Ecco i motivi segreti (non troppo segreti) del perché ci sono sempre meno donne laureate in discipline STEM negli atenei italiani.
Ciao a tutti e a tutte e bentornati ad un nuovo articolo del blog di Thesis 4u!
Non so se lo sapevi, ma dal 4 all’11 febbraio si celebra la Settimana Nazionale dedicata alle materie STEM, e noi abbiamo colto l’occasione per cercare di rispondere a un quesito piuttosto urgente: perché nelle aule dei corsi di ingegneria ci sono sempre pochissime ragazze?
Più in generale, sono sempre poche le studentesse che frequentano corsi universitari in cui vengono insegnate discipline STEM e, di conseguenza, ci sono sempre meno le donne che hanno la possibilità di occupare ruoli di rilevo in questo ambito.
“Ma si sa che le materie scientifiche sono più una cosa da uomini” “Hai mai visto una ragazza brava in matematica?”. Sicuramente avrai sentito una di queste frasi almeno una volta nella vita, ma esiste veramente una connessione tra discipline STEM e tratti del corredo genetico maschile? Assolutamente no.
Eppure il numero estremamente basso delle laureate in discipline STEM è un fatto reale, il quale si sta trasformando in un vero e proprio problema sociale, che va ad accentuare il divario di genere in ambito lavorativo.
Ma come mai? E’ questa la domanda alla quale cercheremo di trovare una risposta in questo articolo, insieme a provvedimenti e iniziative per colmare questa mancanza di quote rosa nei politecnici italiani.
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Discipline STEM e divario di genere: cos’è la settimana nazionale delle discipline STEM?
Lo scorso 11 ottobre, l’ Assemblea della Camera dei deputati ha redatto una proposta di legge per istituire la “settimana delle materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche“, comune mente definite “discipline STEM”.
La proposta è stata poi avanzata al Senato, che la ha approvata in via definitiva il 22 novembre 2023, stanziando ben due milioni di euro per sostenere l’iniziativa.
Quindi, possiamo dire che questa settimana, tra il 4 e l’11 febbraio si celebra ufficialmente la settimana dedicata alle discipline STEM, al fine di sensibilizzare e stimolare l’interesse, la scelta e l’apprendimento di queste materie.
Ma era veramente necessario dedicare ben 8 giorni e tutti questi soldi a questa tematica? Assolutamente sì. L’istituzione di una settimana dedicata alle discipline STEM è stata fondamentale: innanzitutto, per promuovere l’interesse e la consapevolezza riguardo a queste discipline, incoraggiando gli studenti a considerare percorsi di carriera in settori cruciali per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione.
Inoltre, la settimana STEM si è proposta di sensibilizzare il pubblico sull’importanza delle discipline scientifiche e tecniche nella vita quotidiana, evidenziando il loro impatto su diversi aspetti della società, dall’economia alla salute e all’ambiente.
Il tasso di occupazione nella maggio parte dei settori STEM è estremamente alto, vengono richiesti sempre più laureati e la paga è tendenzialmente più alta rispetto alle discipline umanistiche. Eppure i neolaureati in questo ambito sono sempre meno.
Infatti, i dati mostrano una forte carenza di competenze nelle discipline STEM, fenomeno osservato in molte parti del mondo, compreso (ma forse sarebbe più corretto dire “soprattutto”) nel territorio italiano.
La settimana dedicata alle discipline STEM dovrebbe contribuire a mettere in luce questa problematica, cercando di risolvere le principali problematiche legate alla formazione in questi settori e motivando i nuovi studenti universitari o i lavoratori del futuro a considerare una possibile carriera in questi ambiti.
Per non parlare del fatto che le discipline STEM sono anche al centro dell’innovazione tecnologica e della competitività economica. stiamo assistendo a una nuova rivoluzione digitale, che cambierà completamente il nostro modo di concepire il lavoro. Pertanto, investire in queste aree può portare a sviluppi significativi in vari settori, migliorando la qualità della vita e la prosperità economica complessiva.
Infine, la settimana dedicata alle discipline STEM è stata pensata come strumento di inclusione nei settori scientifici e tecnici, non solo per incoraggiare più persone a dedicarsi a queste professioni, ma anche persone con un background sociale e culturale diverso.
In che senso più inclusivo? Continua a leggere questo articolo e lo scoprirai.
Discipline STEM e divario di genere: dati alla mano
Non è un caso che la settimana dedicata alle discipline STEM sia stata istituita nello stesso periodo in cui si celebra la “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza”.
