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Ciao a tutti e a tutte bentornati/e in un nuovo articolo del blog di Thesis 4u, la startup innovativa che mette in collegamento gli studenti e le studentesse con le aziende, grazie alle tesi di laurea in azienda.

Come saprai, noi di Thesis 4u crediamo molto nelle tesi di laurea, e crediamo sia anche molto importante condividere quelle più interessanti e innovative, dando la possibilità a te che leggi questo articolo di prendere spunto o di informarti su qualcosa che non sapevi.

Anche tu puoi candidare la tua tesi di laurea ad essere pubblicata sul nostro blog! Per farlo ti basta compilare questo form, rispondere alle domande e darci qualche dettaglio sulla tua tesi. Ogni mese scegliamo una tesi “vincitrice” che poi pubblichiamo.

Oggi ti raccontiamo del rapporto tra AI e arte, uno dei campi di applicazione dell’intelligenza artificiale più affascinanti e, contemporaneamente, controversi dell’era digitale. Questi due mondi sembrerebbero molto distanti tra loro, eppure Virginia, l’autrice della tesi di cui ti parleremo ci racconta di questo possibile incontro tra creatività umana e intelligenza artificiali, che solleva questioni tecniche, estetiche e filosofiche. Questa è solo una delle domande che Virginia si è posta nella fase di ricerca per la sua tesi Tra umano e tecnologico: L’arte nell’era del Postumano e la sfida dell’intelligenza artificiale.

Scopriamo allora la tesi di Virginia!

Puoi anche leggerla integralmente qui!

AI e arte

Virginia ha conseguito una laurea triennale in Scienze della Comunicazione all’Università di Macerata e ce lo racconta con molto entusiasmo. La sua decisione di intraprendere questa strada, inizialmente, non è stata immediata: Virginia infatti, prima ancora di capire quale fosse la sua strada, decide di iscriversi a Lettere Moderne, ma non appena inizia a sostenere gli esami più vicini e affini all’ambito comunicazione si rende conto di aver bisogno di cambiare strada. E mai decisione fu più giusta e più consapevole.

E dopo la triennale? Questa studentessa sta valutando di proseguire con la laurea magistrale presso l’Università di Macerata, dove ha già completato il percorso triennale. La scelta ricadrebbe sul corso in Culture Digitali, di cui ha sentito parlare molto positivamente da chi lo ha già frequentato o lo sta frequentando.

«Per curiosità ho dato un’occhiata agli insegnamenti – racconta – e li ho trovati molto attuali. C’è un’attenzione concreta all’intelligenza artificiale e sono previsti diversi laboratori pratici, aspetti che mi hanno colpita in modo particolare.»

Virginia ha coronato il suo percorso triennale con una tesi compilativa che mette insieme due temi e interessi principali – l’arte e la tecnologia -, raccontandoci che si è trattato di un lavoro approfondito e che ha richiesto circa tre mesi tra ricerca del materiale, definizione dell’argomento e stesura, e che le ha richiesto un forte coinvolgimento personale e che è stato agevolato da una visione chiara sin dall’inizio.

«L’idea generale di capire che relazione ci fosse tra AI e arte ce l’avevo già», racconta, «ma il mio relatore è stato fondamentale nell’aiutarmi a strutturarla meglio».

Ma cosa c’entra allora l’intelligenza artificiale nei processi creativi? L’obiettivo era quello di raccontare l’evoluzione dell’arte con un focus sull’attualità e sul ruolo crescente della tecnologia. La tesi parte infatti dall’analisi dell’applicazione tecnologica all’arte in varie forme espressive, fino ad arrivare a un approfondimento su AI e arte, tema centrale dei capitoli dedicati alla discussione dell’elaborato.

Il terzo capitolo, in particolare, è quello di cui Virginia ci racconta esserne più orgogliosa: in questa fase della tesi decide di affrontare il tema dell’arte creata con l’intelligenza artificiale, partendo dal celebre caso del primo dipinto generato da una macchina e presentato in una galleria londinese nel 2018.

Si tratta, infatti, di un episodio emblematico, che segna un punto di svolta e che ha destato l’interesse (e anche diverse perplessità) di tutti tanto da aver catturato l’attenzione di tantissime testate giornalistiche, tra cui La Repubblica.

«Se prima era l’artista ad avere il controllo totale sull’opera, oggi parte del processo creativo può essere affidato alla macchina. L’artista dà l’input, ma il risultato può essere qualcosa di completamente diverso da ciò che aveva immaginato».

La tesi indaga proprio questa nuova dinamica tra uomo e macchina, documentando esempi di opere che combinano tecniche tradizionali e interventi generati dall’IA. Un dialogo possibile e che, secondo Virginia, non riduce la creatività umana, ma solo potenziarla.

