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Spunti per tesi sui social media

Ciao a tutti e a tutte bentornati in un nuovo articolo del blog di Thesis 4u, la startup innovativa che mette in collegamento gli studenti e le studentesse con le aziende, grazie alle tesi di laurea in azienda.

Eccoti qui. Se sei finito su questa pagina, è probabile che tu abbia gli occhi cerchiati dalla caffeina e la testa affollata di dubbi quasi amletici. Il tuo nemico? Non il professore, ma quel maledetto cursore che lampeggia su una pagina bianca di Word intitolata “Progetto Tesi”. E l’argomento che ti ronza in testa, neanche a dirlo, sono i social media.

E guarda, ti capiamo benissimo. Da un lato, sembra la scelta perfetta: è un universo che conosci come le tue tasche, in cui navighi ogni giorno e di cui parli con gli amici. Dall’altro, il rischio è che sia proprio questa familiarità a fregarti. Come si fa a trasformare le ore passate a scrollare reel su Instagram in un’analisi accademica coi fiocchi? Come si evita di scrivere una tesi che suoni come un tema delle superiori un po’ più lungo?

Alt! Niente panico. Sei esattamente nel posto giusto. Noi di ThesisForYou siamo qui proprio per questo: per trasformare quel vago “boh, forse parlo di TikTok” in un progetto di tesi solido, interessante e che – diciamocelo – ti faccia prendere un voto di cui andare fiero, di quelli che si festeggiano con un pienone di spritz alla laurea.

Pensa a questa guida super completa come alla tua cassetta degli attrezzi. Non ci limiteremo a darti la solita listarella di idee. No, faremo molto di più: scomporremo l’universo social in macro-aree e ti forniremo decine di spunti pratici, completi di domande di ricerca, possibili metodologie e parole chiave perfette da sfoggiare. Tutto quello che ti serve per presentarti dal relatore con le idee chiare e fare subito un’ottima impressione.

Pensare a una tesi sui social media ti fa sentire un po’ in colpa, come se stessi scegliendo la via più facile per passare le giornate a scrollare? Togliti subito quest’idea dalla testa. Scegliere di analizzare l’universo social non è una scorciatoia, ma una mossa strategica e incredibilmente intelligente.

Prima di tuffarci nelle idee, chiariamo perché cercare spunti tesi sui social media è una delle decisioni più brillanti che tu possa prendere per il tuo percorso accademico.

Rilevanza assoluta: Stai studiando il mondo, qui e ora

I social media non sono più un passatempo o un “extra” nella nostra vita: sono il tessuto connettivo della nostra società. Plasmano l’opinione pubblica in modi prima impensabili, lanciano e affossano carriere nel giro di un weekend, determinano l’esito di elezioni politiche e, soprattutto, modificano costantemente il nostro modo di percepire noi stessi e gli altri.

Studiare i social significa, quindi, analizzare la società contemporanea nel suo laboratorio a cielo aperto, un luogo dove le dinamiche umane si manifestano in tempo reale e senza filtri. La tua tesi non parlerà di un argomento astratto, ma della realtà che tutti viviamo ogni giorno.

Disponibilità di dati: Un oceano da navigare con criterio

Certo, a prima vista sembra un paradiso per un tesista: ogni like, commento, condivisione e hashtag è un dato. Un oceano di informazioni a portata di click. Ma attenzione, questa è solo l’apparenza. La vera sfida, che darà valore alla tua tesi, sta nel trasformare questo caos digitale in conoscenza.

Dovrai imparare a navigare questo oceano, a raccogliere dati in modo etico (ciao, privacy!) e a interpretarli con rigore scientifico, distinguendo il rumore di fondo da un segnale davvero significativo. È un’occasione d’oro per sviluppare un pensiero critico affilatissimo.

Interdisciplinarietà estrema: C’è posto per tutti

Una tesi sui social media è un incredibile crocevia di discipline. Non è un argomento riservato a chi studia Comunicazione o Marketing. Uno psicologo può indagare la formazione dell’identità digitale, un sociologo le dinamiche delle echo chamber, un giurista la netiquette e la diffamazione, un informatico l’evoluzione degli algoritmi.

Qualunque sia il tuo percorso di laurea — da storia dell’arte (pensa a come i musei usano Instagram) a scienze politiche — potrai trovare un’angolazione unica e perfettamente calzante. Trasformerai un tema apparentemente “pop” in un solido e rispettabile lavoro di ricerca.

Competenze spendibili: La tua tesi come biglietto da visita

Pensa alla tua tesi non solo come l’ultimo esame, ma come il tuo primo, vero portfolio professionale. Imparare ad analizzare le conversazioni online, decifrare le metriche di engagement, capire il comportamento degli utenti e le strategie dei brand non sono solo nozioni accademiche.

Sono competenze richiestissime e concrete nel mondo del lavoro di oggi, fondamentali in settori come il Social Media Management, il Data Analysis, il Digital PR e la Brand Strategy. La tua tesi dimostrerà che sai “leggere” il presente, una dote che fa gola a qualsiasi azienda.

Ti abbiamo convinto? Perfetto. È il momento di passare dalla teoria alla pratica. Abbiamo preparato per te una serie di spunti tesi sui social media suddivisi in macro-aree tematiche. L’obiettivo? Trovare la scintilla che accende la tua curiosità e dà il via al tuo progetto.