Questo perché, come abbiamo visto, questa iniziativa è volta a incoraggiare tutti i giovani a prendere in considerazione un’istruzione e una carriera in questo campo, eliminando tutti gli stereotipi e i luoghi comuni legati ad esso. Compreso il solito cliché che recita “questa non è roba per donne”.
Ma chi lo dice che non ci sono donne che lavorano in ambiti legati alla scienza e alla tecnologia? Purtroppo, i fatti parlano chiaro!
In base ai dati Almalaurea 2023 sui laureati 2022, tra le donne laureate solo il 19,1% ha conseguito una laurea STEM, mentre se andiamo a vedere i dati della controparte maschile, questo dato sale fino al 40,7%. Soprattutto in ambito informatico, che oggi giorno rappresenta un settore in crescita grazie alla nuova frontiera dell’Intelligenza Artificiale, la percentuale di studentesse laureate in informatica è soltanto il 16,6%.
Questi dati sono veramente drastici, perché contrassegnano un mercato del lavoro in questo settore, letteralmente, dominato dagli uomini, non perché esercitino una forma di abuso o discriminazione nei confronti delle donne, ma perché di donne laureate e lavoratrici in discipline STEM paiono non esistere, o comunque essere troppo poche.
La cosa che più curiosa, e al contempo più spaventosa, non è che ci siano poche donne interessate alle discipline STEM, è che questi dati non sembrano sorprendere nessuno. Il fatto che le donne non abbiano mai amato le materie scientifiche sembra essere una cosa risaputa, un fatto noto da tutti. Ma qualcuno si è mai chiesto il perché?
Discipline STEM e divario di genere: perché le discipline STEM non sono appetibili al genere femminile
Ecco arrivati al cuore della questione: come mai o corsi di laurea in materie STEM sono così poco considerati dal genere femminile?
Visti i dati, la prima cosa sulla quale viene naturale riflettere è se ci sia qualche fattore genetico o biologico che porta gli uomini ad avere una propensione spiccata verso le discipline STEM rispetto alle donne.
Ma in questo caso, non possiamo dare la colpa alla genetica. Infatti, non c’è alcuna base scientifica per sostenere che le donne siano geneticamente meno adatte alle discipline STEM rispetto agli uomini. Le differenze di genere nelle abilità cognitive non sono dovute a differenze genetiche intrinseche, ma piuttosto a una combinazione complessa di fattori ambientali, sociali ed educativi.
Insomma, il motivo per cui le donne non sono particolarmente interessate a questo ambito dovrebbe essere attribuito ai giocattoli con i quali le bambine vengono fatte giocare, alle immagini che vengono loro mostrate sui social media o in televisione, all’educazione e alle aspettative che la famiglia ripone su di loro…
Certo esiste “Barbie scienziata” ma non è molto di moda. Soprattutto se ti senti dire per tutta la vita che “questa roba non è per donne”.
Allo stesso tempo possono esserci barriere sociali, come un ambiente accademico e lavorativo in cui i principali ruoli di prestigio sono ricoperti prevalentemente da uomini, che possono scoraggiare le donne dal perseguire obiettivi legati alle materie scientifiche. Ed è qui che inizia un circolo vizioso: non ci sono donne che spiccano in questi ambiti, le studentesse si sentono scoraggiate a intraprendere una carriera in questi ambiti e ci saranno sempre meno possibilità che una donna venga presa in considerazione per un lavoro nelle discipline STEM.
Quindi, se ti sei mai chiesto come mai le donne non sono molto inclini a lavorare in ambiti STEM, prova a cercare le risposte nella società piuttosto che nella natura della donna in sé. Ma come uscire da questo loop?
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Discipline STEM e divario di genere: le iniziative per ridurre il gender gap
Per quanto questa situazione possa apparire “naturale” agli occhi di molti, i dati evidenziano chiaramente un problema sociale che deve essere risolto al più presto. Ma come uscire da questa situazione? Cosa si può fare per invogliare più persone, soprattutto di genere femminile, ad avvicinarsi alle discipline STEM?
L’istituzione della settimana dedicata alle discipline STEM è un punto di partenza. Questa proposta di legge dimostra che il governo sta iniziando ad avvertire il problema e a muovere i primi passi per risolverlo.
La scuola è senza dubbio il primo luogo in cui bisogna agire se si spera di migliorare le cose e in quest’ottica, consapevolezza, sensibilizzazione e divulgazione sembrano essere parole chiave. Nel testo di legge sono delineate diverse proposte per garantire un solido orientamento post-scolastico e per modellare la didattica fin dai primi anni di istruzione verso l’acquisizione di competenze STEM.