«Molti temono che l’intelligenza artificiale possa impoverire l’arte, ma se usata con consapevolezza può offrire nuovi stimoli e forme espressive. Alla fine, è sempre l’essere umano ad avere il controllo, ad aggiungere qualcosa di personale».

Ma c’è stato un evento fondamentale ed illuminante che ha ispirato Virginia. All’interno della tesi, decide di inserire proprio un’esperienza personale: la partecipazione al TEDx di Ancona, evento suggerito da lei stessa e accolto con molto entusiasmo anche dal relatore.

«Dato che il tema era l’intelligenza artificiale, mi ha invitato a partecipare. L’ho fatto con entusiasmo e ho poi riportato in tesi tutti gli interventi degli speaker presenti, che hanno raccontato progetti legati all’intelligenza artificiale in ambiti diversi: dall’arte alla medicina, dalla comunicazione aziendale alla didattica».

Insomma, lo spirito di iniziativa di Virginia le ha permesso di inserire spunti multidisciplinari, che le hanno permesso di avvicinarsi ancora di più a come AI e arte potessero dialogare tra loro.

Tra le opere che hanno maggiormente fatto riflettere Virginia durante la stesura della tesi, c’è il lavoro di Massimo Balestrini, artista italiano ancora poco conosciuto e appassionato per le arti figurative, per il disegno e le arti visive, e che suggerisce essere molto significativo per familiarizzare con il nuovo rapporto tra uomo e macchina nel flusso di creazione artistica.

Virginia racconta infatti di un «intervento diretto» dell’artista sull’opera generata dall’intelligenza artificiale: l’artista parte da un input generato dall’AI, ma decide di intervenire poi manualmente sull’opera con pennelli, a mano o con strumenti tradizionali. Il risultato (che puoi vedere qui) un’immagine che conserva l’impronta della macchina, ma è completata e personalizzata al fine di far emergere la “mano dell’artista”.

Un’altra figura che ha suscitato l’interesse di Virginia è quella di Sofia Crespo, artista argentina con origini italiane, nota per i suoi lavori che fondono elementi biologici a quelli matematici/algoritmici. La Crespo coniuga AI e arte per approfondire e visualizzare specie animali esotiche che non conosce nel dettaglio, lasciando poi spazio al proprio stile per completare le immagini. In questo caso, l’intelligenza artificiale diventa stimolo all’immaginazione e, quindi, un “ponte” tra ciò che non si conosce e la creatività tipicamente umana.

Ma quali sono le altre applicazioni dell’intelligenza artificiale? Nel primo capitolo, prettamente introduttivo, Virginia approfondisce anche il tema dell’arte immersiva, soffermandosi sul progetto di un collettivo giapponese, noto come teamLab.

Questo gruppo multidisciplinare, con base a Tokyo, mette insieme artisti, ingegneri, designer e programmatori con lo scopo di creare installazioni interattive che fondono elementi naturali e digitali. In uno dei progetti più noti, i visitatori camminano fisicamente all’interno di una foresta reale, mentre immagini di uccelli in volo vengono proiettate sopra le loro teste.

Tale esperienza multisensoriale e immersiva si ispira ad un concetto giapponese antico, noto come shinrin-yoku (letteramente “bagno nella foresta”), una pratica terapeutica riconosciuta per i suoi benefici psicologici.

«In un mondo sempre più urbanizzato e digitalizzato», fa presente Virginia, «questo tipo di arte può rappresentare anche una forma di benessere, soprattutto in contesti in cui la natura è sempre più distante dalla quotidianità». L’incontro tra arte, tecnologia e salute mentale potrebbe aprire quindi nuovi scenari, di valore non solo estetico ma anche sociale.

Per fare il punto di questa tesi, nel complesso, potremmo dire che esiste un filo rosso ben preciso che è tenuto in mano da due protagonisti – uomo e macchina – e che questi, insieme, possono lavorare per generare nuove forme di opportunità creativa. Lungi dal voler sostituire l’artista, l’intelligenza artificiale può diventare uno strumento di ampliamento dell’immaginario, purché utilizzata in modo consapevole. «Se usata con intelligenza – conclude Virginia – l’IA non cancella la soggettività dell’arte, ma la arricchisce, offrendo nuovi modi per esprimersi, esplorare e raccontare il mondo».

Agli studenti che si accingono a scrivere la tesi, il consiglio di Virginia, è quello di scegliere un argomento che davvero li appassiona, anche se può sembrare non convenzionale o quasi fuori dagli schemi. Effettivamente, la tesi è una delle poche occasioni in cui si ha la libertà di approfondire un tema con il proprio sguardo, quindi vale la pena sfruttarla per appassionarsi a qualcosa che si sente in linea con i propri interessi.

E noi non potremmo che essere più che d’accordo con lei. 😉