Spunti tesi sui social media

Sei quel tipo di persona affascinata non tanto dalla tecnologia, ma da come le persone la usano? Se ti incuriosisce il modo in cui pensiamo, agiamo e ci relazioniamo in questa immensa arena digitale, allora sei nel posto giusto. Quest’area è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto sull’animo umano 2.0. Qui non parliamo di stringhe di codice, ma dell’impatto, spesso invisibile ma potentissimo, che gli algoritmi hanno sulla nostra psiche e sulla struttura della nostra società.

Ecco alcuni spunti per una tesi sui social media che vanno a fondo di queste dinamiche.

1. La costruzione dell’identità digitale: il sé tra realtà e rappresentazione su instagram

Questo è un tema classico, ma sempre incredibilmente attuale. Andiamo ben oltre la semplice discussione su “filtri sì, filtri no”. Si tratta di un’indagine profonda sul nostro bisogno di narrare noi stessi, di costruire una versione di noi che sia desiderabile e approvata. Instagram diventa un palcoscenico digitale dove, con una regia attenta, selezioniamo cosa mostrare e cosa nascondere.

  • Domande di ricerca possibili: In che modo gli utenti di Instagram scelgono e manipolano i contenuti per scolpire un’identità digitale attraente? Che rapporto c’è tra il “sé reale” percepito, con tutte le sue insicurezze, e il “sé ideale” che mettiamo in scena online? Come i feedback – i like, i commenti, le condivisioni – influenzano questo delicato processo di costruzione?
  • Metodologia suggerita: Un’analisi qualitativa di un campione di profili Instagram è un ottimo punto di partenza. A questo potresti affiancare delle interviste in profondità per scavare nelle motivazioni e nelle percezioni degli utenti. Un tocco da maestro? L’analisi semiotica delle immagini per decodificare i messaggi non detti.
  • Concetti chiave da usarePresentazione del Sé (un classico di Goffman), Identità Fluida (Bauman docet), Capitalismo EmotivoPerformance IdentitariaAutenticità vs. Inautenticità.

2. Benessere mentale e social media: l’impatto di tiktok sulla salute psicologica degli adolescenti

Qui tocchiamo un nervo scoperto, un tema “caldissimo” e di enorme rilevanza sociale. È un terreno delicato che richiede grande sensibilità e rigore etico, ma che può dare vita a una tesi di grandissimo valore. TikTok è un universo di creatività e divertimento, ma può anche trasformarsi in una fonte di pressione e ansia.

  • Domande di ricerca possibili: Esiste una correlazione misurabile tra le ore passate a “scrollare” su TikTok e i livelli di ansia sociale o depressione negli adolescenti? Quali tipi di contenuti (trend, challenge, video-diario) hanno un impatto positivo o negativo sul benessere? In che modo la comparazione sociale costante, quasi inevitabile sulla piattaforma, erode o rafforza l’autostima?
  • Metodologia suggerita: Un approccio misto (qualitativo e quantitativo) sarebbe perfetto. Potresti distribuire questionari online (survey) su larga scala per raccogliere dati numerici (ore di utilizzo, scale di benessere psicologico validate) e poi organizzare dei focus group per ascoltare le esperienze dirette dei ragazzi, con le loro parole.
  • Concetti chiave da usareSocial Comparison Theory (teoria del confronto sociale di Festinger), Fear of Missing Out (la famosa FoMO), DoomscrollingBenessere SoggettivoAlfabetizzazione Digitale (Digital Literacy), Salute Mentale.

3. Le nuove tribù digitali: analisi di “echo chamber” e “filter bubble” nei gruppi facebook

Come possono gli stessi strumenti che ci connettono con il mondo intero, essere anche la causa delle nostre più profonde divisioni? Questa tesi si immerge nel cuore della polarizzazione online, esplorando come i social ci uniscano in “tribù” e, allo stesso tempo, ci isolino da chi la pensa diversamente.

  • Domande di ricerca possibili: Come funzionano i meccanismi di inclusione ed esclusione in un gruppo Facebook politico o a tema specifico? In che modo l’algoritmo, unito alle interazioni tra utenti, finisce per rafforzare le credenze preesistenti, creando quelle che chiamiamo echo chamber (camere dell’eco)? Quali tattiche retoriche si usano per attaccare e delegittimare le opinioni esterne al gruppo?
  • Metodologia suggerita: La netnografia (l’etnografia applicata alla rete) è la via maestra. Consiste nell’osservazione (partecipante o meno) all’interno di uno o più gruppi, come un antropologo in una tribù digitale. A questo puoi affiancare un’analisi del contenuto dei post e dei commenti per mappare le strategie comunicative ricorrenti.
  • Concetti chiave da usareEcho ChamberFilter Bubble (la bolla di filtraggio di Eli Pariser), Polarizzazione AffettivaTribalismo DigitalePost-veritàDebunking e Fact-checking.

4. Il fenomeno parasociale 2.0: La relazione intima (ma a distanza) tra creator e follower

Perché ci sentiamo così legati a uno youtuber che non abbiamo mai incontrato di persona? E perché la sua opinione su un prodotto ci influenza più di una pubblicità tradizionale? Benvenuto nel mondo affascinante e complesso delle relazioni parasociali, dove l’interazione è unilaterale ma viene percepita come autentica e quasi amichevole.

