Scopri come rendere utile la tua tesi di laurea!
La domanda che molti laureandi si pongono è la stessa: la mia tesi di laurea può aiutarmi a trovare un lavoro?
In questa nuova puntata del nostro webinar abbiamo raccolto la testimonianza di Gherardo Liguori, CEO e Founder di start2impact University. Una delusione iniziale legata proprio alla sua tesi lo ha spinto a voler dimostrare il valore del suo lavoro, portandolo poi al successo.
Il segreto? Porsi le giuste domande!
Scopri l’intervista completa 😉
Cosa è start2impact University e come sta cambiando il mondo della formazione?
start2impact University nasce come progetto imprenditoriale nel 2017, grazie a Gherardo e Virginia, due giovani appassionati del mondo digital che decidono di mettere insieme le loro conoscenze per formare i giovani, definiti da loro stessi come la più grande risorsa del nostro pianeta.
Le università italiane non offrono ancora percorsi completi di formazione per i lavori del futuro (che ormai è già un presente) nel mondo digital.
D’altro canto, i master che formano negli ambiti del digitale sono spesso molto dispendiosi economicamente e poco aggiornati.
Nasce così l’esigenza di creare un percorso innovativo, sempre aggiornato, meno dispendioso e, soprattutto, online, in modo tale che chiunque possa avere l’opportunità di seguirlo, senza impedimenti geografici e fisici.
start2impact University è una piattaforma di formazione online che permette di fare pratica sui lavori del futuro, più precisamente ci sono master in Digital Marketing, Sviluppo Web e App, UX/UI Design, Data Science e Blockchain.
Vuoi scoprire di più su start2impact University e conoscere, in maniera più approfondita, i loro corsi? Esplora subito il loro sito web!
start2impact University non è solo una piattaforma di formazione ma anche una grande community di giovani, che si possono così conoscere e confrontare sugli interessi che li accomunano.
Noi di Thesis 4u abbiamo avuto l’opportunità di fare una interessante chiacchierata con Gherardo, CEO e co-founder di start2impact University.
Gherardo ha iniziato il suo percorso di studi con una laurea in giurisprudenza ma con una grande passione per il mondo digitale, in un periodo in cui se ne parlava ancora troppo poco e alcuni lavori del futuro, per cui oggi start2impact University fa formazione, nemmeno esistevano.
Si è trovato così a lavorare in un ambito di cui forse nemmeno avrebbe mai immaginato l’esistenza ma per cui nutriva una forte passione.
Dopo anni, ha deciso di aprire la sua azienda per formare giovani che, come lui, sono interessati al mondo digitale ma non sanno bene da dove iniziare. Nacque così start2impact University.
La nostra chiacchierata con Gherardo è incentrata principalmente sull’importanza che può assumere la tesi di laurea, più precisamente su come renderla utile per il nostro futuro.
Leggi subito la nostra intervista a Gherardo, fondatore di start2impact University!
Puoi anche cliccare sul link sottostante per guardare la nostra video intervista con Gherardo.
Cosa fai e come ogni giorno porti il tuo contributo nel mondo grazie a start2impact University?
“Innanzitutto, voglio dire che per me la tesi di laurea è stata fondamentale per uscire dagli schemi.
Infatti, ho studiato Giurisprudenza e la mia tesi di laurea mi ha portato su tutt’altro campo. Perciò, la tesi può essere un canale molto importante, che ci permette di aprire altre porte, diverse da quelle che avevamo fino a quel momento immaginato.
Sono un imprenditore e creatore di start2Impact University, scuola di formazione sulle professioni digitali, che ha come mission quella di far sì che la formazione sia un mezzo per avere un impatto.
Tutto ciò che insegniamo è finalizzato a contribuire, ad esempio, ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Insegniamo una professione ma soprattutto facciamo sì che quella professione possa portare a contribuire a rendere il mondo un posto migliore.”
Raccontaci come sei partito da Giurisprudenza e sei arrivato poi nel mondo digitale di start2impact University:
“Al quarto anno di Giurisprudenza ho scoperto un tema che mi ha molto interessato, quello del WhistleBlowing, ovvero quando i dipendenti di un’azienda segnalano reati e per questo vengono sia tutelati che, soprattutto negli Stati Uniti, incentivati economicamente.
In Italia questa pratica non esiste e, anzi, verrebbe vista in modo molto negativo. Lo stesso termine WhisteBlowing, infatti, ha solo traduzioni negative, come per esempio spione.
Quello che mi affascinava era come in America questa cosa funzionasse in quanto ha un potenziale grandissimo nel tutelare la vita delle persone.
