Oggi vorremmo presentarvi una nostra associazione partner: BEST Napoli. BEST Napoli è un’associazione studentesca dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. BEST Napoli connette gli studenti per i quali gli studi non sono sufficienti, organizzando diversi viaggi, eventi, tra cui EBEC (European BEST Engineering Competition).
EBEC è una della più importanti competizioni ingegneristiche a squadre a livello europeo. EBEC offre l’opportunità di mettere in pratica le conoscenze acquisite durante gli anni di studi, testare le proprie qualità in termini di inventiva, progettazione e lavoro di squadra per risolvere problemi ingegneristici ed economici. Le iscrizioni di EBEC BEST Napoli chiudono il 15 Marzo… affrettati. Clicca qui per iscriverti.
“Noi di Best Napoli investiamo le nostre energie per creare contatti con università estere, corsi didattici in tutta Europa, competizioni ingegneristische. Noi di BEST Napoli crediamo che un vero studente di tecnologia sia un ingegnere, un inventore ed un esploratore.”
Il loro motto: “Work hard, party harder!”…. ebbene sì: “Siamo viaggiatori incalliti, backpackers, frequentatori di aeroporti, di ostelli e di sacchi a pelo… ma non solo! Vediamo BEST anche come una “serra” dentro la quale poter raffinare e sviluppare le nostre competenze “aziendali” e tecniche!”.
BEST Napoli: Perchè farne parte?
POV: Sei uno studente di ingegneria che sta affrontando la sessione d’esami più dura della tua vita? Stai realizzando di avere in corpo più caffeina che sangue? Ti stai chiedendo se questo stress continuo che ti sta divorando l’anima ti darà mai un attimo di tregua…
Voglio sollevarti questo macigno dal cuore, amico mio. No, ma nemmeno per sbaglio, Hai proprio sbagliato a capire. L’ansia a ingegneria è come il gin nel Negroni: se non c’è, lo stai evidentemente facendo nel modo sbagliato.
“Caro ma ci sei venuto o ti ci hanno mandato?”, mi dirai a questo punto. E allora ti rispondo con un’altra domanda, come le persone educate: “E se ti dicessi che quest’ansia, anche se non puoi eliminarla, puoi neutralizzarla?” “Ok, ti ci hanno mandato.”
Mi spiego meglio: immagina che esista una stanza a Piazzale Tecchio in cui tu entri, acchiappi uno a caso dei ragazzi che ci sono dentro e gli dici “Voglio andare in Portogallo per due settimane a fare un corso sulla leadership che posso mettere nel curriculum, con visite guidate in tre città diverse, feste all night long e vitto e alloggio pagati. E voglio pagare 55 euro per tutto”. E immagina che il ragazzo ti risponda: “Ok! Riempi questo form e scriviamo una bella motivational letter!” Capito, non “Bello ma perché non vai a faticare” o “Sì fra e io volevo passare Macchine prima del quarto tentativo.” E ti fai due settimane in Portogallo con 55 euro. La senti l’ansietta che si fa un attimo meno pesante? C’è sempre, eh. Sta là. Però è un attimo meno pesante.
Oppure: Immagina che esista una competizione in cui puoi capire se questa laurea magica ti sta insegnando davvero qualcosa. Formi una squadra con i tuoi compagni, vi date un nome figo e scegliete il vostro ring: Case Study o Team Design.
Nel Case Study, un’azienda di alto profilo (alcuni esempi dagli ultimi tre anni: Loreal, Audi, ABB) propone a te e ai membri delle altre squadre un problema aziendale, e poi vi guarda mentre vi scannate a colpi di idee. E l’idea migliore viene implementata in Loreal, in Audi, in ABB. Non dimenticare che le aziende “si prendono” il tuo contatto, e quello di tutti gli altri ragazzi che li hanno colpiti.
Nel Team Design, un’altra azienda di alto profilo e/o una commissione inviata da uno dei dipartimenti dell’università, propone un task pratico (esempi: costruire un trabucco, progettare una macchina che sfrutti un getto d’aria compressa per sollevare dei pesetti). Dopodiché, a te e ai tuoi compagni viene fornito tutto il necessario per realizzare quel task (i.e. listelli di legno, molle, carta vetrata, assi).
E poi c’è la gara alla fine della giornata: quale trabucco spara più lontano, quale turbina alza più peso.
E ora te ne dico un’altra, la più grande di tutte: aveva ragione George Clooney quando prendeva i soldi da Fastweb per parlare in italiano male. “Immagina, puoi.”
Perché quella stanza, a Piazzale Tecchio, esiste. È l’ufficio di BEST: Board of European Students of Technology. Siamo più 3000 membri in 93 città europee, in 34 paesi diversi. Ci scambiamo soft skill come fossero Mikado, organizziamo seminari, corsi, webinar, incontri con le aziende.
Un solo obiettivo: farti sviluppare capacità che non sapevi di poter ottenere così presto. E farti guadagnare crediti, che manco è male in magistrale.
E quella competizione, pure esiste: si chiama EBEC. Le iscrizioni di EBEC sono aperte adesso. Trovi tutto a questo link, ma moriamo dalla voglia di raccontartelo di persona. A quest’altro link.
POV: sei uno studente di ingegneria, stai affrontando la sessione d’esami più dura della tua vita e mentre realizzi di avere in corpo più caffeina che sangue ti chiedi se questo stress continuo che ti sta divorando l’anima ti darà mai un attimo di tregua.
Vienici a trovare.
Scommetto che la risposta cambia.