  • Domande di ricerca possibili: Quali strategie comunicative (dirette streaming, sessioni di Q&A, condivisione di dettagli privati) usano i creator per nutrire un senso di intimità e vicinanza con la loro community? Come questa relazione parasociale si traduce in valore economico (vendita di merchandising, sponsorizzazioni)? Come viene gestita la “rottura” di questo legame, ad esempio in caso di scandali (“drama”) o di abbandono della piattaforma?
  • Metodologia suggerita: Potresti realizzare dei case study multipli, analizzando creator di successo in nicchie diverse (gaming, beauty, divulgazione). Combina l’analisi dei loro contenuti (video, post) con l’analisi dei commenti dei fan per capire come le due parti vivono e interpretano questo rapporto unico.
  • Concetti chiave da usareInterazione ParasocialeIntimità a DistanzaFandomComunità di PraticaCapitale SocialeAutenticità Percepita.

5. Non ti basta? ecco altri spunti per tesi sui social media in pillole

  • Il nuovo slang: Un’analisi linguistica di come nascono, si evolvono e muoiono i neologismi e le abbreviazioni su TikTok, e di come questi “codici generazionali” migrino poi nel linguaggio di tutti i giorni.
  • Cyberbullismo e aggressività: Uno studio che indaga le dinamiche di potere e il lato oscuro dell’anonimato nei commenti di Instagram o YouTube, analizzando le forme di violenza verbale e psicologica.
  • L’amore ai tempi di Tinder (e Instagram): Una tesi su come le app di dating e i social abbiano riscritto le regole del corteggiamento, della formazione della coppia e, soprattutto, della sua fine (con fenomeni come il ghosting e l’orbiting).
  • Nostalgia digitale: Un’affascinante analisi del fenomeno del “throwback” e della rimediazione dei ricordi. Come funzioni come “Accadde Oggi” di Facebook trasformano il nostro passato in un prodotto da re-consumare e condividere.
  • Il corpo performativo: Come viene rappresentato il corpo nell’era dei “fit-influencer”? Un’analisi critica del dualismo tra ispirazione e pressione sociale, e di come trend come “What I Eat in a Day” possano influenzare la percezione del fitness e dei disturbi alimentari.
Spunti tesi sui social media

Sogni di dare voce ai grandi marchi, di diventare Social Media ManagerBrand Strategist o di farti le ossa in una grande agenzia di comunicazione? Allora sei nel posto giusto. Quest’area è un vero e proprio campo di battaglia (e di gioco) dove si analizza come le aziende usano i social per dialogare con le persone, vendere prodotti e, a volte, fare dei disastri memorabili.

Qui troverai degli spunti per la tua tesi sui social media che ti porteranno a esplorare strategie, crisi e successi che definiscono il marketing di oggi.

1. L’influencer marketing si è evoluto: non più solo endorsement, ma co-creazione

Dimentica l’idea dell’influencer come un semplice “cartellone pubblicitario umano”. Oggi la collaborazione è molto più profonda e strategica. Si parla di relazioni a lungo termine, di autenticità e di un coinvolgimento che va ben oltre la singola foto pagata. Le aziende più smart non “usano” gli influencer, ma ci collaborano per creare valore insieme.

  • Domande che puoi porti: Come è cambiata davvero la strategia di influencer marketing del brand X negli ultimi 5 anni? Che ruolo hanno i micro e nano influencer nel creare fiducia rispetto ai “giganti” con milioni di follower? In che modo un brand può coinvolgere un creator nello sviluppo di un prodotto, trasformandolo in un partner (co-creazione)?
  • Come potresti farlo? Con un case study approfondito. Mettiti a caccia di tutte le campagne del brand che hai scelto (post, storie, video), analizza i dati di engagement e, se riesci, tenta il colpaccio: prova a realizzare interviste a marketing manager o agli stessi influencer.
  • Parole chiave da padroneggiare: Influencer Marketing, Micro-influencer, Brand Awareness, Engagement Rate, Co-creazione, User-Generated Content (UGC), Return on Investment (ROI).

2. La gestione delle crisi sui social: quando il brand finisce nel tribunale del web

Basta un tweet sbagliato, un prodotto difettoso o uno scandalo per scatenare una vera e propria tempesta mediatica (la famigerata shitstorm). In questi momenti, ogni parola conta e il silenzio può essere assordante. La tua tesi può analizzare proprio questo: come le aziende navigano queste acque agitate per salvare la propria reputazione.

  • Domande che puoi porti: Quali strategie di comunicazione (es. silenzio, ammissione di colpa, contrattacco) funzionano meglio per placare una crisi? Come si gestisce lo stesso problema su Twitter, veloce e spietato, rispetto a Instagram, più visuale e “patinato”? Che ruolo hanno i fan e gli hater nell’amplificare o smorzare la crisi?
  • Come potresti farlo? Con un’analisi comparata di casi studio. Scegli 2 o 3 crisi aziendali recenti e famose (il caso Balocco-Ferragni è un esempio perfetto, ma anche il disastro di D&G in Cina). Ricostruisci la timeline, analizza i comunicati, le reazioni degli utenti e la copertura dei media.
  • Parole chiave da padroneggiare: Crisis Communication, Issue Management, Brand Reputation, Stakeholder, Sentiment Analysis, Shitstorm, Apology Strategy.

3. Brand activism: impegno reale o marketing dell’arcobaleno? (aka Woke Washing)

Giugno arriva e i loghi si tingono d’arcobaleno per il Pride Month, le aziende si dichiarano “green” e a favore della parità. Ma è supporto genuino o una semplice operazione di facciata per accaparrarsi una fetta di mercato? Il consumatore moderno è attento, quasi un detective, e non perdona l’ipocrisia. Analizzare questo confine sottile è un’idea di tesi attualissima.