Faccio subito un esempio. Immaginiamo un’azienda farmaceutica poco trasparente, che non dice correttamente quanto un farmaco può far male; un ricercatore interno all’azienda farmaceutica, invece, decide di segnalare che ci sono più problemi rispetto a quelli che l’azienda farmaceutica vuol far apparire ed in questo modo non solo salva delle vite umane ma, visto che avrà sicuramente delle ripercussioni, è giusto dargli una retribuzione economica per tutto quello che dovrà passare.
Questo tema mi affascinava. È un tema affrontato soprattutto negli Stati Uniti e nel Regno Unito, così ho deciso di vedere cosa succedeva lì e ho provato ad immaginare cosa potesse succedere in Italia se portassimo qui questo istituto giuridico.
Questo è stato il tema della mia tesi sperimentale.
Quello che poi è successo è che il giorno della discussione della tesi ho trovato in commissione l’unico professore con cui avevo discusso in passato e la discussione della tesi andò male. Infatti, presi come voto di laurea un punteggio equiparabile a quello di una persona che ha copiato la tesi.
Ricordo sentimenti di rabbia. Non era giusto che dopo tutto il lavoro fatto andasse a finire in quella maniera!
Così mi sono posto come obiettivo quello di riuscire a farla pubblicare e ho iniziato a contattare tutte le persone che avevo menzionato nella tesi, ringraziandole per il loro contributo e chiedendo se conoscessero qualcuno interessato a pubblicarla.
Mi hanno risposto in totale una decina di persona.
Detto questo vi do qualche consiglio sulla scrittura delle email: evitate di scrivere testi chilometrici, dividete il testo in paragrafi, utilizzate il grassetto per evidenziare i concetti più importanti, siate sintetici.
Tornando a noi, ho contattato in totale un centinaio di persone e mi hanno risposto una decina: otto mi hanno semplicemente ringraziato e una persona mi ha detto che c’era la possibilità di farla pubblicare (infatti sono riuscito a farla pubblicare nella Rivista 231).
Un’ultima persona, invece, mi propose di provare a portare il tema ad una parlamentare che aveva depositato una proposta di legge sullo stesso tema.
Sempre la stessa persona mi disse che magari questo tema poteva interessare anche al Fatto Quotidiano.
Feci entrambe le cose, scrissi al Fatto Quotidiano e mi presero a scrivere degli articoli per il loro blog. Scrissi alla parlamentare che mi disse che avrebbe parlato di questo tema a Roma e dopo qualche settimana decisi di raggiungerla.
La parlamentare mi disse, inoltre, che un altro parlamentare stava cercando un collaboratore.
Decisi così di fare il colloquio per questa posizione e, con mia grande sorpresa, fui assunto.
Questa persona decise di assumermi perché avevo da un lato un background giuridico, utile per scrivere bozze di proposte di legge, ma la cosa che più gli interessava erano le mie competenze digitali.
Parliamo di 10 anni fa e io avevo imparato varie cose come sviluppare un sito web, portare traffico da Facebook ad un sito ecc.
Questo, in quel momento, era molto utile per un parlamentare perché quasi nessuno ancora usava siti e social come canali di comunicazione diretta con le persone.
Da lì ho iniziato con un ruolo ibrido e poi mi sono verticalizzato su tutto il mondo del Digital Marketing, che mi ha portato poi alla creazione di start2impact University.
Il messaggio che voglio portare è quello che scrivere una tesi innovativa e riuscire a non aver paura di qualche porta sbattuta in faccia ha fatto sì che poi mi si aprissero altre porte.”
É stato ricevere quel voto alla laurea ad averti spinto a reagire così? L’avresti fatto lo stesso?
“Non lo so, il tema più grande è quello di come reagiamo alle difficoltà e alle porte in faccia. Sarà quello che farà la differenza in ognuno di noi, soprattutto in un mondo come quello di oggi, pieno di problemi ma soprattutto di grandi opportunità.
Il modo in cui reagiamo alle difficoltà fa la differenza: possiamo piangerci addosso o dimostrare a noi stessi che il lavoro che abbiamo fatto merita di più.
Molto spesso ci mettiamo o ci vengono messe delle etichette come “non sono all’altezza”. Tutte le etichette che ci vengono date le possiamo prendere e staccare e metterne altre nostre, con cui ci sentiamo più in linea.
Non pensare a cosa dicono gli altri ma vai avanti per la tua strada.”
Sulla base di questo percorso che hai fatto, dalla tesi al lancio nel mondo del lavoro, ci sono stati momenti di indecisione o è filato tutto liscio? Come li hai gestiti?
“Dopo tre/quattro mesi dalla laurea, non ho ricevuto nessuna risposta positiva da parte degli studi legali a cui avevo mandato la mia candidatura.
Dopo una laurea alla Bocconi e dopo aver investito tanto nei miei studi, le uniche offerte di lavoro che ricevevo erano non retribuite.
