blocco universitario può essere segno di un autoperfezionismo che diventa bloccante e che, con un effetto paradossale, quindi tramite una serie di meccanismi di evitamento, induce lo studente ad evitare di presentarsi all’esame per paura di fare una brutta figura.

Si palesa quindi l’idea di non essere veramente perfetti come si vorrebbe, andando a rinforzare questo circolo vizioso tramite un meccanismo di evitamento.

…oppure essere in un turbinio di dinamiche familiari che ti fanno paura.

Molto spesso l’aspetto relazionale, soprattutto familiare, diventa un vero e proprio vaso di Pandora!

Potresti star accusando delle aspettative genitoriali talmente pressanti da finire con tutte le scarpe in un blocco evolutivo. Talvolta, i genitori vivono il successo universitario dei propri figli come se fosse un riscatto personale.

E’ come se i figli diventassero un prolungamento dei genitori. Potrebbe esserti capitato, come figlio/a e studente/studentessa, di sentirsi soffocare sotto la pressione di questa aspettativa. A volte questa sensazione diventa così schiacciante che dietro il sintomo del blocco c’è una sorta di doppio messaggio.

Studio per me o studio per rendere felici mamma e papà? Sto studiando quello che mi piace o mi sono iscritto/a alla stessa facoltà che mamma avrebbe voluto fare e/o sto seguendo le orme di papà?

Questo è un aspetto molto doloroso per i giovani studenti che stanno lavorando per costruire la propria identità; solitamente, la scelta universitaria coincide con il momento dell’inizio dell’età adulta e rappresenta quindi lo svincolo della famiglia di appartenenza, per cui la scelta indipendente, che devia da quelle che sono le aspettative dei propri genitori può risultare molto difficile da prendere.

A volte, le aspettative sono così forti non riuscire nemmeno a capire cosa si vuole e cosa davvero appassiona.

A volte, prendere la laurea significa anche spiccare il volo, lasciare casa e il nucleo familiare: per qualcuno questo può essere motivo di grande spinta a terminare gli studi, per qualche studente invece si rivela fonte di forte ansia e angoscia.

Per comprendere bene questo esempio la dott.ssa Caputo ci fa un esempio:

C’è stato il caso di una studentessa che grazie ai problemi scolastici universitari riusciva ad avere un rapporto con il papà.

Era l’unico modo per avere il papà presente nella sua vita, perché i genitori erano divorziati, separati, ma il papà pagava le tasse e chiedeva come andasse a scuola. Poi l’università. E quindi il procinto della laurea arrivò a un blocco, perché la laurea rappresentava ipoteticamente la fine anche di un rapporto, non solo la fine di un percorso.

E quindi suscitava un’angoscia tale che il prezzo minore da pagare per questa studentessa non era perdere di nuovo il padre, ma perdere gli esami universitari.

Le motivazioni possono essere talmente tante che spesso non ci troviamo di fronte a questioni prettamente didattiche o scolastiche; può capitare ovviamente che si applichi un modo di studiare non adatto alle proprie esigenze, ma esistono delle motivazioni molto più profonde.

Spesso chi affronta questo tipo di blocchi si giudica immediatamente: ci si dice che si è troppo pigri oppure che non si è tagliati per l’università.

Io vorrei che passasse il messaggio di scarcerazione di questi studenti, perché il loro sintomo ha molto a che fare con quello che li circonda. Ha, anzi, anche poco a che fare con quello che di sbagliato c’è in loro, perché di sbagliato non c’è assolutamente niente.

Blocco universitario: i consigli della dott.ssa Antonietta Caputo:

blocco universitario

E’ importante prendersi cura di quelle che sono le motivazioni che ci portano a non avere voglia di metterci sui libri, addirittura nei casi di depressione, di alzarsi dal letto la mattina. La dottoressa invita anche gli studenti e le studentesse ad esplorare i propri perché e a darsi delle risposte reali.

Perché per quante ce ne stiamo dicendo, a volte non sono reali le risposte che ci diamo. C’è chi dice che vuole fare quella cosa perché si vede a fare l’avvocato e invece segretamente deve far dire al papà che c’è la figlia che è avvocatessa e quindi che lui è fiero di lei.

Ovviamente non c’è niente di male nel vedere i propri genitori fieri, però l’università non deve rappresentare le loro, di motivazioni. Andare a trovare le motivazioni diventa aprire la strada della propria vita autentica.

La dottoressa invita, tutti i ragazzi e le ragazze a non perdere la speranza qualora si stia affrontando un periodo di blocco universitario (e non solo, qualsiasi difficoltà emotiva) e precisa che chiedere l’aiuto professionale non vuol dire essere pazzi, ma vuol dire comprendere come proseguire più liberi. Perché molte volte ci sono dei pesi, delle catene legate alla famiglia che non sono nostre, ma sono frutto di tutta una serie di variabili contestuali, societarie, familiari che si sono legate catena dopo catena ai nostri cuori.

Il nostro articolo volge al termine, speriamo di aver portato un po’ di serenità e di averti aiutato, soprattutto se stai vivendo un periodo di difficoltà legato all’università. Ti auguriamo buona fortuna 🍀

E tu? Stai affrontando un periodo di blocco universitario? Raccontaci la tua esperienza sui social e scrivici su info@thesisforyou.com se hai bisogno di aiuto con la tua tesi!

About the author: Laura Losquadro, responsabile del blog di Thesis 4u.