  • Domande che puoi porti: Come comunica un brand il suo supporto a cause sociali? Le sue policy interne e le sue azioni concrete sono coerenti con i messaggi che lancia sui social? Come reagisce il pubblico: applausi e supporto o accuse di woke washing e greenwashing?
  • Come potresti farlo? Usa l’Analisi Critica del Discorso sui post del brand. Poi, fai il lavoro investigativo: confronta la comunicazione esterna con dati interni (report di sostenibilità, policy aziendali, articoli di stampa) per smascherare eventuali contraddizioni. Aggiungi un’analisi del sentiment dei commenti per capire il “mood” del pubblico.
  • Parole chiave da padroneggiare: Brand Activism, Corporate Social Responsibility (CSR), Woke Washing, Greenwashing, Brand Purpose, Autenticità, Slacktivism.

4. TikTok Marketing: I Brand alla conquista della gen Z a colpi di trend e challenge

Su TikTok, la pubblicità tradizionale è morta e sepolta. Qui vince chi sa intrattenere, chi parla la stessa lingua degli utenti e chi riesce a cavalcare un trend senza sembrare un “boomer” fuori luogo. È un mondo nuovo, con regole proprie, dove un video a basso budget può diventare virale e battere campagne pubblicitarie milionarie.

  • Domande che puoi porti: Quali sono le strategie di contenuto più efficaci su TikTok? Come fanno i brand a inserirsi nei trend in modo organico e non forzato? Che impatto ha l’uso di suoni e musiche virali sulla capacità delle persone di ricordare un marchio (brand recall)?
  • Come potresti farlo? Con un’analisi del contenuto dei profili TikTok di brand di successo (pensa a Ryanair, Duolingo, o un marchio di moda che ammiri). Cataloga i tipi di video (challenge, tutorial, dietro le quinte) e analizza le metriche per capire cosa funziona davvero e perché.
  • Parole chiave da padroneggiare: Content Marketing, Entertainment Marketing, Viralità, Trendjacking, User-Generated Content, Community Management, Algoritmo di TikTok.

5. Non ti basta? Ecco Altri Spunti Tesi sui Social Media (in versione rapida)

Se cerchi ancora l’idea giusta, ecco un “menu degustazione” di altri argomenti caldissimi:

  • Social Commerce: Da “mi piace” a “compra ora”. Analizza come lo shopping integrato su Instagram e Pinterest sta cambiando il modo in cui scopriamo e acquistiamo prodotti.
  • Employer Branding su LinkedIn: Come un’azienda usa questo social per diventare il “posto dove tutti sognano di lavorare”, attirando i migliori talenti prima ancora che cerchino lavoro.
  • Il Meme Marketing: Parlare la lingua di Internet per creare un legame ironico e immediato con il pubblico. Un’analisi semiotica dei successi… e dei rischi di fare brutte figure.
  • Customer Care Social: Il servizio clienti si è spostato su Messenger e nei DM di Twitter. Come cambia la qualità del servizio quando è pubblico e immediato?
  • Personal Branding: Come un professionista (pensa a un avvocato, un medico o un architetto) può usare i social (LinkedIn e Instagram in primis) per costruire la propria reputazione e trovare nuovi clienti.
Spunti tesi sui social media

I social media oggi sono molto più di un passatempo: sono la nostra nuova agorà, la piazza pubblica globale dove si discute, ci si informa, si costruiscono movimenti e si fa politica. Questa trasformazione epocale li ha resi un terreno affascinante ma anche incredibilmente complesso, un luogo fertile per la manipolazione e la disinformazione.

Se stai cercando degli spunti tesi sui social media che vadano al cuore delle dinamiche del potere nell’era digitale, sei nel posto giusto. Questi argomenti ti permetteranno di analizzare come la comunicazione, la democrazia e la società stessa stiano cambiando sotto i nostri occhi.

La “Twitter-Diplomazia”: la comunicazione politica dei leader mondiali su X

Pensa a come figure come Trump o Zelensky hanno usato X (il fu Twitter) per scavalcare i media tradizionali e parlare direttamente al mondo. Questo canale trasforma la diplomazia in uno spettacolo in tempo reale, dove un singolo tweet può scatenare una crisi internazionale o, al contrario, rafforzare un’alleanza.

  • Domande di ricerca possibili: Come è cambiato lo stile dei leader politici su X rispetto ai comunicati stampa ufficiali? Quali strategie retoriche (come populismo, storytelling o attacco diretto) usano per guadagnare consenso? In che modo la comunicazione istantanea di X sta ridisegnando le relazioni diplomatiche tra le nazioni?
  • Metodologia suggerita: L’ideale è un’analisi del contenuto, sia quantitativa che qualitativa. Potresti prendere i tweet di uno o più leader durante un evento specifico (una crisi, una campagna elettorale) e codificarli per tema, tono, uso di hashtag e menzioni, svelando così le loro strategie.
  • Concetti chiave da usare: Comunicazione Politica, Diplomazia Digitale (Twiplomacy), Populismo, Framing (come viene “incorniciata” una notizia), Agenda Setting, Disintermediazione.