Tra l’altro su questo ho fatto uno speech che si chiama Il CV dei miei fallimenti, dove racconto questa difficoltà di aver fatto alcuni stage non retribuiti durante l’università.
Invece, quando ho consegnato la tesi e ho iniziato a cercare lavoro non trovavo niente. Pensavo di avere anche un bel curriculum, avendo fatto alcune esperienze all’estero come in Vietnam e in Cina.
Quello che molto spesso non viene detto è quanta competizione c’è nei lavori tradizionali.
Non trovavo lavoro se non praticantato gratis, per poi non avere certezze.
Questo è stato un altro insegnamento che mi sono portato a casa, di non dire sempre di sì, di essere in grado di capire quando dire di no.
È anche in base a ciò che non siamo più disposti ad accettare che si determina il nostro percorso.
È ovvio che se diciamo dei no dobbiamo essere proattivi su tutto il resto.
Nello stesso tempo, cercavo anche di avere una mia realtà imprenditoriale.
Creai la mia prima startup che non andò bene ma le competenze che ho sviluppato, ovvero quelle digitali accennate prima, sono proprio quelle che poi mi hanno portato a quel primo lavoro come collaboratore parlamentare.
Tutto quello che facciamo poi porterà a qualcosa, bisognerà solo unire i puntini alla fine.
Per esempio, mai avrei immaginato che dall’inviare la tesi sarei riuscito a trovare indirettamente un lavoro, il mio obiettivo era solo quello di dimostrare che la mia tesi valeva!
Ma quando ti impegni così tanto in qualcosa in cui credi poi ti si aprono anche più porte rispetto a quelle che immaginavi.”
Quali sono i consigli che start2impact University vuole lasciare ai ragazzi universitari? Alcuni libri di formazione che consigli a tutti i ragazzi?
“La cosa che per me è stata più importante è stata quella di scoprire di più rispetto a quello che ti dicono in casa. Non limitatevi alle opzioni che vi vengono raccontate a casa, a scuola, all’università.
Spesso diciamo che l’ignoranza è una scelta perché comunque oggi internet ci da la possibilità di scoprire tante cose, anche se poi bisogna essere bravi a selezionare le informazioni, ad informarsi nella maniera corretta.
Ma le opportunità di conoscenza che abbiamo oggi sono tante. Secondo me c’è un grandissimo tema che è quello della scoperta di nuove opportunità, che nel mio caso sono state quelle legate al digitale e all’innovazione.
Il secondo consiglio è legato all’investire di più al costruire che non al distruggere. Se io investo le mie energie a concentrarmi su come migliorare me stesso è molto meglio e più produttivo.
Non fare le cose semplicemente per farle, è importante imparare a farsi le giuste domande.
Più che un libro consiglierei un modello, chiamato modello giapponese dell’ikigai, il quale permette di farsi delle domande su come poi trovare la propria strada.
Per esempio, cercare di capire cosa ci piace facendo pratica e sperimentando, oppure capire quali sono i nostri talenti, per cosa posso essere pagato e cosa fa bene al mondo.
Unire questi quattro punti può aiutare le persone a trovare la propria strada. Non ho libri che mi sono stati utili in quel periodo di incertezza.
Invece, per me è stata molto importante la filosofia buddhista, che mi ha aiutato a riflettere molto di più su come io interpretavo la vita. Io faccio sempre un paragone con il me di ieri ed il me di oggi.
Quando ho finito l’università il mio grande obiettivo era rendere orgogliosi i miei genitori. Con il tempo mi sono reso conto di quanto tossico potesse diventare cercare di fare le cose per fare felici gli altri anziché rendere felice me in primis.
Quello che impari nel tempo è che, banalmente, i tuoi genitori vogliono prima di tutto la tua felicità e quindi che tu faccia l’avvocato o un altro lavoro non fa alcuna differenza.
Ma molte persone si fanno ingabbiare nel concetto di fare quello che gli altri vorrebbero che tu facessi.
Il buddhismo mi ha aiutato molto a riflettere su ciò. Per esempio ho imparato che non posso rendere felici gli altri se non faccio felice me stesso.
In questo senso un libro che mi ha fatto molto riflettere si chiama “il Buddha nello specchio”.
Quello che fa la differenza sono le domande che ci facciamo ogni giorno e la qualità delle domande che ci facciamo determina la qualità della nostra vita.”
La nostra intervista a start2impact University finisce qui ma se vorresti altri consigli su come scrivere una tesi di laurea utile per il tuo futuro, c’è Thesis 4u per te! Ci impegniamo a trovare ottime opportunità che diano valore alle vostre tesi. Perciò vi invitiamo a dare un’occhiata alla sezione apposita presente sul nostro sito!
E tu conoscevi già start2impact University? Segui dei corsi di formazione con il loro team? Faccelo sapere sui nostri social!
Author: Giorgia, Blog Ambassador