Tra le iniziative proposte vi sono la promozione di corsi di formazione per il personale scolastico, attività extrascolastiche finalizzate a stimolare l’apprendimento nelle scuole elementari e medie, incontri e giornate di orientamento per le scuole superiori e assegnazione di borse di studio per incentivare gli studenti a dedicare la propria futura carriera alle discipline STEM.
Ma non solo: ci sono anche diverse proposte di percorsi formativi mirati al reinserimento nel mercato del lavoro, con particolare attenzione alle donne.
E poi tutti i lavoratori (o quasi) dovrebbero sviluppare delle competenze STEM: con l’avvento delle nuove tecnologie sarà sempre più importante per le aziende, dedicare spazio e tempo alla formazione dei propri dipendenti per l’acquisizione di conoscenze e skill indispensabili per inserirsi e sopravvivere in un mondo del lavoro estremamente dinamico, come quello che viviamo oggi.
Discipline STEM e divario di genere: le iniziative del CORDIS
Però non c’è solo il Governo Italiano a guidare le iniziative a tutela della parità di genere: ci sono anche Organizzazioni e Enti di ricerca europei impegnati, spesso da anni, a promuovere questa piccola “rivoluzione di genere”. Ad esempio, il centro di ricerche europee CORDIS ha raccolto ben diverse iniziative, volte alla promozione dell’uguaglianza di genere nelle discipline STEM.
Tra questi citiamo senza dubbio Scientix 4, la quarta fase del progetto Scientix, lanciato nel 2010 per promuovere collaborazioni a livello europeo tra studenti e le studentesse coinvolti ed interessati alle discipline STEM.
Con l’obiettivo di contribuire a sradicare lo squilibrio di genere nelle organizzazioni di ricerca, il progetto LeTSGEPs si avvale di workshop per le parti interessate e di eventi di sensibilizzazione per sostenere la progettazione e l’implementazione dei cosiddetti “Piani Per l’Uguaglianza di Genere” (GEP) in sei organizzazioni di ricerca in tutta Europa. Per creare GEP più efficaci, il progetto promuove l’uso del bilancio di genere per superare la discriminazione delle donne nel processo di bilancio.
Il progetto CALIPER, invece, sta aiutando le organizzazioni di ricerca europee a sviluppare i GEP e si sta impegnando per incoraggiare il dialogo e la collaborazione tra istituzioni accademiche, autorità pubbliche, professionisti e operatori del settore. L’obiettivo principale di questo progetto è proprio quello di raggiungere un miglior equilibrio di genere nei settori delle discipline STEM.
Questo obiettivo è stato condiviso anche dal progetto R-I PEERS che ha contribuito a migliorare e implementare diversi GEP nelle organizzazioni di ricerca, a ridurre il divario di genere nei processi decisionali e di ricerca nonché a rafforzare l’impatto dei contenuti di genere nei programmi di ricerca.
Con l’obiettivo di una società aperta e inclusiva, il progetto Critical Making sta lavorando per promuovere la ricerca e l’innovazione responsabile nella comunità globale di creatori, designer e ingegneri. A tal fine, ha lanciato un programma di mentoring, raccogliendo casi di studio sull’inclusività di genere e cerando una biblioteca piena di risorse che dimostrano come le comunità di maker possono dare ai giovani innovatori e alle giovani innovatrici la spinta necessaria per avere successo.
L’obiettivo del progetto EQUALS-EU è di promuovere l’uguaglianza di genere nell’era digitale. A tal fine, sta incubando start-up guidate da donne, organizzando campi di innovazione e hackathon, oltre che un programma di incubazione di 6 mesi sull’imprenditorialità inclusiva di genere e un bootcamp di 1 mese per i futuri leader dell’innovazione inclusiva di genere.
Il progetto shemakes.eu si concentra sull’avanzamento dell’uguaglianza di genere nel settore tessile e dell’abbigliamento in Europa, attraverso la formazione, il tutoraggio ed eventi che incoraggiano e promuovono l’innovazione e la leadership guidata dalle donne.
Infine, il progetto ALLINTERACT sta esplorando i modi per aumentare l’impegno dei cittadini nella ricerca scientifica e per coinvolgere le giovani donne in questo obiettivo. Gli sforzi del progetto comprendono uno studio di intervento, gruppi di discussione comunicativi e un evento progettato per diffondere la scienza a tutto il pubblico attraverso i social media.