Misinformation e Disinformation: il ruolo dei social nella diffusione di “fake news”

Questo è uno dei temi più caldi e cruciali per la salute delle nostre democrazie. Le “fake news” non sono solo notizie false, ma vere e proprie armi informative che possono inquinare il dibattito pubblico su temi vitali come i vaccini o il cambiamento climatico. Come nascono, perché diventano virali e come possiamo difenderci?

  • Domande di ricerca possibili: Attraverso quali meccanismi una notizia falsa esplode su Facebook o WhatsApp? È colpa degli algoritmi o del nostro istinto a condividere ciò che conferma le nostre idee? Quali caratteristiche linguistiche e visive rendono una fake news così credibile? Le contromisure delle piattaforme (come il fact-checking) funzionano davvero?
  • Metodologia suggerita: Un case study è perfetto. Scegli una famosa fake news e traccia il suo percorso online. Usa strumenti di Social Network Analysis per mappare la sua diffusione e affianca un’analisi del contenuto per capire perché ha funzionato così bene.
  • Concetti chiave da usare: Misinformation (condivisione involontaria di falsità), Disinformation (creazione intenzionale di falsità), Malinformation, Fact-Checking, Debunking, Bias di Conferma, Viralità.

Attivismo digitale e movimenti sociali: da #BlackLivesMatter a #FridaysForFuture

Un semplice hashtag può davvero cambiare il mondo? Movimenti come #BlackLivesMatter o #FridaysForFuture hanno dimostrato una potenza incredibile, partendo dai social per portare milioni di persone nelle piazze. L’attivismo digitale è una nuova, potentissima forma di azione collettiva.

  • Domande di ricerca possibili: Che ruolo hanno avuto Instagram e Twitter nell’organizzare e raccontare un movimento specifico? In che modo l’uso di hashtag virali e immagini potenti ha permesso di creare un’identità collettiva globale? Ma quali sono i limiti? Rischiamo di cadere nello slacktivism (l’attivismo da poltrona), dove un like sostituisce l’azione reale?
  • Metodologia suggerita: Scegli un movimento e immergiti nei suoi dati social. Raccogli un’enorme quantità di post, immagini e video e combina l’analisi del contenuto con quella delle reti sociali. Potrai scoprire chi sono gli influencer chiave e come le idee si sono propagate.
  • Concetti chiave da usare: Attivismo Digitale, Azione Collettiva, Storytelling Transmediale, Hashtag Activism, Slacktivism, Connettività vs. Azione Collettiva.

La campagna elettorale permanente su Facebook e Instagram

Scordati i comizi in piazza e i manifesti sui muri. Oggi le campagne elettorali si combattono (e si vincono) online, con annunci sponsorizzati e personalizzati al millimetro. Questa strategia, nota come micro-targeting, permette ai partiti di “sussurrare” messaggi diversi a segmenti specifici di elettorato, facendo leva sulle loro paure e desideri.

  • Domande di ricerca possibili: Come usano i partiti italiani gli strumenti di advertising di Meta? Che tipo di messaggi vengono inviati a un giovane precario di Milano rispetto a un pensionato in Sicilia? Quali sono le implicazioni etiche di questa raccolta massiccia di dati, resa famosa dallo scandalo di Cambridge Analytica?
  • Metodologia suggerita: La Libreria Inserzioni di Meta (Meta Ad Library) è il tuo migliore amico. È uno strumento pubblico che ti permette di spiare letteralmente tutte le campagne pubblicitarie dei partiti. Puoi analizzare spesa, target, aree geografiche e, ovviamente, il contenuto degli annunci.
  • Concetti chiave da usare: Micro-targeting, Campagna Elettorale Permanente, Propaganda Computazionale, Bolle Informative, GDPR e Privacy.

Altri spunti tesi sui social media (per non restare a corto di idee)

Se ancora non hai trovato l’ispirazione, ecco un ultimo round di idee flash che uniscono politica, informazione e cultura digitale:

  • Il giornalismo su Instagram: Come fanno le grandi testate (pensa a il Post o la BBC) a condensare un’inchiesta complessa in una story di 15 secondi? Analizza l’evoluzione del linguaggio giornalistico per i formati visuali.
  • La satira politica nei meme: I meme sono solo una risata o una nuova e potente forma di critica al potere? Studia come l’irriverenza dei meme possa influenzare il dibattito politico.
  • Censura e libertà di espressione: Confronta le policy di moderazione di YouTube, Facebook e X. Chi decide cosa è legittimo dire e cosa no? È una questione tecnica o profondamente politica?
  • Guerra ibrida e social media: Analizza il ruolo della propaganda russa su Telegram e altri social nel contesto del conflitto in Ucraina, un esempio perfetto di come l’informazione sia diventata un’arma.
Spunti tesi sui social media

Sei il tipo di persona che non si accontenta di usare i social, ma vuole sbirciare dietro le quinte? Se la tua curiosità va oltre il post e si concentra sugli ingranaggi che fanno girare tutto, allora questa è la tua area di gioco. Qui non parliamo solo di contenuti, ma del cuore pulsante delle piattaforme: algoritmi, intelligenza artificiale, design delle interfacce e il futuro stesso della comunicazione digitale.

Questa sezione è un vero e proprio paradiso per chi studia Informatica, Design, Ingegneria o discipline affini, e cerca degli spunti per tesi sui social media che uniscano rigore tecnico e impatto culturale. Preparati a smontare e rimontare il mondo digitale che conosci.

L’anatomia dell’algoritmo: analisi comparata dei sistemi di raccomandazione di TikTok e YouTube

L’algoritmo è il grande burattinaio invisibile dei social media. È il motore che decide cosa vedrai, cosa diventerà virale e cosa finirà nel dimenticatoio. Capire come funziona non è solo un esercizio tecnico, ma un modo per decifrare la cultura contemporanea.

  • Domande di ricerca possibili: Quali sono le differenze sostanziali tra l’algoritmo di TikTok, basato sugli interessi impliciti e sul comportamento istantaneo, e quello di YouTube, più legato alla cronologia e alle iscrizioni esplicite? In che modo il design dell’interfaccia – come lo scroll infinito e immersivo di TikTok contro la griglia di YouTube – plasma le nostre abitudini di consumo? Che impatto hanno questi sistemi sulla diversità culturale e sulla serendipità (la fortuna di scoprire qualcosa di bello per caso)?
  • Metodologia suggerita: Per rispondere a queste domande, servirà un mix di approcci. Potresti partire da una solida rassegna della letteratura scientifica e degli articoli tecnici che tentano di fare “reverse engineering” di questi sistemi. A questo potresti affiancare un’analisi comparata delle interfacce (UI/UX) e, come ciliegina sulla torta, condurre un piccolo esperimento utente: crea profili nuovi su entrambe le piattaforme e documenta meticolosamente come i feed si personalizzano nel tempo.
  • Concetti chiave da usare: Algoritmo di Raccomandazione, Collaborative Filtering, Content-based Filtering, User Experience (UX), User Interface (UI), SerendipitàBias Algoritmico.

L’impatto dell’intelligenza artificiale generativa sulla creazione di contenuti

Da Midjourney a ChatGPT, l’intelligenza artificiale sta scatenando un vero e proprio terremoto creativo. Non è più solo uno strumento, ma sta diventando un partner nella creazione di testi, immagini e video. Come cambierà il volto dei social media questa rivoluzione?

  • Domande di ricerca possibili: In che modo i creator stanno integrando questi nuovi strumenti di IA nel loro flusso di lavoro? Stanno emergendo nuove estetiche o nuovi linguaggi narrativi grazie a queste tecnologie? E soprattutto, quali sono le immense sfide etiche e di copyright legate alla creazione e diffusione di contenuti generati da un’intelligenza artificiale, dove il concetto di autorialità diventa sfumato?
  • Metodologia suggerita: La tua tesi potrebbe basarsi su un’attenta analisi qualitativa dei contenuti creati con IA su piattaforme visive come Instagram, Behance o ArtStation. Ma il vero valore aggiunto sarebbe “scendere in campo”: realizza interviste approfondite a content creator e artisti digitali che usano questi tool ogni giorno. Il loro punto di vista è una miniera d’oro.
  • Concetti chiave da usare: Intelligenza Artificiale Generativa, Modelli Linguistici di Grandi Dimensioni (LLM), Text-to-Image, Deepfake, Autorialità, Etica dell’IA, Prompt Engineering.

Il design persuasivo (Dark Patterns) nelle interfacce dei social: uno studio UX

Perché è così maledettamente difficile smettere di scrollare? Spesso la risposta non è la nostra mancanza di volontà, ma una scelta di design deliberata. Questi meccanismi, noti come “dark patterns”, sono progettati per tenerci incollati allo schermo il più a lungo possibile.

  • Domande di ricerca possibili: La tua ricerca potrebbe diventare una vera e propria mappatura dei dark patterns (notifiche ingannevoli, processi di cancellazione volutamente complessi, scroll infinito) nelle app social più famose. Qual è l’impatto di queste tecniche sul benessere psicologico e sulla nostra capacità di scelta? Ma non fermarti alla critica: come potresti ri-progettare queste interfacce in modo più etico e rispettoso dell’utente?
  • Metodologia suggerita: Immergiti nelle app più popolari (Instagram, Facebook, TikTok) conducendo un’analisi euristica basata sulle categorie di dark patterns già consolidate in letteratura. Il passo successivo, che renderebbe la tua tesi estremamente concreta, è creare dei mockup di redesign etico, mostrando come, con piccole modifiche, si possa migliorare l’esperienza utente.
  • Concetti chiave da usare: Design Persuasivo, Dark Patterns, UX/UI Design, Economia dell’Attenzione, Design Etico, Nudging (Spinta Gentile), Benessere Digitale.

Verso il Metaverso? Analisi delle piattaforme social decentralizzate e basate su blockchain

I social che conosciamo – centralizzati e controllati da una manciata di giganti tecnologici – sono davvero l’unica opzione possibile? Un manipolo di pionieri del web sta costruendo alternative basate su principi di decentralizzazione e controllo da parte dell’utente.

  • Domande di ricerca possibili: Quali sono i principi tecnologici e filosofici che animano i social network decentralizzati come Mastodon o Bluesky? Da un lato, quali vantaggi promettono (maggior controllo sui propri dati, resistenza alla censura)? Dall’altro, quali sono gli ostacoli reali (usabilità ancora acerba, complessità nella moderazione dei contenuti)? Hanno davvero la stoffa per diventare un’alternativa mainstream?
  • Metodologia suggerita: Questo tipo di tesi richiede un’immersione totale. Diventa tu stesso un utente attivo di queste piattaforme. Analizza la loro architettura (ad esempio il protocollo ActivityPub del “Fediverso”), le loro policy e, soprattutto, la cultura delle community che le abitano. Un’analisi comparata sia tecnologica che sociologica sarebbe perfetta.
  • Concetti chiave da usare: Decentralizzazione, Blockchain, Web3, Fediverso, ActivityPub, Sovranità dei Dati, Moderazione dei Contenuti, Network Effects.

Altri veloci spunti per tesi sui social media in ambito tech:

  • Accessibilità: Analizza le feature di accessibilità (sottotitoli automatici, descrizioni delle immagini) nelle principali app. Un tema cruciale per un web davvero inclusivo.
  • Gamification: Studia come elementi presi dai giochi (punti, badge, classifiche) vengono usati per incentivare l’interazione e la dipendenza dalla piattaforma.
  • Realtà Aumentata (AR): Esplora l’uso dei filtri AR su Instagram e Snapchat non solo come gioco, ma come forma di espressione creativa e potente strumento di marketing.
  • La morte dei dati: Un’analisi affascinante e delicata sulle problematiche della gestione degli account social di persone defunte, il cosiddetto testamento digitale.
  • Analisi delle API: Uno studio tecnico sulle interfacce di programmazione (API) offerte dalle piattaforme, per capire come alimentano un intero ecosistema di app e servizi esterni.


Spunti tesi sui social media

Benvenuto nell’area più complessa e affascinante del mondo digitale. Qui, ogni like, ogni condivisione e ogni policy aziendale si scontra con la legge e la morale. Se studi giurisprudenzascienze politiche o filosofia e vuoi scrivere una tesi attuale e di impatto, sei nel posto giusto.

Questa non è solo una lista di argomenti, ma una vera e propria miniera di spunti per tesi sui social media pensati per futuri giuristi e policy maker che vogliono capire e plasmare le regole del gioco online. Ogni azione nel mondo virtuale, infatti, lascia un’impronta con conseguenze legali ed etiche ben precise.

La responsabilità delle piattaforme: il Digital Services Act (DSA) e il futuro della moderazione dei contenuti

L’Europa ha lanciato un vero e proprio terremoto normativo per regolare le Big Tech, il famoso Digital Services Act (DSA). Quest’atto mira a porre fine all’era del “selvaggio West” digitale, imponendo nuove e stringenti regole. Ma cosa significa questo, in pratica, per noi e per le piattaforme che usiamo ogni giorno?

  • Domande di ricerca possibili: La tua tesi potrebbe esplorare i nuovi obblighi imposti alle grandissime piattaforme online (le cosiddette VLOPs). Come fa il DSA a bilanciare la libertà di espressione con la sacrosanta necessità di rimuovere i contenuti illegali? Analizza i primissimi effetti concreti del DSA sulle policy di colossi come Meta o Google.
  • Metodologia suggerita: Immergiti in un’analisi giuridica del regolamento, confrontandolo con la normativa precedente (come la Direttiva e-commerce) e con l’approccio americano, basato sulla celebre Section 230. Per rendere il tutto più concreto, studia i primi casi di applicazione e i report di trasparenza che le aziende sono ora obbligate a pubblicare.
  • Concetti chiave da usare: Responsabilità dell’intermediario (Intermediary Liability), Digital Services Act (DSA), Contenuto illegale, Libertà di espressione, Moderazione dei contenuti, Due Diligence, Trasparenza algoritmica.

Diritto d’autore nell’era del remix: il caso di TikTok tra suoni virali e coreografie

Immagina di creare un balletto virale su TikTok usando l’ultimo successo musicale. Di chi sono i diritti? È una domanda apparentemente semplice che nasconde un ginepraio legale affascinante, perfetto per una tesi che vuole esplorare i confini della creatività e della legge.

  • Domande di ricerca possibili: Come si adatta il vecchio diritto d’autore a questi formati fulminei e virali? Quali accordi segreti esistono tra le piattaforme e le major discografiche per gestire le licenze? Il concetto americano di “fair use” (o le eccezioni di parodia e citazione europee) può davvero essere applicato a un video di 15 secondi?
  • Metodologia suggerita: Metti a confronto la normativa sul copyright in Europa e negli Stati Uniti (analisi giuridica comparata). Non fermarti alla legge: spulcia i “Termini di Servizio” di TikTok e analizza le cause legali più importanti che hanno visto scontrarsi creator, artisti e detentori dei diritti.
  • Concetti chiave da usare: Diritto d’autore (Copyright), Fair Use / Fair Dealing, Contenuto generato dagli utenti (UGC), Remix Culture, Diritto connesso, Licenze Creative Commons.

Privacy e dati personali: analisi critica delle policy di [Piattaforma a scelta] alla luce del GDPR

Clicchiamo su “Accetto” decine di volte al giorno, spesso senza leggere una singola riga. Ma cosa stiamo davvero accettando? Questo tacito accordo è un patto con il diavolo digitale o una pratica conforme alle regole? Una tesi su questo tema è un’indagine quasi da detective.

  • Domande di ricerca possibili: La tua missione, se la accetti, è verificare se la piattaforma X rispetta davvero i pilastri del GDPR: minimizzazione dei dati, trasparenza, consenso realmente informato. Come possono gli utenti usare i loro superpoteri, come il diritto all’oblio o alla portabilità dei dati? Quali sono state le multe più salate inflitte dai Garanti della Privacy?
  • Metodologia suggerita: Sviscera l’informativa sulla privacy e i termini di servizio della piattaforma che hai scelto. Confrontali, articolo per articolo, con il testo del GDPR. Analizza le decisioni delle autorità garanti europee (EDPB) e del Garante italiano per scovare le criticità e le interpretazioni più recenti.
  • Concetti chiave da usare: GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati), Dati personali, Consenso, Privacy by Design, Diritto all’oblio, Data Breach, Autorità garante.

Hate speech online: tra la definizione giuridica e il potere degli algoritmi

Cos’è esattamente il “discorso d’odio”? E chi ha il potere di decidere quando un post supera il limite e deve essere rimosso? Questa è la linea sottilissima che separa la tutela della dignità umana dalla censura, un campo minato dove legge, etica e tecnologia si scontrano.

  • Domande di ricerca possibili: Come si conciliano le definizioni legali di hate speech, spesso nazionali, con le policy globali di una piattaforma? E cosa succede quando a decidere è un’intelligenza artificiale, con tutti i suoi limiti e bias algoritmici? Come funzionano i processi di appello per un utente che si vede cancellare un contenuto ingiustamente?
  • Metodologia suggerita: Conduci un’analisi comparata delle policy di diverse piattaforme (es. Facebook, X, YouTube). Affiancala a un’analisi della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Potresti analizzare casi emblematici di contenuti controversi per capire come sono stati gestiti e con quali conseguenze.
  • Concetti chiave da usare: Hate Speech (Discorso d’odio), Libertà di espressione, Censura, Moderazione dei contenuti, Bias algoritmico, Trasparenza, Processo di appello.

Altri spunti per la tua tesi sui social media in ambito giuridico ed etico

Cerchi un’idea ancora più di nicchia o un angolo di ricerca inesplorato? Ecco una lista rapida di argomenti caldissimi che aspettano solo di essere approfonditi:

  • I social media in tribunale: Quando e come un post, una chat di WhatsApp o una foto su Instagram possono diventare una prova legale valida in un processo civile o penale?
  • La pubblicità degli influencer: Un’analisi degli obblighi di trasparenza (pensa a #ad e #gifted) e delle sanzioni dell’AGCM contro la pubblicità occulta.
  • L’etica del data scraping: È legale e, soprattutto, etico raccogliere in massa dati pubblici dai profili social per ricerche di mercato o per addestrare intelligenze artificiali?
  • Deepfake e diritto: Una tesi sulle sfide legali poste dai deepfake, un fenomeno che si muove tra diffamazione, furto d’identità e potenziale manipolazione dell’opinione pubblica.
  • Sharenting e diritti dei minori: Quali sono le implicazioni legali e per la privacy della condivisione costante di foto e video di bambini da parte dei loro genitori (sharenting)?
Spunti tesi sui social media

Ok, ora hai una valanga di idee. Forse troppe. Come si sceglie? Respira, ecco una mini-guida per non sbagliare.

  1. Segui la Passione (ma con un pizzico di strategia): Quale di questi argomenti ti ha fatto brillare gli occhi? Su quale argomento passi già ore a leggere e informarti per puro piacere? La tesi è una maratona, non uno sprint. Scegliere un argomento che ti interessa genuinamente è il carburante che ti terrà in pista quando la motivazione calerà.
  2. Parla con il tuo Relatore (il prima possibile!): Hai individuato 2-3 idee che ti piacciono? Perfetto. Ora prepara un mini-progetto di una paginetta per ciascuna (titolo provvisorio, domanda di ricerca, metodologia ipotizzata) e vai a parlarne con il professore che vorresti come relatore. Il suo feedback è oro colato. Ti dirà se l’argomento è fattibile, se è originale, se rientra nelle sue corde e ti aiuterà a definirlo meglio.
  3. Verifica la Fattibilità e le Fonti: Un’idea può essere geniale, ma se non ci sono dati da analizzare o letteratura scientifica su cui basarti, è un vicolo cieco. Prima di decidere, fai una ricerca preliminare su Google Scholar, sulle banche dati accademiche della tua università. Ci sono articoli sul tema? Esistono dati accessibili per la tua analisi (es. la Meta Ad Library, le API di Twitter, report pubblici)?
  4. Sii Specifico. Anzi, IPER-SPECIFICO: “La tesi su Instagram” non è un titolo. “L’impatto di Instagram sul turismo” è già meglio. “L’uso delle Storie di Instagram da parte degli enti del turismo regionali italiani per promuovere itinerari enogastronomici: il caso studio della Regione Piemonte” è un titolo di tesi. Più il tuo campo di indagine è ristretto e ben definito, più la tua ricerca sarà profonda e gestibile.

Siamo arrivati alla fine di questo viaggio epico. Spero che questa maxi-guida di spunti tesi sui social media ti abbia chiarito le idee, ti abbia ispirato e, soprattutto, ti abbia fatto capire l’enorme potenziale che si nasconde dietro a questo argomento.

Una tesi sui social media, se fatta bene, non è solo un pezzo di carta per laurearsi. È un’opportunità per sviluppare un pensiero critico sul mondo in cui vivi, per acquisire competenze pratiche e per creare un progetto di cui essere davvero fiero.

Quindi, rileggi le idee, scegli quella che ti chiama, perfezionala, parlane con il tuo relatore e inizia a scrivere. Il mondo digitale è un laboratorio a cielo aperto che aspetta solo di essere analizzato.

Spunti tesi sui social media

E ora? Trasforma la tua idea in un’opportunità di carriera. Facci sapere nei commenti e sui nostri social la tua scelta

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